CAPITOLO 63 - Nives

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Non riesco a credere che Giulio sia morto. E, per di più, Tancredi me lo tiene nascosto da due settimane. So che probabilmente lo ha fatto per proteggermi e per non farmi preoccupare troppo, ma avrei voluto saperlo comunque. Riccardo riguarda tanto me quanto lui, siamo sulla stessa barca.

- C'è qualcosa che non va? - Ascanio si appoggia al bancone, guardandomi con la testa inclinata. - Sei silenziosa, oggi. -

- Non è niente. - fingo. - Ho solo dormito poco. -

- Ha già iniziato a muoversi? -

- Ancora no. - sfioro delicatamente la mia pancia. - Ma non manca molto. -

- Sai, mi sembra ancora un sogno che Tancredi stia per diventare padre. - sorride. - Lo ha sempre desiderato, ma con Federica aveva paura di mettere al mondo un bambino che non avrebbe ricevuto l'amore che meritava. -

Lo stesso motivo per cui non ho voluto figli con Riccardo. - Forse siamo andati un po' di corsa, però. -

- A mio fratello non interessa più il tempo. - si raddrizza. - Conosci "La persistenza della memoria" di Dalì? -

- Certo. -

- Sai cosa nasconde? -

- Che vuoi dire? -

- Il titolo originale era "Orologi molli". -

- Ah sì, ne avevo sentito parlare. -

- Ma il fattore "tempo", nel quadro, non ha nessun significato. -

Questo non lo sapevo. - Racconta, ora sono curiosa. -

- Dalì lo ha realizzato perché aveva mangiato formaggio, quella sera, pare Camembert, e nel momento in cui doveva uscire con la moglie e alcuni amici, non si è sentito bene. Aveva un forte mal di testa e, quel dolore, ha come creato una visione nel suo cervello. È nato così il quadro. -

- Quindi, è una sorta di rappresentazione di quella visione. -

- Esattamente. - prende una caramella dal vasetto della reception. - Non gli è mai importato del tempo e vale lo stesso per Tancredi. Ne ha perso talmente tanto, quando era a Torino, che adesso non ci pensa più. -

- Parlate di me, per caso? - il diretto interessato esce dal suo ufficio, passandosi una mano tra i capelli biondi. Tra meno di due settimane compirà quarant'anni, eppure è incredibilmente attraente. E non li dimostra, soprattutto.

Io ne compirò trentotto...cavolo.

- Beh? - mi massaggia dolcemente le spalle. - Stavate sparlando di me? -

- Le stavo parlando di arte. Cosa che tu non fai mai, fratello mio. -

- Da quando sei esperto di arte, tu? -

- Essere amico di James serve a qualcosa, ogni tanto. -

James De Luca. Il mafioso. Rabbrividisco solo a pensarci. Non ho niente contro di lui, non lo conosco nemmeno, però...beh, devo ringraziare Riccardo, tanto per cambiare, se ho paura di qualunque cosa adesso.

- Quindi, vi mettete a chiacchierare anziché lavorare, eh? - ci prende in giro. - Bene, bene, questa me la segno. -

- Quanto sei noioso, vecchiaccio. -

- Non sono un vecchiaccio. -

Ascanio gli dà un colpetto sul braccio. - Ricordami quanti anni compi tra dodici giorni, ti prego. -

- Trenta, con dieci d'esperienza. -

- Questa è bella. - ridacchia.

- Ehilà! - Brando sbuca dal corridoio della hall. Ha dormito da Elena, ieri notte. Lui e mia sorella hanno discusso pesantemente, li abbiamo sentiti litigare per un bel po'. Sapevo che sarebbe finita così, non potranno mai andare d'accordo. Sono entrambi troppo esuberanti e orgogliosi.

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora