CAPITOLO 44 - Tancredi

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Brando sta discutendo la sua tesi, in tedesco, incentrata sul design di niente meno che gli Heal Hotel sparsi per il mondo. L'unico a capire cosa dica sono io e la cosa sembra far impazzire Ascanio.

- Che sta dicendo? - bisbiglia. - Non capisco niente. -

- Sta parlando del design dei nostri hotel. -

- E? -

- Sono molti termini tecnici, non capiresti niente comunque. -

- Ma voglio sapere. -

- Shh. - gli do una gomitata. - Zitto, o ci sbattono fuori. -

- Ma non poteva discuterla in italiano? -

- Zitto, ho detto. -

Nives mi tira appena la mano. - Fate silenzio. -

Il mio fratellino arriva alle battute finali, prima di scendere dal leggio e raggiungere la commissione. Sempre in tedesco, gli conferiscono la laurea in architettura, indirizzo interior design, con il massimo dei voti e la lode.

Lo riferisco alla famiglia, che inizia a battere le mani assieme al resto dei presenti. Lancio un'occhiata ad Ascanio, che come me ha le lacrime agli occhi.

Per Brando questo giorno non è facile e nemmeno così allegro come si potrebbe pensare. Alla mia laurea, papà era presente. A quella di Ascanio anche, nonostante solo due giorni dopo gli sia stato diagnosticato l'Alzheimer. Era lì con noi e per noi, a fare il tifo e a sistemarci la corona d'alloro sulla testa.

Oggi, invece, papà non c'è. Fisicamente.

Ma ci siamo noi due.

Parlo per me, ma so che Ascanio la pensa allo stesso modo. Sono orgoglioso di Brando. Ed è un tipo di orgoglio che va ben oltre quello di un fratello maggiore. Il bambino che veniva da me, perché aveva paura dei tuoni, è adesso diventato un giovane uomo che ha realizzato il primo dei suoi tanti sogni nel cassetto. Ed io sarò sempre lì, ad un passo da lui, pronto ad aiutarlo se mai dovesse averne bisogno. Continuerò a prenderlo per mano per non farlo cadere. Continuerò a spazzare via le sue paure. Continuerò ad essere non solo suo fratello, ma anche suo padre. Finché lui lo vorrà e finché la vita me lo permetterà.

- Il mio bambino... - mamma corre ad abbracciarlo, non appena ci raggiunge. - Non ho capito niente di quello che hai detto, ma sono così orgogliosa di te. -

- Grazie. - la bacia sulla guancia. - Andiamo fuori, dai. -

Usciamo nel cortile dell'università. Il freddo svizzero ci colpisce con violenza. Rabbrividisco, sentendo anche Nives fare lo stesso. - Hai tanto freddo? - le chiedo.

- No, mi ha solo colta di sorpresa. Dentro era molto caldo. -

- Già... - la stringo a me, cercando di scaldarla.

- Bene, ora che siamo da soli... - Brando prende la sua tesi in mano. La copertina è blu, come il suo completo. - ...direi che è il momento dei ringraziamenti. -

- Aspetta! - Ascanio si avvicina a lui con la corona d'alloro. - Prima questa. Vieni, Tan. -

Lo raggiungo, aiutandolo a sistemargliela sulla testa, prima di abbracciarlo. - Sono fiero di te... -

- Ok, devo leggere. Non fatemi piangere, però, va bene? - si schiarisce la voce, aprendo le ultime pagine. - Non è facile scrivere questa sezione della tesi. Oggi, come non mai, sento ancora di più la mancanza di quella parte di me che è morta assieme a mio padre. È a lui che dedico questo traguardo. A lui che non era qui fisicamente, ma che è riuscito comunque a farmi sentire la sua presenza. -

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora