CAPITOLO 75 - Nives

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Tancredi si è addormentato sulla sedia, con la schiena curva e la testa appoggiata alla mia mano. Temo non sarà felice, al suo risveglio. Gli ho detto di andare a casa, ma ha insistito per rimanere qui. È vero, Giulio e Federica non sono ancora stati trovati, ma Riccardo ormai non c'è più.

Nonostante tutto quello che mi ha fatto, mi dispiace che sia morto. Ero davvero innamorata di lui, all'inizio, quando mostrava la maschera da uomo perfetto, gentile e premuroso. Poi è cambiato. O meglio, ha rivelato il suo vero volto. Il volto di un uomo malato, sadico, malvagio, manipolatore. Ha trascinato con sé tutti, da Federica, passando per Giulio, fino ad arrivare a Giulia. Mia madre. Il nostro rapporto, come tutti sanno ormai, non era rose e fiori. Con lui di mezzo, però, è andato a peggiorare sempre di più, fino a sgretolarsi del tutto. Non riuscirò mai a perdonarla, purtroppo. Con lei non potrà mai esserci un miglioramento. La strada è piatta, adesso, non ci sono né salite né discese. Non riesco più neanche a chiamarla "mamma". Se solo fosse stata dalla nostra parte, non avrei rischiato di perdere Dafne. Per fortuna, i calci di Riccardo non le hanno fatto del male. Ho cercato di proteggerla più che potevo e pensavo di aver fallito anche in questo, invece è andato tutto bene. La mia bambina è sana, io sono ancora viva e presto potrò assaporare finalmente questa nuova vita con l'uomo che amo e che mi ama, mi rispetta e quasi mi venera. Adoro ogni sfaccettatura del suo essere. E, anche se fossi morta, avrei lasciato Dafne in ottime mani. Con lui, nulla avrebbe mai potuto ferirla. Però, sono felice di essere ancora qui, perché potrò vivere anch'io tutto questo. E non vedo l'ora.

- Ahia... - Tancredi gira la testa, massaggiandosi il collo. - Minchia, chi duluri... -

- Lo sai che non sei più un giovincello, vero? - ridacchio.

- Sei ancora sveglia? -

- Non riesco a dormire. -

Si raddrizza, dolorante. - A cosa pensi? -

- Un po' a tutto. Ma pensavo in particolare alla nuova vita che ci aspetta. -

- Non vedo l'ora di averti a casa, tutta per me. -

- Anch'io. -

Sbadiglia, stiracchiandosi. - Mmh...mi fa male tutto... -

- Dovresti andare a casa e dormire in un letto. -

- Non se ne parla. -

- Domani verrà Elena, o al massimo mia sorella. Tu andrai a casa a riposare, punto. E non accetto risposte negative. -

Scoppia a ridere. - Era un ordine, per caso? -

- Assolutamente sì. -

Viene a rubarmi un bacio. - Mi piace questo lato nascosto. -

- Lo scoprirai quando sarà nata Dafne. - ridacchio. - Perché non vai almeno a prenderti un caffè? Ne hai bisogno. -

- Ma non voglio lasciarti da sola. -

- Sarà al massimo per dieci minuti. Vai, su. -

- Va bene. - mi bacia di nuovo, prima di alzarsi. - Vuoi qualcosa anche tu? -

- Per ora no, grazie. -

- Torno subito. -

Quando mi ritrovo da sola, i miei pensieri riprendono da dove si erano interrotti. Vorrei iniziare a preparare la stanza di Dafne, non abbiamo avuto tempo di comprare nulla. E mi rifiuto di decorarla con oggetti e mobili rosa. Vorrei dei toni neutri, ma che siano comunque femminili. E non abbiamo nemmeno la carrozzina. E ci serve un'altra macchina, devo ricominciare a guidare. Tancredi non potrà sempre accompagnarmi ovunque, ho la patente, devo solo ricordare come si fa. Riccardo non mi permetteva di fare nulla, sono costretta ad imparare tutto nuovamente da capo.

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora