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CASS

La porta del bagno non si apre, e quasi ci sbatto il muso addosso.

Che palle, è già occupato.

«Scusa!» dico. Tanto so che c'è Ashley, siamo solo io e lei a vivere qua dentro.

Non risponde... starà leggendo?

Gratto con le unghie sulla porta tipo gatto, tanto per darle fastidio.

«Smettila!» strepita dall'interno.

Ridacchio e me ne vado in cucina. Ho fame, ora mi faccio una bella fetta di pane e cioccolato!

...stare con Leon mi ha aperto lo stomaco. Diventerò una palla.

Preparo la mia schifezza e tiro un morso. Ammazza, che buona... ci stava.

La porta del bagno si apre, sento cigolare fin qui, e mi affaccio sull'uscio della cucina. Ashley sta di spalle, va in camera sua.

«Ne vuoi?» chiedo, e lei manco si gira. Ma che c'ha, le sue cose?

Ho l'impressione che, negli ultimi giorni, Ash si isoli un po' troppo. Non vedo più Jean da queste parti, non mi sveglio più di notte perché li sento fare roba...

Mi viene in mente Leon, e arrossisco. Anche io riuscirò a superare il mio ostacolo?

Da una parte vorrei, dall'altra... c'è l'altra me, quella che non vuole essere toccata.

Però credo che lui sia la persona... giusta.

Sono imbarazzata, affondo i denti e i pensieri nella merenda.

La divoro, mi sporco le dita, filo nel cesso, lavo le mani e la bocca. Ho la testa piena di roba, ma perché Ash si comporta così?

Mi asciugo e penso, l'asciugamano sfugge, cade per terra. Cazzo, era pulito...

...oh, che è 'sta roba?

Nel secchio c'è una scatola strana. Allungo le dita, l'afferro e la tiro fuori.

Esco come una furia dal bagno, piombo nella stanza di Ash, che mi guarda con la faccia più calma del mondo. Ma come cazzo fa?

«Non è quello che penso, vero?» mostro la scatola rettangolare, «Dimmi che è un termometro elettrico.»

Lei stringe le labbra, gli occhi celesti sono spenti, tristi, «Invece è proprio quello che pensi.»

Mi cedono le ginocchia.

Porca troia... che bomba! Devo sedermi, prendo posto davanti a lei, sul letto.

Tra di noi, c'è il test di gravidanza.

Positivo.

«Quindi... avremo un'altra mascotte?» sono un po' sconvolta.

«No.»

Questo mi turba di più!

«Cosa? Vuoi farti raschiare dentro?»

La sua espressione muta, «Ma no, prenderò dei medicinali per bocca, sono in tempo.»

«E Jean lo sa?»

Mi fulmina, «Sei scema? Quello ha solo diciott'anni, non gliela metto sulle spalle una cosa del genere.»

Il clacson di un'auto si mette in mezzo, evito di ribattere finché quel coglione non la smette di suonare. Deficiente.

Considero, «Posso dire, che sfiga? Una botta, una tacca.»

Ashley fa una smorfia «Era abbastanza prevedibile, a quest'età abbiamo la fertilità ai massimi livelli.»

«Ma che cazzo, Ash...»

«Ormai è successo, ora devo solo metterci una pezza.»

«Ma sì, devi solo bombardarti di ormoni, o che cazzo è. Che sarà mai?»

«Potresti evitare di terrorizzarmi, per favore?»

Ah, sono un'idiota! Questa qui è incinta, vuole abortire e io la spavento.

Sarà già spaventata di suo. E ora capisco perché evita Jean...

«Mi dispiace non essermene accorta», dico.

Lei sorride, «Diciamo che hai altro a cui pensare, adesso. E poi non mi pare vero di vederti presa bene.»

«Ma tu...»

«Io risolverò, stai tranquilla. Sono già stata al consultorio, devo confermare l'appuntamento che ho preso tra pochi giorni. Ho fatto due test, questo è quello del diciottesimo giorno. Sono tutti positivi.»

Glielo chiedo?

Sì, glielo chiedo.

«Per quanto tempo ancora vuoi evitarlo?»

«Non lo so...» lei ci pensa, «mi sento in colpa a non dirgli nulla, ma penso sia meglio così. Non è ancora il momento per queste cose, di certo non con un ragazzino!»

«Senti... non ti sembra il caso di smettere di chiamarlo così?»

Evita di rispondermi, «Giurami che non lo dirai a nessuno.»

Che fai quando la tua migliora amica ti chiede di giurare di mantenere un segreto?

Giuri.

Che altro vuoi fare?

Che altro vuoi fare?

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