CAPITOLO 8 - Nives

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- Dove mi stai portando? -

Tancredi appoggia una mano sul cambio, tenendo l'altra sul volante. - A Cefalù. -

- Davvero? -

- Sì. Sei mai stata lì? -

- No. Non sono mai uscita da Palermo, da quando mi sono trasferita. -

- Buono a sapersi. - ridacchia. - Siamo quasi arrivati, comunque. Mancano una decina di minuti. -

Si fanno tante cose in dieci minuti. E le penso da quando l'ho baciato, un'ora fa a casa mia. È stato impulsivo, ma a lui non sembra essere dispiaciuto. Anzi, ha prolungato il più possibile il bacio. - Come mai hai scelto proprio Cefalù? -

- Il proprietario del ristorante è un mio vecchio amico che ama la discrezione, tanto quanto la amiamo noi due. -

- Ho capito. - gli sorrido, grata. - Ma Brando, in tutto ciò? -

- Tranquillo e beato alla reception. -

- Sei crudele. Lo hai fatto di proposito, vero? -

- Assolutamente sì. -

Scoppio a ridere. - Tancredi! -

- Cosa? È fortunato che lo abbia inchiodato alla reception e non al piano delle suite. -

- A proposito... - torno subito seria. - Hai notizie di quel ragazzo? -

- Ho chiamato l'ospedale e avevi ragione, ha avuto un overdose. Ma è stabile e, a quanto pare, la sua famiglia ne era già a conoscenza. Hai mai sentito parlare dei Pistorio? -

- Intendi Emanuele Pistorio? L'imprenditore edile? -

- Esattamente. Gabriele è suo figlio. -

- Posso dire che non mi sorprende? -

- Nemmeno a me, se proprio vuoi saperlo. - svolta in un lungo viale delineato da alberi di melograno. È...bellissimo. - Eccoci. -

Non appena scendo dalla macchina, vengo investita da una leggera e fresca brezza marina. Sento le onde che si infrangono sugli scogli, dall'altro lato della strada. Il giardino in cui ci troviamo è mozzafiato, con solo un tavolo apparecchiato per due. La prenotazione riporta il cognome "Ferrari".

- Ho pensato che un po' di privacy sarebbe stata l'ideale. - Tancredi si ferma accanto a me. Nonostante la sua giacca, riesco a sentire il calore emanato dal suo corpo imponente. - Ma se vuoi cenare in compagnia, non c'è problema. -

- No, è perfetto così. -

- Ottimo, allora. -

- Ah, Tancredi! - un uomo visibilmente più grande di età, rispetto a lui, si avvicina e lo abbraccia. - Non ti fai vedere mai. -

- E chi ha tempo? -

- Come ti capisco. - mi tende la mano. - Andrea, molto lieto. -

Gliela stringo, con un sorriso. - Nives. -

- Accomodatevi, manderò subito qualcuno a servirvi da bere. - dà una pacca sulla spalla di Tancredi. - Lasci fare a me, o decidi tu? -

- Direi che c'è una persona con la precedenza. -

- Signorina... -

- Faccia lei, Andrea. -

- Benissimo! - si sfrega le mani, ridacchiando. - Stiamo sperimentando un nuovo menù e, ahimè per voi, sarete le mie cavie questa sera. -

Tancredi alza gli occhi al cielo. - Povero me. -

- Su su, mettiti seduto e fidati del tuo vecchio amico. - fa un piccolo inchino nella mia direzione. - Mettetevi comodi, intanto. -

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora