CAPITOLO 31 - Nives

75 8 2
                                    

- La pressione è un po' bassa. - tolgo lo stetoscopio dalle orecchie, liberando il braccio della cliente. - Fa troppo caldo, signora, è meglio non uscire nelle ore in cui il sole picchia forte. -

- Ma sono venuta a Palermo proprio per il sole. -

- Al tramonto è molto meglio, mi creda. - le consegno una manciata di caramelle alla liquirizia. - Ne mangi qualcuna. Le faranno bene. E bagni polsi e collo con dell'acqua fredda. Non è estremamente bassa, meglio non ricorrere ad altro. -

- Grazie, dottoressa. -

- Mi chiami, se continua a non sentirsi bene, ok? -

- Va bene. La ringrazio ancora. -

Lascio la sua stanza, chiudendomi la porta alle spalle. Provo sempre una certa emozione, quando qualcuno mi chiama "dottoressa". Alla fine, il mio sogno può ancora in parte continuare. Grazie a Tancredi.

- Come sta? - mi chiede, non appena torno alla reception.

- Un piccolo calo di pressione, niente di grave. -

- Che fine hanno fatto le caramelle alla liquirizia? -

- Le ho prese io. Sono utili per il rialzo pressorio. - rimetto il misuratore di pressione al suo posto. - Le ho detto di non uscire nelle ore più calde e mi ha risposto che è venuta a Palermo proprio per il sole. -

Tancredi scoppia a ridere. - Ovviamente. - guarda poi verso il corridoio. - Ah, ciao mamma. -

Mi irrigidisco. Non devo pensare a quello che ha sognato l'altra notte. Non. Ci. Devo. Pensare. - Buongiorno, signora. -

- Buongiorno. - la signora Ferrari si appoggia al bancone. - Come va qui? -

Non oso rispondere. Ci pensa suo figlio. - Tutto bene. Come al solito. -

- Ho saputo che una cliente non si è sentita bene. -

- Sì...Nives ha già risolto, non preoccuparti. -

- Nives. - sposta lo sguardo su di me. - Qual era il problema? -

- Pressione bassa. Niente di grave. -

- Potresti venire a misurarla anche a me? Ho un po' di capogiri. -

Tancredi è già in allerta. - Non ti senti bene? Cos'è successo? -

- Ho solo un po' di capogiri, non è niente. - si avvia verso l'ascensore.

- Che faccio? - bisbiglio.

- Vai, vai. È innocua, anche se non sembra. -

- Pensi abbia davvero dei capogiri? -

- Non lo so... -

- Vado, allora. - recupero di nuovo il misuratore di pressione e la seguo. Mi sta aspettando nell'ascensore privato. Sono un po' intimorita, ma mi comporterò da medico e andrà tutto bene. Spero.

La salita verso l'ultimo piano avviene nel silenzio più assoluto. Inizio a sentirmi ancora di più a disagio, la morsa alla gola e allo stomaco mi fa respirare a malapena.

La signora Ferrari esce per prima e mi tiene la porta aperta, invitandomi ad entrare in casa. Mi aspetto di trovare chissà cosa, ma l'ambiente che vedo è accogliente e...familiare. Sì, familiare è l'aggettivo giusto.

- Siediti. - mi indica il divano. - Caffè? -

Scuoto leggermente la testa. - No, grazie... -

- Lo so che hai capito. - ridacchia, sedendosi accanto a me. - E no, non ho nessun capogiro. -

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora