CAPITOLO 37 - Tancredi

78 10 3
                                    

Poche volte, in tutta la mia vita, sono stato così...furioso. Vedo rosso, vorrei spaccare tutto. È notte fonda, non so nemmeno che ora sia. La casa è completamente silenziosa, a parte il leggero respiro di Nives. Vederla venire attaccata ingiustamente, per delle stupide voci false e per una collana che è sempre appartenuta a me, è stato assurdo. Non mi sarei mai aspettato un tale colpo basso da parte di Vittoria, sono sconvolto. Quello che le ha detto è stato terribile, nemmeno Paige sarebbe mai stata in grado di arrivare a tanto. E poi, l'allusione ai polsi spezzati. Quella è stata davvero la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non avrei voluto alzare la voce, ma ne avevo abbastanza. Non potevo sopportare quelle accuse contro la donna che amo. La donna che, inconsapevolmente, mi ha salvato la vita.

Nel parcheggio cercava di strapparsi la collana dal collo. Faticava a respirare, era completamente nel panico. Mi faceva impazzire vederla in quello stato.

- Mi dispiace tanto... - bisbiglio, accarezzandole i capelli.

È profondamente addormentata e fino a domani mattina non si sveglierà. Le ho dato un bicchiere d'acqua, versandoci all'interno cinque gocce di un sonnifero leggerissimo che prendevo quando vivevo a Torino. Era talmente stanca, mentalmente, da essere crollata nel mondo dei sogni nel giro di qualche minuto.

- Prometto di tenerti sempre al sicuro, amore mio... -

Non è giusto quello che sta subendo. Prima Riccardo, poi sua madre, poi di nuovo Riccardo e adesso Vittoria.

Non lo accetto. Non lo permetto. Non lo tollero.

- Tan? - Brando fa capolino dalla porta. È venuto a dormire qui, alla fine. - Sei sveglio? -

- Sì... -

- Puoi venire? -

Bacio Nives sulla fronte, prima di raggiungerlo. Mi chiudo la porta alle spalle, per evitare rumori. - Che succede? -

- Andiamo di sotto. -

Lo seguo fino in soggiorno, dove ci sediamo sul divano. - Che c'è, Brando? -

- Non abbiamo avuto modo di parlare, prima... -

- Non era il momento. -

- Lo so... - abbassa lo sguardo. - Non so cosa le sia preso. A Vittoria, intendo. -

- Non lo so nemmeno io, ma non ho apprezzato per niente. -

- Perché ha detto quelle cose? E che diavolo le importa della collana? È sempre stata tua, lei lo sapeva. -

- Non lo so, Brando. Evidentemente teme di avere concorrenza, non so che dirti. -

E invece lo so eccome. Non ha avuto il suo momento di gloria per l'annuncio della gravidanza. Nessuno le ha fatto domande, perché le facevano a Nives.

- Quando ha parlato del dito spezzato... - Brando sospira pesantemente. - Nives si è toccata subito i polsi. Mi è dispiaciuto così tanto per lei... -

- Quella è stata la parte peggiore. -

- No, la parte peggiore è stata vederla nel parcheggio. Cercava di...strapparsi la collana dal collo. -

- Ha avuto un attacco di panico, non riusciva a respirare. - stringo istintivamente i pugni, ricordando la scena. - Mi dispiace dirlo, Brando, ma Vittoria è nella mia lista nera, adesso. -

- No, lo capisco... - mi mette una mano sul braccio. - Io...voglio bene a Nives. Credo di avergliene voluto fin dal primo momento. È la donna giusta per te, vedo quanto ti fa stare bene. Meriti questo amore, Tan. Davvero. -

- Vieni qui. - lo tiro contro di me. - Ogni tanto torni bambino, lo sai? -

- In che senso? -

- Eri così, quando avevi cinque anni. Spesso avevi paura del temporale e venivi a rifugiarti nel mio letto. Io ti consolavo e adesso sei tu a consolare me. Si sono invertiti i ruoli. -

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora