Capitolo 37 - Blue and grey (Pt. 2)

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-Vuoi qualcosa da bere?-.

Alessio sembrò indeciso per qualche secondo, prima di alzare il viso nella sua direzione:

-L'unica cosa che potrebbe andare in questo momento è qualcosa di caldo-.

Pietro annuì, aprendo la credenza davanti a lui. Si erano trasferiti praticamente subito in cucina, dopo i primi minuti passati nell'ingresso e poi di passaggio nel salotto. Alessio sembrava essersi tolto il cappotto a malincuore, evidentemente raffreddato: Pietro lo aveva osservato mentre si stringeva nelle spalle, sfregandosi le mani per creare qualche sorta di attrito e di calore. Era stato quasi tentato di allungargli una coperta, anche se in realtà il suo primo pensiero era stato quello di avvolgerlo in un abbraccio e stringerlo a sé.

Invece, un po' a malincuore e con ancora il cuore che batteva troppo forte, aveva fatto strada in cucina, invitandolo a sedersi. C'era stato un po' d'imbarazzo fino a quel momento, come era capitato anche la sera da Caterina e Nicola, e un po' come era stato per tutte le volte in cui si erano scritti in quelle ultime due settimane. Pietro aveva accettato l'invito di Alessio a guadare un film insieme, seppur a distanza, un po' perché era curioso di vedere come sarebbe andata un'esperienza simile e un po' perché gli mancava quella normalità. Guardare film insieme era sempre stata una consuetudine che avevano avuto tra di loro, e che per certi versi, anche nel caso di quel venerdì notte di una settimana prima, aveva ridato un senso di normalità a tutto. Pietro si era persino arrischiato a scrivergli, una volta finito il film, che per compensare la malinconia di Drive my car la prossima volta avrebbero dovuto guardarsi un film della Marvel, leggero e spensierato.

Sperava solo che potesse esserci davvero, una prossima volta.

-Ho del thè- disse quasi sovrappensiero, controllando le sue scorte all'interno della credenza – Probabilmente anche della cioccolata, dall'ultima volta in cui sono stati qui Giacomo e Giorgio-.

-Come stanno?- gli chiese subito Alessio, a mezza voce, le braccia piegate sopra il tavolo.

-Bene. Le solite due pesti- disse Pietro, un sorriso nella voce, mentre si girava verso di lui – E Christian e Federica?-.

-Potrei dire lo stesso- Alessio ridacchiò sommessamente, il volto tornato serio subito dopo – Mi chiedono spesso di te. Hanno sentito la tua mancanza, in questi mesi-.

Sapeva cosa potesse sottintendere quella frase, e Pietro si sentì prendere dal morso della malinconia.

-Mancano anche a me- mormorò.

Lasciò i proprio occhi vagare ancora una volta sulla figura di Alessio. Aveva un maglione grigio che lo valorizzava poco, perché faceva risaltare le occhiaie sul suo viso e il pallore della pelle, e non rendeva giustizia ai suoi occhi. Non erano dell'azzurro chiaro vivido come sempre – sembrava spenti, come li aveva visti tutte le altre volte in cui lui ed Alessio si erano incontrati negli ultimi mesi.

Vederli così, grigi e smorzati, gli aveva fatto stringere il cuore anche quando provava ancora rabbia nei suoi confronti.

Si schiarì la voce, deciso a lasciare al dopo tutto quel che avrebbe dovuto dirgli, e ascoltare di rimando, in quel lungo pomeriggio uggioso.

-Quindi ... - fece, esitante – Cioccolata o thè?-.

Alessio sembrò pensarci su qualche secondo, prima di rispondere:

-Andiamo di cioccolata-.

-Buona scelta-.








Tenere la tazza ancora calda tra le mani era una sorta di sollievo. Effimero e superficiale, ma il calore che trasmetteva alla sua pelle era qualcosa che lo rassicurava – una sensazione del tutto irrazionale, ma che in quel momento gli bastava.

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