CAPITOLO 10 - Nives

90 9 5
                                    

Il sabato sera è sempre infernale, in pizzeria. C'è stato un viavai incredibile di persone, tra turisti e locali. Sono stanchissima, mi fanno male i piedi. E i polsi, accidenti. Mentre mi avvio verso casa, cerco di massaggiarli in punti strategici, senza troppo sollievo però. - Cavolo... -

- Sono un ottimo massaggiatore, sai? -

Mi fermo, sentendo la voce di Tancredi. Non mi ero neanche accorta di essere appena passata davanti l'hotel. È appoggiato alla porta, come...ad aspettarmi.

- Vieni qui. - allarga le braccia, dove mi rifugio immediatamente. - Serata impegnativa? -

- Molto. - sospiro. - Ma che ci fai qui fuori? -

- Ti stavo aspettando. -

Non mi sbagliavo, allora. - Vuoi rapirmi? -

- Può ess... - il suo cellulare inizia a squillare, interrompendolo. - Scusa. -

- Rispondi, non preoccuparti. -

- Pronto? Ciao, An...COSA?! - scatta sull'attenti. - DOVE? ARRIVO! SI, SI, ARRIVO! -

- Che succede? -

- Mio fratello...mio fratello... - corre verso il parcheggio, trascinandomi con sé. - Vieni con me, per favore! -

- Ma cos'è successo? - salto in macchina con lui. - Cos'ha fatto tuo fratello? -

- Ha appena...avuto un incidente... -

Non vedo neanche il tragitto, per quanto va veloce.

- Mio Dio... - i miei occhi si soffermano su una Ferrari completamente distrutta. E il mio istinto di medico mi fa scendere in un lampo. Sento una donna urlare e piangere. - ASCANIO! TI PREGO, NON LASCIARMI! -

Ascanio. L'altro fratello.

Tancredi mi sfreccia accanto, correndo come un matto. - VITTORIA! ASCANIO! -

- TANCREDI! -

L'ambulanza arriva subito dopo e faccio segno ai paramedici di sbrigarsi. - QUI! QUI! CODICE ROSSO! - tiro via Tancredi. - Lasciali lavorare... -

- ASCANIO! - scuote suo fratello, completamente privo di sensi. Dalle condizioni della sua gamba, temo abbia il femore rotto.

- Vieni... - lo porto verso la macchina. - Li seguiremo. Dovrà sicuramente essere operato, ma non è grave. Ha il femore rotto e trauma cranico-toracico, ma starà bene. -

- Come fai a saperlo? -

- Non era troppo pallido. Lo riconosco da quello. -

Rimane incollato all'ambulanza per tutto il tragitto fino all'ospedale. Quasi non spegne il motore, per scendere di corsa. È nel panico, sento che vorrebbe solo urlare, eppure mantiene una compostezza incredibile davanti alla ragazza. La rassicura, le stringe la mano. Mentre Ascanio viene portato via per una tac, lo sento pronunciare una frase che solo da lui mi sarei potuta aspettare. - Ti salverà sempre, Vittoria. - poi, la lascia andare, in modo che possano visitarla. - Dio... - si appoggia al muro, piegandosi leggermente in avanti. - Non farmi questo... -

Non so cosa fare. Mi ha detto che non vuole che Palermo sappia della sua vita privata, ma non posso nemmeno lasciarlo così. Ho bisogno di toccarlo, di trasmettergli tutto il mio calore. - Ehi... - gli prendo dolcemente il viso tra le mani. - Guardami. -

Ma i suoi meravigliosi occhi azzurri sono completamente annebbiati dalle lacrime. - Non posso perdere anche mio fratello...non posso... - preme la fronte sulla mia spalla, lasciandosi sfuggire un singhiozzo. - Ascanio è insopportabile, riesce a farmi saltare tutti i nervi in una sola volta, ma...ma è il mio fratellino. Quello che veniva da me, quando aveva paura del buio e che mi chiedeva di abbracciarlo perché aveva paura dei mostri sotto al letto. -

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora