CAPITOLO 5 - Tancredi

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- Chi era? - Vittoria mi fissa con il suo sguardo da cagnolino curioso. - Su, forza, sputa il rospo. -

- Nives. -

- Bel nome. -

- La moglie di Riccardo Costa. -

Il suo sorriso svanisce di colpo. - Cosa!? -

- Calma, è nella mia stessa situazione. -

- In che senso? -

- Nel senso che Riccardo è stato con lei come Federica è stata con me. -

- Non puoi essere serio. -

- Vorrei non esserlo, credimi. - borbotto, sospirando. - Ma purtroppo è la verità. -

- Ed è lei la famosa donna? -

- Non è come hanno fatto intendere Brando e Ascanio. - appoggio il sacchetto che mi ha appena lasciato sul bancone. - Non c'è niente tra me e Nives. -

- Ma ti piace. - ridacchia. - Sei letteralmente corso da lei, quando l'hai vista. -

- Ho quarant'anni, non ho tempo per pensare all'attrazione fisica. -

- Trentanove. -

- Vittoria, no. -

- Dai, provaci almeno! Invitala a cena. O a pranzo. O a colazione. Quello che vuoi. Ma datti una possibilità. -

Nives ha vissuto l'inferno più di me, non posso. - No. -

- Bene, allora convincerò Brando. A lui non dispiacerà e sai bene che la differenza d'età non gli passa neanche per l'anticamera del cervello. -

- Sei seria? -

- Ovvio. -

- Sei peggio di lui e Ascanio messi insieme. -

- Può essere. - indietreggia verso la porta. - Ma ricordati le mie parole! -

- E tu non osare parlarne con il tuo fidanzato! -

- Sarò una tomba! - sventola una mano. - Ciao ciao! -

Ciao un corno. Se dovesse dirlo a mio fratello, poi lo saprebbe anche mia madre, poi i De Luca, poi ancora Arabella, si spargerebbe la voce fino a New York e per tutta Palermo. Già dicono tutti che Tancredi Ferrari è "lo scapolo di Palermo", ci manca solo che inventino qualche storia strana sul mio conto.

Ma Vittoria non ha torto. Sono attratto da Nives, è una bellissima donna, una di quelle rare bellezze senza filtri. È genuina. Vera.

- Pancia mia fatti capanna! - Brando entra nella hall, con un enorme sacchetto di Ninuzza tra le braccia. - Ne porto un paio a mamma, tu ne vuoi una? -

Fisso il mio sacchetto. Quello che mi ha portato Nives, per ringraziarmi e per convincermi a fare colazione. Il me egoista vorrebbe dirgli di portarle anche questa, inventando una scusa stupida. Ma lei non merita la mia indifferenza. - Ne ho già una. -

- Sei andato da Ninuzza? -

- No. -

- E chi te l'ha p... - sgrana gli occhi. - Oh! -

- Cosa? -

- Ho incontrato Nives, poco fa. Te l'ha portata lei, vero? -

- Sì... -

- Non voglio farti passare per idiota, ma sai che sta facendo lei il primo passo con te? -

- Ma quali primu passo? Finiscila cu chiste minchiate. -

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora