CAPITOLO 9 - Tancredi

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Non posso credere di averlo detto, eppure è così. Ma mi sono ricordato le parole di Vittoria, quando mi ha detto di buttarmi. Ascanio si è letteralmente lanciato per lei, quasi vent'anni fa. E non ha idea di quanto li abbia invidiati, mentre vedevo il mio matrimonio fallire ogni giorno di più. Si sono ritrovati dopo dieci anni di lontananza ed è stato come se non fosse mai successo nulla. Hanno ripreso esattamente da dove si erano interrotti.

- Sei pazzo a volere una come me... -

Bacio la fronte di Nives, stringendola un po' di più a me. Andrea stava per avvicinarsi, ma gli ho fatto cenno di stare alla larga. - Nives, sei una di quelle persone che si incontrano quando la vita vuole farti un regalo. È possibile che io sia pazzo, ma per altri motivi. -

- Ho tanti difetti. -

- Io odio chi parla troppo di prima mattina, detesto il caffè amaro, sono un ordinato cronico e ossessivo. Potrei andare avanti per un bel po'. -

- Anch'io odio chi parla troppo di prima mattina e il caffè amaro... -

- E sei ordinata, l'ho notato a casa tua. -

- Sì, è vero... -

- Sei pazza anche tu, allora. -

Scoppia a ridere. - Ho studiato a fondo il sistema nervoso dell'uomo, ti ricordo. -

- Potrei conoscere una battuta su quale sia il colmo per uno psichiatra, ma tu sei un neurochirurgo. -

- Quale sarebbe quella sullo psichiatra? -

- Fare scacco matto. -

- Io conoscevo il classico colmo per un medico. -

- Cioè? -

- Essere paziente. -

Ora sono io a ridere. - Ok, questa è migliore della mia. - mi chino di nuovo a baciarla, ma stavolta sulle labbra. - Ma ora ho proprio voglia di quel dessert. -

- Anch'io. -

- Sarà una qualche altra emulsione, secondo te? -

- O un dressing. -

- Eccolo che arriva. - borbotto, vedendo il cameriere chiacchierone. Rimango accanto a lei, senza spostare la sedia al posto di prima.

- Signori, per concludere la cena, lo chef propone un lingotto alla vaniglia, su base di biscotto morbido al cioccolato, con coulis di frutti di bosco e topping al caramello salato. -

Nives si morde il labbro. Né emulsione, né dressing. Stavolta: coulis e topping.

- Grazie... - leggo a malapena il nome sul cartellino della giacca. Da lontano ho bisogno degli occhiali, maledizione. Che brutta bestia la vecchiaia. - ...Gianfrancesco. -

- A voi, signori. -

Appena è fuori dai piedi, Nives scoppia a ridere. - Né emulsione, né topping. Abbiamo perso la scommessa. -

- Già. - ridacchio. - Assaggia prima tu. -

- Sarò anche mezza scozzese, ma non condivido i modi della regina. -

Ah, ecco qui. È scozzese. - Sei nata lì? -

- Sì e ho vissuto a Edimburgo fino al liceo. Poi sono venuta a studiare medicina in Italia. -

- Perché proprio l'Italia? -

- Perché mia madre è italiana. -

- Di dove? -

- Catania. -

Mi va di traverso il coulis di frutti di bosco e sono costretto a bere. Niente contro Catania, per carità, ma...insomma, conoscono tutti la rivalità tra le due città. Arancino e arancina vi dicono qualcosa?

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora