Non credo di aver mai visto niente di più bello. Ogni sera, da ormai quasi tre mesi, non faccio che ammirare ipnotizzata la mia bambina dormire serena nella sua culla. Ho ancora gli incubi riguardo tutto quello che è successo, ma svegliarmi e vederla accanto a me mi ricorda che ce l'abbiamo fatta. È tutto finito, ora siamo felici e sereni. Giulio è stato arrestato, Federica ha mantenuto la promessa e Riccardo è stato cremato. So che le sue ceneri sono state consegnate a suo padre, che le ha sparse tra le macerie della sua villa a Torino, demolita dalla banca. Quel brutto capitolo della nostra vita, finalmente, si è concluso per sempre.
- Si è addormentata? - Tancredi si appoggia alla mia schiena, baciandomi il collo. - Quanto è bella... -
- Mi sorprende che sia anche così tranquilla. -
- Ha preso tutto da te, per fortuna. Pensa se fosse venuta fuori con solo i geni Ferrari. -
Ridacchio. - Ti darà comunque filo da torcere, un giorno. Mettitelo bene in testa. -
- C'è ancora tempo. - mi tira dolcemente via. - Vieni, ho preparato una cosa per te. -
Lo seguo in cucina, dove trovo la tavola apparecchiata, il baby-monitor acceso e una cenetta niente male. - Cosa ho fatto per meritare questa meraviglia? -
- La lista sarebbe infinita. -
- Addirittura. - gli avvolgo le braccia al collo. - Sei il quasi marito perfetto. -
- Non vedo l'ora di togliere quel "quasi". - mi accarezza i fianchi. - Voglio urlare al mondo intero che sei mia moglie. - si china per baciarmi. - Ti amo, vita mia. -
- Anch'io. - intensifico di proposito il bacio, dato che Dafne dorme. - Puoi mettere la cena in caldo? -
- Non c'è niente che potrebbe raffreddarsi. -
- Meglio, allora. - lo spingo sul divano. - Perché avrei altri piani, prima di mangiare. -
- Ah, sì? - mi regala il suo sorrisetto Ferrari. - Che tipo di piani? -
Mi sfilo la maglietta. Il mio corpo si è ripreso alla grande, sia dallo sparo che dal parto. Ho ancora qualche chilo in più, ma a Tancredi non dispiace affatto. - Non sappiamo quanto potrebbe durare il sonno della nostra bambina, no? -
- No, è imprevedibile... -
- Appunto... - gli tolgo la camicia. - Quindi sarebbe stupido perdere tempo, non credi? -
- Mai stato più d'accordo. - mi aiuta a liberarmi dei pantaloncini, mentre io mi occupo dei suoi jeans. Alla fine, ci ritroviamo nudi, uno sopra l'altra, a corto di fiato senza nemmeno aver iniziato. Ma è sempre così. C'è sempre quel breve momento di affanno, fatto di sguardi e promesse silenziose. - Sei bellissima... -
- Ho le occhiaie... -
- Io non le vedo. - si china a baciarmi di nuovo. - Non vedo alcun tipo di difetto... -
- Adulatore. - ridacchio, allacciandogli le gambe attorno ai fianchi. - Chissà se la penserai ancora così, tra vent'anni. -
- Ti vedrò meravigliosa anche quando saremo due vecchi decrepiti. - passa una mano dietro la mia coscia. - Ma adesso smettila di parlare. Lo hai detto tu che sarebbe stupido perdere tempo. -
- Agli ordini. - mi tappo la bocca premendola contro la sua, mentre lo sento scivolare dentro di me. Non posso fare a meno di gemere e neanche lui riesce a trattenersi. Muove lentamente i fianchi, permettendo ad entrambi di assaporare il contatto meraviglioso dei nostri corpi. Si spinge a fondo, dandomi un piacere sempre più crescente.
- Potevi dirlo che mi volevi così tanto. - ridacchia.
- Potrei dire lo stesso di te. -
- Touché. - mi allarga un po' di più le gambe, aumentando la velocità delle spinte, mentre con il pollice inizia a tracciare dei piccoli cerchi sul mio clitoride. Mi tappo la bocca con una mano, per evitare di urlare e svegliare Dafne. Ma i gemiti rauchi che escono dalla mia gola non fanno che eccitare ancora di più Tancredi. Inizia ad ansimare e gemere, muovendosi sempre più velocemente e con potenza maggiore. Raggiungo il limite, l'orlo del baratro, fino a sentirlo esplodere dentro di me. Lo seguo subito dopo, inarcando la schiena. Quando mi crolla addosso, gli passo una mano tra i capelli leggermente sudati. E impieghiamo un bel po' a riprendere fiato.
STAI LEGGENDO
HEAL MY PAIN - Tancredi
RomansaLa vita di Tancredi, primogenito Ferrari, si è interrotta a causa di una scelta disastrosa. Ha deciso di dedicarsi solo al lavoro, perché l'amore lo ha già deluso troppo. Eppure, più si cerca di evitare qualcosa e più quel qualcosa piomba nelle nost...