You're gone and I gotta stay high
All the time, to keep you off my mind
High, all the time, to keep you off my mind
Spend my days locked in a haze, tryna forget you, babe
I fall back down
Gotta stay high, all my life, to forget I'm missin' you [1]
L'atmosfera del lunedì sera era decisamente più rilassata rispetto a come sarebbe stata di sabato. Non era certo notte fonda, ma per le calli di Venezia non c'era comunque molta gente in giro. Ad Alessio non avrebbe fatto alcuna differenza, in qualsiasi caso.
Continuò a camminare, ciondolando di tanto in tanto, guardandosi intorno. Non aveva ancora scelto una meta definitiva dove passare il resto della sera – probabilmente un bar dove avrebbe potuto continuare a bere, cosa che aveva già iniziato a fare a casa, prima di uscire.
Era persino stato contento di essere un po' brillo: gli era stato più semplice sopportare lo sguardo severo che Alice gli aveva lanciato poco prima di uscire di casa, mentre lei convinceva i bambini a rimanere sul divano del salotto e a non seguirlo. Alice non gli aveva rivolto una singola parola, e non serviva nemmeno: il suo era stato uno sguardo così tanto carico di significati che parlare sarebbe solo stato superfluo.
Alessio se ne era uscito sentendosi un verme, ma ormai cominciava a farci il callo, con quella sensazione di non valere niente.
Era da una ventina di minuti che continuava a camminare. Era giunto a Campo Santa Margherita, una zona di Venezia che conosceva poco, e dove metteva piede raramente. Non ci si orientava bene, ma in quel momento non gliene importava niente. Avrebbe anche potuto perdersi, e forse sarebbe stato addirittura contento di avere un motivo per starsene fuori più del dovuto.
Passò oltre alcuni bar prima di decidere, senza ragioni particolari, di dirigersi verso uno in particolare. Già da fuori era udibile la musica provenire dall'interno, ed Alessio vi si sentì attratto. Quando mise piede all'interno gli ci vollero alcuni secondi per abituarsi alle luci viola e giallognole, che davano un'aria particolare al posto. Sembrava quasi di essere entrato in un posto invaso dalla magia – con la sola differenza che lì, al massimo, gli avrebbero preparato qualche cocktail strano.
L'ambiente, comunque, era l'ultimo dei suoi pensieri. Si diresse al bancone con un unico obiettivo in testa: passare quella serata a cancellare il pensiero di Pietro dalla sua mente. E se per farlo avesse avuto bisogno di modi autodistruttivi, lo avrebbe fatto.
Arrivato a quel punto non gliene fregava più niente.
Il sapore del suo cocktail era dolce e forte, esattamente quello che cercava. L'alcool gli stava facendo girare la testa, anche se non al punto da offuscargli completamente la mente e non riuscire più a capire cosa stava succedendo attorno a lui. Aveva ordinato da dieci minuti, e stava bevendo lentamente, forse per ritardare il momento in cui avrebbe dovuto decidere cosa fare, se tornarsene a casa e seppellirsi nel suo letto, conscio che da brillo il sonno sarebbe arrivato più in fretta, o restare ancora e ordinare qualcos'altro. E poi, di sicuro, non sarebbe più stato solo brillo.
"Chissà cosa avrebbe da dire uno psicologo sui miei metodi di coping".
Alessio di psicologia non sapeva assolutamente nulla, ma era piuttosto certo che qualsiasi terapeuta gli avrebbe caldamente sconsigliato di continuare a vivere a quel modo.
Ma lui non aveva chiesto consiglio a nessuno, né tanto meno qualche parere, e per quanto si rendesse conto che le parole che aveva detto a Caterina il giorno prima – sul fatto che se la sarebbe cavata da solo- erano piuttosto infondate, non gliene importava.
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Walk of Life - Adulthood
Fiksi UmumLa vita a quasi trent'anni è fatta di tante cose: eventi felici ed eventi che ti mandano in crisi, successi ed insuccessi, traguardi personali e lavorativi, vecchi legami che cambiano e nuovi che nascono ... Giulia è convinta di saper navigare il ma...