Ora lo sa anche lei.
Ma perché non mi sento sollevata?
- Nives? - la sua voce è quasi robotica. Non so se sia solo sconvolta, o c'è dell'altro. - Nives? -
Non rispondo. Non ci riesco, adesso. O forse non voglio.
- Non sono stata una buona madre con te. Solo perché sei arrivata quando io non volevo... - si volta verso di me, ma non ricambio il suo sguardo. - Non hai avuto niente, rispetto a Sophie. Ero persino contraria a farti studiare medicina. Se tuo padre non avesse insistito...ma adesso...è così grave? -
Mi tocco istintivamente i polsi. I tendini non reggerebbero mai il peso di una lunga operazione. Ho una scarsa mobilità. Non posso farli ruotare. Quando lavoravo in pizzeria, si gonfiavano così tanto da diventare quasi violacei.
- Sì, è così grave. - sospira. - Io...non posso neanche immaginare cosa...quanto dolore tu... - non riesce a parlare. Forse è davvero sconvolta. - Ha ammesso di averti solo usata...non pensavo potesse... -
- Tenga. - Tancredi le porta un bicchiere d'acqua. - Beva un po'. -
- Grazie... - lei lo prende con le mani tremanti, ma ne beve a malapena un paio di piccoli sorsi. - Mi dispiace per quello che ho detto. Io...non sono così. -
- L'ho sempre saputo. È solo l'influenza di Riccardo. -
- Avrei potuto evitare tutto questo... -
- Non si può tornare indietro, signora Scott, ma si può cambiare il presente. -
Si volta di nuovo verso di me. - So che non riuscirai mai a perdonarmi. -
- Dalle un po' di tempo, Giulia. - papà va a sedersi accanto a lei. - Per lei non è stato facile nemmeno mantenere il segreto. -
- Lo so... -
- Ma adesso ha Tancredi. - lo indica, con un sorriso. - Non ho mai visto i suoi occhi brillare tanto, come quando l'ho vista con lui la prima volta. -
Credo che adesso non si noti più di tanto, purtroppo, anche se è la verità.
- Come ho potuto essere così cieca... -
Tancredi si accovaccia davanti a lei. - Signora Scott... -
- Giulia. - lo corregge.
- Giulia, credimi, a tutto c'è rimedio... -
- No. - la mia voce sembra provenire da un altro corpo. Non mi sento più io. Sto cadendo di nuovo in quell'abisso in cui mi aveva gettata Riccardo. - No. -
- Nives... - si avvicina a me, prendendomi il viso tra le mani. - Cosa mi hai detto, quando ho discusso con Vittoria? Che non dovevo allontanarmi di nuovo dalla mia famiglia. Giulia è tua madre. Ha sbagliato, si è lasciata manipolare da Riccardo, ma rimane... -
- Non è stata mia madre. - lo interrompo. - Sono stanca di perdonare tutti... - singhiozzo. - Sono stanca... -
- Lo so, amore mio. - mi abbraccia. - Mi dispiace... -
- Nives, io... - mamma cerca di toccarmi, ma mi allontano sia da lei che da Tancredi. - So che sono imperdonabile, ma lascia che rimedi. -
- Rimediare?! - le mostro i polsi. - Le vedi queste cicatrici? Ogni maledetto giorno mi ricordano quello che mi ha fatto e quello che io non potrò più fare. Quante volte ho cercato di chiederti aiuto? Quante, mamma? Ti indicavo Riccardo, quando raccontava quello che mi faceva dicendo che in realtà ero stata io a farmelo. - sollevo la mano, piegando il pollice verso il palmo. - Guardi la TV, eppure non hai mai capito che questa era una richiesta di aiuto per violenza domestica. Mi vedevi con il labbro spaccato, i lividi sul viso e sulle braccia, ma continuavi a credere a lui! Quante cose orribili mi hai gettato addosso? Mi hai detto che non sono stata nemmeno capace di diventare madre. "Povero il bambino che avresti partorito". Te lo ricordi? Mi hai anche dato della puttana. E adesso pretendi che io ti perdoni? Che ti permetta di rimediare? Non c'è perdono. E nemmeno rimedio. - apro la porta. Non pensavo di poterlo mai fare, ma sta succedendo davvero. - Vattene. -
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HEAL MY PAIN - Tancredi
RomanceLa vita di Tancredi, primogenito Ferrari, si è interrotta a causa di una scelta disastrosa. Ha deciso di dedicarsi solo al lavoro, perché l'amore lo ha già deluso troppo. Eppure, più si cerca di evitare qualcosa e più quel qualcosa piomba nelle nost...