CAPITOLO 62 - Tancredi

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MICHELE: Giulio è morto. Si è impiccato nell'ufficio di casa sua.

Tutti i contratti falsi sono spariti.

Fisso impietrito lo schermo del mio cellulare, senza riuscire a compiere il minimo gesto. Non è possibile. Ditemi che è solo un brutto sogno e che sto per svegliarmi.

Ma non è un brutto sogno.

Questo orrore è la realtà.

Forse ho sottovalutato Riccardo. Forse non lo conosco nemmeno come credo. Forse...forse avrei davvero dovuto chiedere aiuto ai De Luca. Ma non voglio spargimenti di sangue, perché è così che finirebbe se dovessi metterli in mezzo.

- Eppure un morto c'è... - bisbiglio, passandomi una mano sul viso.

Non so davvero cosa fare, adesso. So per certo che Giulio non si è impiccato di sua spontanea volontà. So che c'entra Riccardo, indirettamente o...direttamente.

Ma arriverebbe a tanto, pur di vincere?

- Certo che arriverebbe a tanto. - mi rispondo da solo. - Ha quasi ucciso Nives, in fondo. -

Nives.

Non deve saperlo. Non ora che è incinta. Non posso permettere che succeda qualcosa a lei e al bambino.

Salto sulla sedia, quando il cellulare inizia a squillare. È Michele.

- Tan, puoi parlare? -

- Sì... -

- Hai letto il mio messaggio? -

- Purtroppo sì. -

- Riccardo ha fatto sparire tutti i contratti. Nel vero senso della parola. -

- Che vuoi dire? -

- Li ha bruciati. Non abbiamo più prove, ormai. Almeno, non per incastrarlo con la multinazionale. -

- Cosa possiamo fare? Non so dove sbattere la testa. -

- Pensiamo ad annientarlo per ciò che ha fatto a... -

- Mi hai detto che le prove non bastano! - sbotto. - Serve la sua confessione. - mi sfugge una risata amara, o forse di frustrazione. - E non è così stupido da servircela su un piatto d'argento. -

- Lo so. -

- Quindi nemmeno tu hai un piano. -

- Non proprio. Vorrei chiedere aiuto ai piani alti, ma è probabile che qualcuno li abbia già interpellati. -

- Sicuramente. -

Lo sento picchiettare la penna sulla scrivania. - Non so, Tan, sento che c'è qualcosa che non torna. -

Mi acciglio. - In che senso? -

- Giulio aveva detto di avere i contratti falsi in casa sua? -

- Tu mi avevi detto che teneva da qualche parte i documenti originali, no? -

- Sì, ma Giulio mi aveva detto di non tenerli in casa. Li aveva nascosti in una cassaforte della banca. -

- Pensi che Riccardo abbia corrotto anche la banca? -

- Potrebbe averci provato, ma dubito abbiano commesso un reato così grande. -

- Temo di non seguirti, adesso. -

- Premetto che è solo una semplice ipotesi, ma ascoltami bene: Giulio è venuto qui a confessare tutto, Riccardo lo ha scoperto ed è andato da lui. Hanno discusso, Giulio ha fatto intendere che i contratti non si trovavano in casa sua, allora Riccardo è andato dalla banca per cercare di corromperli e farseli consegnare, ma ha fallito. Quindi torna da Giulio, discutono di nuovo, lo droga e lo impicca, facendo credere a tutti che sia stato un disperato gesto volontario perché non poteva più lavorare a causa sua. Poi prende dei fogli alla rinfusa, li getta sul tavolinetto da caffè e li brucia, così noi crederemo che sono i contratti falsi e ci arrenderemo. -

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora