Capitolo 21 - Ocean eyes (Pt. 6)

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Cercò di camminare il più velocemente possibile, ma il peso delle due borse che teneva in mano e la stanchezza – della giornata, della settimana, dell'ansia a cui era sottoposta- la rallentavano inevitabilmente. Giulia un po' si era pentita di non aver accettato l'offerta di Filippo di andare al suo posto, ma ormai mancava poco per arrivare a destinazione. Era praticamente arrivata, il portone del suo palazzo già visibile ad alcuni metri di distanza, quando si decise ad accelerare per davvero il passo. Un ultimo sforzo per poi finalmente potersi riposare.

Fu un peccato che in una frazione di secondo percepì scivolarle dalla presa un manico della borsa che teneva tra le dita della mano sinistra. Giulia abbassò il capo quasi in tempo per vederla cadere a terra con tutto il suo contenuto.

-Attenta!-.

Giulia sobbalzò quando, giusto un secondo prima che la tragedia avvenisse, riconobbe le mani di qualcun altro arrivare alla borsa per bloccarne la caduta. E se non le fosse bastato riconoscere la voce maschile che le aveva appena urlato, di certo avrebbe riconosciuto la persona in questione dalla testa di capelli biondo scuro.

-Oddio, sei tu- Giulia esalò, il cuore che cominciava a battere di nuovo ad un ritmo normale, dopo un primo sobbalzo per l'improvviso accadere degli eventi – Quasi non ti riconoscevo-.

Alessio si alzò lentamente, dopo averla aiutata a posare delicatamente la borsa sul marciapiede. Era stretto nella sua giacca pesante, e Giulia intuì che doveva essere appena tornato da Piove di Sacco, diretto anche lui verso casa, nel palazzo di fianco al suo.

-Non mi stupirebbe, visto che non ci vediamo da giorni- commentò lui, con un sopracciglio alzato.

-Hai sentito la mia mancanza, Raggio di sole?-.

Alessio alzò gli occhi al cielo:

-Ovvio-.

C'era sarcasmo nella sua voce, ma Giulia vi riconobbe anche una nota di sincerità. Se era cambiato qualcosa in Alessio, negli ultimi due anni, era forse la sua capacità di saper esprimere un po' meglio il suo affetto.

-Ti serve una mano con quelle sporte?- le chiese subito dopo, indicandole con un dito.

Giulia scosse il capo:

-No, tranquillo. Ce la faccio-.

-Sicura?-.

-Sì, non ti preoccupare- disse, con uno sbuffo sarcastico – Ultimamente mi chiedete tutti se sto bene-.

Si accorse subito che a quella che voleva essere una semplice battuta, per quanto vera, Alessio stavolta non rise né si comportò di conseguenza. La guardò invece confuso, forse addirittura inquieto.

-In effetti sei un po' strana-.

Fu quasi impercettibile il cambiamento in Giulia, ma lei credette di non essere del tutto riuscita a non darlo a vedere:

-Strana in che senso?- chiese cautamente.

Alessio la guardò in silenzio per quasi un minuto, prima di prendere parola:

-Non lo so. Mi sembri quasi malaticcia, senza offesa- disse, con un mezzo sorriso di scuse – E ... -.

Si bloccò, e per un attimo Giulia ebbe l'impressione che, senza volerlo e senza nemmeno saperlo, Alessio avesse già capito tutto.

Si chiese quanto fosse in realtà evidente che qualcosa in lei non andava.

-Sembra quasi tu abbia qualcosa per la testa-.

Era esattamente così, ma le fu facile arginare quelle parole:

-Ho fin troppe cose per la testa, da mesi-.

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