CAPITOLO 58 - Tancredi

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Se la rabbia potesse avere un nome, adesso quel nome sarebbe il mio.

Vedo rosso. Anzi, vedo nero. Nero come l'abisso in cui tutto il mio buonsenso è appena sprofondato.

Afferro il cellulare, stringendolo con così tanta forza da temere di frantumarlo. Rileggo più e più volte il messaggio, improvvisamente seguito da un secondo.

Mi riprenderò anche Sophie. Ho capito i vostri giochetti, volete trasferirla a Palermo. Dì a Ferrari che non ci riuscirà. Ah, no, aspetta...lui non sa dei miei messaggi, vero? Pensa quando lo scoprirà. Sei convinta di avere al tuo fianco il protagonista buono, mentre io sarei il cattivo della storia. Presto ti accorgerai del tuo errore, fiocco di neve. Tancredi non è come si comporta con te. Ha anche lui un lato oscuro. Tutti ne abbiamo uno. Lui sa solo nasconderlo bene.

- Figlio di puttana. - schiaccio l'icona con il suo numero, avviando una chiamata. Conto gli squilli che mi separano dalla sua voce del cazzo. Non risponde. Ripeto l'operazione. Niente. Di nuovo. - Ti chiamerò finché non risponderai, Costa. - ringhio, richiamandolo ancora e ancora. Alla fine, qualcuno ha finalmente il coraggio di rispondere.

Ma non è Riccardo.

- Ma che insistenza, Nives... - Federica ridacchia. - Hai preso coraggio tutto in una volta? -

- Passami Riccardo. -

C'è una breve pausa. - Tancredi? -

- Passami Riccardo. - ripeto. La mia voce è glaciale, temo il peggio. Potrei seriamente esplodere da un momento all'altro.

- Bene, bene, bene. - è lui a parlare adesso. - Ora controlli anche il suo cellulare? E poi sarei io il lupo cattivo, eh? -

- Pensi davvero che Nives sia così stupida? - mi viene da ridere. - Povero, piccolo, stronzo illuso. -

- Nives è un'ingenua. Ha paura di tutto, anche di dire una minima parola fuori posto. Non si difendeva nemmeno, quando le davo una lezione. Un po' come te con Federica, no? Neanche tu ti difendevi. Ti lasciavi torturare a suo piacimento, per poi fare la vittima traumatizzata. Siete due esseri senza spina dorsale, Ferrari. Tu più di lei. -

- Io non ho bisogno di giochetti mentali e minacce, per distruggerti. Chi è senza spina dorsale, Costa? Tu sei un fallito. Tuo padre non voleva nemmeno affidarti la multinazionale, perché sapeva che l'avresti portata alla rovina. Ed è quello che stai facendo. -

- Oh, quasi quasi potrei mettermi a piangere. Che cattivo che sei, Ferrari. Davvero cattivo. - scoppia improvvisamente a ridere. - Nives è mia, Tancredi. MIA. Legalmente, fisicamente, sotto ogni aspetto appartiene a me. -

- Solo legalmente, per ora. Ma ancora per poco. -

- Certo, credici pure. Non puoi nulla contro di me, Tancredi. Nives tornerà qui. Potrei usarla come schiava. O licenziarle la colf e metterla al suo posto. Una volta che sarà nelle mie mani, potrò fare di lei tutto ciò che voglio. E tu non potrai fare niente, perché sarai già annientato in quel momento. -

Il solo pensiero, fa aumentare di intensità il velo rosso davanti ai miei occhi. Non toccherà mai Nives. Non toccherà né lei, né la nostra bambina. Dovrà passare infinite volte sul mio cadavere, perché ciò accada. - Non sono uno che ripete le cose, Costa, perciò ti conviene ascoltarmi bene. Potrai avere tutti i contatti che vuoi, potrai mettere in mezzo anche la mafia e l'Onnipotente, ma non vincerai mai contro di me. Dovrà nevicare all'inferno, perché tu possa arrivare a Nives. -

- Toglierti di mezzo sarà un gioco da ragazzi. E non dovrò nemmeno sfiorarti con un dito, Ferrari. Poi mi occuperò di Nives. La torturerò. Dovrà implorarmi in ginocchio di smettere. E nemmeno in quel momento mi fermerò. -

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora