CAPITOLO 50 - Nives

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Rivedere Giulio, dopo avergli urlato contro, è piuttosto imbarazzante. E lui continua a guardarmi divertito, cosa che mi mette ancora più a disagio.

Non mi è mai piaciuto più di tanto, perché lo vedevo troppo simile a Riccardo, ma se è qui per aiutarci davvero, allora farò uno sforzo.

- Grazie per essere venuto di nuovo, Giulio. - Tancredi chiude la porta del suo ufficio. - Ho ordinato tre caffè, per te va bene? -

- Più che bene, grazie. - si sistema sulla sua poltroncina. - Come stai, Nives? -

- Bene. Grazie. -

- Sei più calma, oggi. - ridacchia.

- Penso tu possa capire la mia reazione di quella volta. -

- Certo. Ma se solo mi avessi lasciato parlare, avremmo accorciato di molto i tempi. -

- Devo ricordarti che eri il socio di Riccardo? -

- No, grazie, mi basta averlo vissuto. - si rivolge a Tancredi. - Michele non c'è? -

- Non è potuto venire. - risponde lui. - Ho già anticipato a Nives quello che sai e... -

- Mi hai rovinato la sorpresa, così. - lo interrompe. - Ma va bene comunque. - sposta di nuovo lo sguardo su di me. - So che non ti fidi di me, Nives. Ma vorrei confessarti una cosa, proprio davanti a Tancredi. -

- Cosa? -

- Riccardo mi raccontava dei maltrattamenti. Se ne vantava. E Federica lo "consigliava". -

- Lo consigliava. - mi viene da ridere. - Cosa gli ha consigliato? Sono curiosa. -

- La cantina. -

- La cantina. - ripeto.

- Una volta gli ha anche detto di tagliarti i capelli. Di raderli. -

Guardo Tancredi. Lo ha fatto con lui e voleva che Riccardo lo facesse anche con me. Come si può essere così malati e sadici? - Riccardo non hai mai toccato i miei capelli. Li tirava spesso, ma non hai mai neanche provato a tagliarli. -

- Ha sempre rifiutato quella proposta, infatti. A quanto pare, gli piacevano i tuoi capelli. E a Federica non andava giù. -

Mi acciglio. - Perché? Cosa c'entrano i capelli? -

- Senti, quando me lo ha detto sono scoppiato a ridere, perché pensavo mi stesse prendendo in giro. Ma... - viene interrotto dalla porta. Una cameriera ha appena portato i caffè.

Sono io a prenderli e ad appoggiare il vassoio sulla scrivania. - Continua. -

Prende la sua tazzina, aggiungendoci due bustine di zucchero di canna. - Avevamo bevuto qualche gin di troppo, quindi ero convinto fosse ubriaco. - beve un sorso di caffè. - Quando mi ha mostrato la prova, per poco non sono caduto dalla sedia, però. -

- Continuo a non capire, Giulio. Quale prova? -

- Raccoglieva i tuoi capelli dal cuscino. -

- COSA!? - la voce di Tancredi sale di un decibel. - Scusa, puoi ripetere? -

- Raccoglieva i tuoi capelli, Nives. E li tiene al sicuro in una bustina. Sai, una di quelle per le prove che usano in CSI. -

- Ma... - sono sconvolta anch'io. Non ci ho mai fatto caso. - Ma perché? -

- Per venderli. -

- COME, SCUSA!? - Tancredi sta per avere una sincope. - Si è venduto i suoi capelli? -

- C'è gente che pagherebbe oro per certe cose. E, per gente, intendo i feticisti. -

- È più malato di quanto pensassi. -

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora