Pietro addentò il suo hamburger un po' meno in imbarazzo di prima.
Forse prima o poi si sarebbe abituato all'idea di Alessio impegnato a leggere i suoi articoli – riusciva quasi ad immaginarselo, fermo davanti ad un'edicola di Venezia mentre iniziava a sfogliare il giornale, sapendo che scorrendone le pagine avrebbe trovato quel che cercava-, ma al momento preferiva quasi non pensarci. Avrebbe metabolizzato la cosa, pian piano.
-Ti ricordi quando avevamo parlato in quale facoltà volevamo iscriverci, dopo la mia maturità?- gli venne da chiedergli, dopo un po' di silenzio. Prima ancora che Alessio rispondesse, Pietro sapeva già cosa potersi aspettare.
-Me lo ricordo- disse Alessio dopo aver mandato giù un morso del suo panino, confermando il sospetto di Pietro – Mi ricordo che non ero molto d'accordo sul fatto che stessi accantonando le tue vere aspirazioni-.
Pietro annuì:
-Già-.
Ricordava bene, come se fosse ieri, quanto Alessio avesse insistito sul lasciar perdere la convenienza e studiare ciò che gli piaceva – e da chi altro sarebbe potuta venire una simile predica, se non da lui?. Ora che erano passati anni si rendeva conto che, in fondo, Alessio ci aveva sempre visto più in là di quanto non avesse fatto lui stesso all'epoca. Era come se un cerchio si fosse finalmente chiuso, come se fosse finalmente giunto a capire.
-Chissà come sarebbe stato se avessi seguito subito quella strada-.
Pietro lasciò andare quelle parole a mezza voce.
Non si era mai soffermato a riflettere, a pensare a come sarebbero state le cose se fosse stato uno studente di Lettere. Niente lezioni con Alessio e Nicola, niente Giada – che probabilmente sarebbe stata sostituita con qualche altra ragazza con la quale essere infelice, e da rendere altrettanto infelice-, magari la strada nel giornalismo spianata poco dopo la laurea.
Sarebbe stato tutto molto diverso, quella era l'unica certezza.
-Non lo so- Alessio posò quel che rimaneva del suo hamburger sul piatto, guardando Pietro con aria riflessiva – So solo che di sicuro tutto quello che hai vissuto finora ti ha aiutato ad arrivare dove sei adesso. In fin dei conti non è andata male-.
Pietro si limitò ad annuire.
"Forse doveva semplicemente andare così".
Morse di nuovo l'hamburger, nonostante la fame se ne fosse in parte andata.
"Dovevano avvenire tutti gli eventi che mi hanno portato ad essere quel che sono oggi".
-Eravamo in una pizzeria di Borgo Padano quando ne abbiamo parlato, vero?-.
Pietro quasi sobbalzò, troppo preso dai suoi stessi pensieri, alla domanda successiva di Alessio. Cercò di non darlo a vedere, schiarendosi la voce:
-Oh sì, se non ricordo male mi ci avevi trascinato tu- replicò velocemente, prima di lanciargli un'occhiataccia – Per il karaoke-.
Si aspettò di vedere Alessio scoppiare a ridere, ed infatti non tardò a farlo.
-Non è che volessi cantare al karaoke, c'era la possibilità- lo corresse lui, senza però nascondere il ghigno che gli si stendeva sulle labbra.
Pietro sbuffò teatralmente:
-Non a caso poi siamo finiti a fare un'enorme figuraccia davanti a tutta la pizzeria-.
-Non abbiamo cantato così male- protestò subito Alessio, con fare contrariato.
Pietro non cedette neanche un po':
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Walk of Life - Adulthood
General FictionLa vita a quasi trent'anni è fatta di tante cose: eventi felici ed eventi che ti mandano in crisi, successi ed insuccessi, traguardi personali e lavorativi, vecchi legami che cambiano e nuovi che nascono ... Giulia è convinta di saper navigare il ma...