C'è il caos per tutto l'hotel.
O meglio, per tutto il piano delle suite.
Tancredi ha guidato come un pazzo e, quando siamo arrivati, Brando tremava come una foglia, pronunciando solo parole sconnesse. Era solo sotto shock e penso che la scena lo perseguiterà per un bel po' di notti.
- Avete chiamato un'ambulanza? - chiedo, a quello che credo sia il receptionist. - Stanno arrivando? -
- Sono già venuti, ma lo hanno dichiarato morto. -
Mi inginocchio accanto al ragazzo steso a terra. Avrà poco più di vent'anni. Gli controllo le pupille e già da qui capisco che non è morto per niente. Il polso c'è, anche se debolissimo. Bisogna spingere bene in questi casi e il battito si sente. A malapena, ma si sente.
Sbottono subito la camicia, iniziando il massaggio cardiaco senza pensarci due volte. - Conoscete il suo nome? -
- Gabriele. Era con un amico, che è stato portato via dall'ambulanza. Era sotto shock, credo. -
- Mmh. - mando aria nei polmoni del ragazzo e continuo il massaggio. - Dai, Gabriele. So che puoi farcela. -
- Quindi è vivo? - Tancredi si piazza accanto a me, in piedi. - Non hanno capito che non era morto? -
- Dipende chi lo ha visitato. - smetto con il massaggio e faccio un respiro profondo. - Spostati, per favore. -
Si fa da parte e, in quel momento, decido di applicare il cosiddetto "pugno precordiale" perché Gabriele è appena entrato in arresto cardiaco. Posso applicarlo solo entro e non oltre i trenta secondi da quando inizia, quindi ora o mai più.
Sotto gli sguardi attoniti dei presenti, la parte ulnare del mio braccio (no, esatto, non il pugno vero e proprio, ma il pezzo di braccio tra polso e gomito per capirci) si schianta sul petto di questo ragazzo. Non appena la ritraggo, emette un leggero gemito. - Richiamate l'ambulanza! - ordino. - Tancredi, avete dell'ossigeno? -
- Abbiamo le maschere con il sacchetto. -
Con il reservoir, per l'esattezza. - Andrà bene, per ora. -
Corre a prenderla, tornando quasi subito.
Devo salvare la vita di questo ragazzo, non posso lasciarlo morire. - Forza, Gabriele. - pompo ossigeno nei suoi polmoni, aiutandolo a respirare, mentre con la mano libera gli sento le pulsazioni. Stanno scendendo di nuovo, rischia un altro arresto cardiaco. - Non arrenderti, so che puoi resistere ancora un po'. - quando sento le sirene, rilasso leggermente le spalle. Ora avrà ossigeno vero e riceverà le cure di cui ha bisogno. - Sono qui, ora ti porteranno in ospedale. - non smetto di pompare nemmeno quando arrivano i paramedici. - Ha già avuto un arresto cardiaco. Ha bisogno di ossigeno e cure immediate. Codice rosso. -
Ora mi faccio da parte, per lasciarli fare il loro lavoro. Gabriele resiste per tutto il tempo, muovendo addirittura le dita. Ce la farà, adesso. Se Brando non avesse chiamato, probabilmente sarebbe morto.
Mi massaggio il polso, facendolo scricchiolare appena. Il dolore arriva fino alla spalla. Mi farà penare per almeno tre giorni. - Come sta Brando? -
- Ti fa male il polso? - Tancredi lo prende tra le mani, massaggiandolo al posto mio. È un gesto...inaspettato. - Brando starà bene, era solo spaventato. L'unico morto che ha visto è stato nostro padre, poco tempo fa. -
- Capisco. -
- Ti serve del ghiaccio? -
- No, no. - ritiro dolcemente la mano. - Va tutto bene. -
STAI LEGGENDO
HEAL MY PAIN - Tancredi
RomanceLa vita di Tancredi, primogenito Ferrari, si è interrotta a causa di una scelta disastrosa. Ha deciso di dedicarsi solo al lavoro, perché l'amore lo ha già deluso troppo. Eppure, più si cerca di evitare qualcosa e più quel qualcosa piomba nelle nost...