CAPITOLO 66 - Tancredi

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Quaranta.

Ho ufficialmente quarant'anni.

Fino a cinque anni fa, non sapevo nemmeno se ci sarei arrivato. Sano di mente, intendo. Invece eccomi qui, pieno di problemi, ma con accanto la donna perfetta. Finalmente. E che presto mi regalerà una delle gioie più grandi di tutta la mia vita.

La osservo incantato, mentre si allaccia gli orecchini davanti allo specchio. Indossa un vestito blu, semplice e senza troppi fronzoli, ma che le sta divinamente. È bellissima. E lo è anche con un sacco della spazzatura addosso. Cosa che non le farei mai indossare, ma il senso si comprende.

E oggi anche lei è la festeggiata.

Voglio passare la serata con lei, senza nessuno intorno. Anche se avrei voluto festeggiare questo traguardo importante con tutta la famiglia, compresi i suoi genitori. Solo che, dopo quello che è successo, non credo sia il caso.

- Sono pronta. - si volta verso di me. - Che ne dici? -

- Sei bellissima. - mi alzo dal letto, per rubarle un bacio. - Possiamo andare? -

- Sì. Ma dobbiamo fare una piccola deviazione all'hotel. -

- Perché? -

- Elena mi ha prestato una cosa e devo ridargliela. -

- Non puoi ridargliela domani? -

- Le serve stasera. -

- Oh. Ok, allora passeremo prima in hotel. - la bacio di nuovo. - Ti ho già detto che sei bellissima, stasera? -

- Sì. - ridacchia. - Ma solo stasera? -

- Sei sempre bellissima, vita mia, ma stasera hai una luce diversa. - le accarezzo la pancia. Ancora non si sente nulla. - Quando inizierà a muoversi, secondo te? -

- Manca poco, fidati. - prende il cappotto. - Andiamo? -

Come promesso, mi fermo in hotel per permetterle di lasciare la famosa "cosa" a mia madre. E non ha voluto nemmeno dirmi cosa sia, oltretutto. Ma cosa potrebbe servire a mia madre stasera? Non capisco...

- Non vieni anche tu? -

- Ma faremo tardi... -

- Ma no! - corre ad aprire la portiera al mio lato. - Fidati, siamo in perfetto orario. Dai, vieni almeno a salutare tua madre. -

Ok, non ha torto. Siamo in largo anticipo e, in più, mamma non la prenderebbe bene se non salissi a salutarla. - Va bene. -

Quando la vedo evitare l'ascensore privato, però, mi acciglio. Dove sta andando? La seguo fino alla sala dei ricevimenti, sempre più perplesso.

- Mi ha detto che l'avrei trovata qui. - spiega, quasi leggendomi nel pensiero. - Vuole organizzare una grande festa per quando nascerà il bambino di Ascanio e Vittoria. -

- Ah... -

- Dici che lo farà anche con il nostro? -

- Non ho dubbi. Ma parla al femminile, per favore. -

- Amore, non sappiamo ancora con certezza se sia femmina o no. -

- Lo so io, però. -

Scoppia a ridere, prendendomi per mano. - Siamo ancora d'accordo sul nome? -

- Assolutamente sì. -

- Bene. - appoggia la mano libera sulla maniglia della porta. - Buon compleanno, amore mio. -

Nel momento in cui la apre, non capisco più niente. Vengo invaso da una vera e propria esplosione di coriandoli dorati, palloncini e qualcos'altro, ma non ho idea di cosa sia. E poi, un forte boato: "BUON COMPLEANNO!".

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora