CAPITOLO 43 - Nives

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Sono in ansia. Non abbiamo notizie da Michele da troppo tempo. Nemmeno mio padre ha più chiamato e sono passate tre settimane. Ma non ho tempo per pensarci troppo, perché domani partiremo per Zurigo, per la laurea di Brando. Ieri sera ha chiamato suo fratello, nel panico più totale, perché diceva di non ricordare assolutamente nulla, dopo aver studiato giorno e notte.

- Ecco a lei la chiave, signore. - consegno la tessera al cliente che ha appena fatto il check-in. - La appoggi dal lato azzurro sul display e la porta si aprirà in automatico. -

Mi ringrazia velocemente, continuando a fissare il suo cellulare. È chiaramente un uomo d'affari, venuto qui per lavoro. Probabilmente deve incontrare qualcuno.

- Ehilà. - Ascanio compare al mio fianco. - Come va? -

- Bene, è tutto sotto controllo. - gli sorrido, felice di vederlo. - Come sta Vittoria? -

- Abbastanza bene. -

- Abbastanza? -

- Piange spesso...è normale, secondo te? -

Dipende. - In gravidanza si hanno molti squilibri ormonali. -

- Cosa posso fare per aiutarla? -

- Piange molto spesso? - gli chiedo, cercando di non apparire preoccupante. Perché ho capito che c'è qualcosa che non va con Vittoria. E non riguarda me. I suoi occhi e il suo atteggiamento mi dicono molto altro.

- Sì...è per questo che sono preoccupato. -

- Ti dispiace se vado da lei? -

- Ne sei sicura? Insomma, lo dico per te... -

- Non preoccuparti per questo. -

- Beh, allora... - mi scrive l'indirizzo di casa sua su un post-it. - È lì, adesso. -

- Bene. Lo dici tu a tuo fratello? -

Sbianca. - Così mi prenderò io la strigliata? -

Scoppio a ridere. - E va bene, ci penso io. - passo in ufficio, facendo però solo capolino. - Mi assento per un po'. Alla reception c'è Ascanio. -

Tancredi si acciglia, sollevando lo sguardo dalle scartoffie. - Perché? È successo qualcosa? -

- No. -

- Dove vai? -

Ok, forse dovrei entrare. - Da Vittoria. -

- Oh, no, che diamine. - si alza in piedi. - Per farti insultare di nuovo? -

- Certo che no. Ma credo abbia bisogno di aiuto. -

- Che vuoi dire? -

Gli racconto quello che mi ha detto Ascanio. - Insomma, credo soffra di stress post-traumatico. È per questo che ha reagito in quel modo, con me. -

- Ma tu cosa c'entri? -

- Non è più o meno quello che ha subito lei quando è stata rapita? Quello che le diceva Paige? -

- Vuoi dire che tu le hai ricordato quello che le è successo? -

- Esattamente. -

- Nives, sei davvero sicura di quello che stai per fare? -

- Sicurissima. - mi sollevo per baciarlo. - Ci vediamo dopo. -

- Se ci sono dei problemi, chiamami. -

- Sì. - scappo via, prima che me lo impedisca. Da quello che ho capito, l'appartamento non è lontanissimo da qui. Cammino a passo spedito per circa quindici minuti, prima di trovarlo. È un complesso molto moderno. Stona quasi, con l'architettura di Palermo. Ma non mi sarei aspettata un edificio diverso, per Ascanio e Vittoria.

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora