Capitolo 24 - This is me (Pt. 5)

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Caterina fu la prima a parlare, subito dopo:

-Ci dobbiamo preoccupare?-.

Lo aveva detto scherzando, ma con una evidente vena preoccupata – forse un po' troppo influenzata da tutte le volte che, nell'ultimo anno, quella frase era stata seguita da brutte notizie.

Ma per quella sera non ce ne sarebbero state, o almeno così Pietro sperava che la vedessero anche loro.

-Non credo- disse inizialmente incerto, prima di prendere un respiro profondo e proseguire – No, non dovete preoccuparvi-.

Quando si ritrovò ad alzare gli occhi, fu istintivo cercare per primi quelli di Alessio. Era rimasto in silenzio fino a quel momento, ma quando si rese conto dello sguardo di Pietro alla ricerca del suo, fu un sorriso incoraggiante che gli rivolse.

-Ehi, sta tranquillo- Alessio era dall'altra parte del tavolo, esattamente all'estremità opposta, ma gli parlò come se gli fosse di fianco pronto a sussurrarglielo – Qualunque cosa sia siamo qui-.

"E ci rimarrete?".

Qualcosa gli diceva che era ora di scoprirlo – e qualcos'altro ancora gli diceva di sì.

Nicola si era seduto di nuovo, ed esattamente come tutti gli altri lo stava guardando in attesa ma in silenzio.

Pietro li guardò uno ad uno per diversi secondi, prima di cercare di regolarizzare il proprio respiro.

-È che fa un po' strano essere arrivato a stasera per dirlo. Per dirvelo- cominciò, quasi faticando a trovare le parole, come fossero intrappolate in un groviglio che difficilmente avrebbe districato – Mi sono ripetuto tra me e me il discorso che vi avrei fatto non so neanche quante volte, ma adesso nemmeno lo ricordo-.

Sotto al tavolo, lontano dalla vista di chiunque, teneva le mani giunte, le dita di una che stringevano quelle dell'altra. Non si era sentito così nervoso nemmeno quando aveva parlato ad Alice.

Era una sensazione diversa anche rispetto a quella che l'aveva smosso quando l'aveva detto a Giada. Con lei c'era stato il dolore a scuoterlo.

Stasera era diverso: non c'era dolore, solo voglia di aprirsi. Di farsi vedere per quello che era.

-Forse ci penso da anni, in realtà- confessò a mezza voce – Ma non credo ci sia un modo oggettivamente giusto per dirlo, quindi lo dirò e basta-.

Prese un sospiro profondo, stavolta, e non riuscì a non abbassare gli occhi.

-Non avete idea di quante volte mi sia immaginato questo momento-.

"Così tante volte e così tanti scenari di voi che mi voltavate le spalle".

Cercò di allontanare quei ricordi. Erano immagini dettate dalla paura.

E non voleva dire che non avesse paura anche in quel momento, ma era una paura diversa. Aveva ancora la sensazione che nessuno di loro se ne sarebbe andato.

-Il momento in cui vi avrei detto quel che è stato il mio più grande segreto per tutta la vita, e anche quello per cui mi vergognavo di più in assoluto-.

Sentì un groppo in gola formarsi a quelle parole – a quei ricordi-, ma respirò ancora, ed ancora una volta, fino a quando non fu sicuro di esserseli lasciati alle spalle tutti quanti.

I am not a stranger to the dark

"Hideaway," they say

"'Cause we don't want your broken parts"

I've learned to be ashamed of all my scars

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