CAPITOLO 53 - Tancredi

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Ancora non riesco a crederci. Non era previsto, eppure è successo. Forse è presto, ma non penso più ai tempi, ormai. E non potrei essere più felice di così. Diventerò padre. Avrò un figlio con Nives, la donna di cui ho avuto bisogno per tutta la vita e che finalmente ha incrociato la mia strada. La donna che amo alla follia e che proteggerò finché sarò vivo e oltre. Spero sia una bambina uguale a lei. Sarebbe una gioia immensa e, soprattutto, la prima donna Ferrari. Ma anche se fosse un maschio sarei felicissimo. L'importante è che stia bene.

- Ho una fame da lupi... - Nives toglie il batuffolo d'ovatta dal suo braccio, dove le hanno appena fatto il prelievo. - Possiamo passare a prendere qualcosa? -

- Certo. - devio verso il bar più vicino. - Ti gira la testa? -

- Non troppo. -

Non posso fare a meno di appoggiare la mano sul suo stomaco. - Tra poco si farà sentire... -

- Già. - ridacchia. - E io inizierò a lievitare. -

- Per una buona causa. -

- Se mi darai del bue, come ha fatto Ascanio, ti dico già che potresti passare un brutto quarto d'ora. -

- Credo potrebbe farlo più tua sorella che io. -

- Sì, in effetti hai ragione. -

- Sei ancora preoccupata, vero? -

Sospira pesantemente. - Finché non farò l'ecografia, non mi sentirò sicura. -

- Lo capisco. -

- Ma non ho brutti presentimenti, è già qualcosa... -

- Voglio che tu stia tranquilla. - le bacio la mano, intrecciando le dita alle sue. - Io sono qui, avrai sempre il mio sostegno. -

- Lo so, amore mio. - mi regala uno dei tanti sorrisi che amo. - Ma adesso sbrigati, perché ho davvero fame. -

- Agli ordini. - ridacchio, rallentando davanti al bar. - Eccoci. -

- Fanno le brioches, qui? -

- Certo. -

- So già che la vomiterò, ma non ci rinuncio. - salta giù dalla macchina. - Tu non scendi? -

- Sì, sì, arrivo. - la raggiungo, passandole un braccio sulle spalle. Fa freddo, ormai, siamo vicini a dicembre. La stringo a me, per evitare che il vento la colpisca. - Ti va anche un cappuccino? -

- Oh, sì. -

- Due brioches e due cappuccini, per favore. -

Il ragazzo dietro al bancone annuisce, mettendosi all'opera. - Potete sedervi, vi porteremo tutto al tavolo. -

- Ottimo, grazie. - pago in anticipo, lasciandogli la mancia. Non è una cosa tipica in Italia, ma l'ho sempre fatto.

Nives si siede sul divanetto, sospirando. - L'odore di caffè è tremendo, accidenti... -

- Hai la nausea? -

- Un po'. -

La nostra ordinazione arriva in tempo record (potere della mancia) e i suoi occhi si illuminano immediatamente quando vede la brioches. Nel corso dei giorni, la sua fame è aumentata a dismisura, ma è direttamente proporzionale (purtroppo) al vomito.

- Mmh... -

- Buona? - ridacchio, addentando la mia. Con il gelato sarebbe perfetta, ma fa decisamente troppo freddo.

- Deliziosa. -

- Ehilà! - Ascanio compare dal nulla. - Non salutate più, adesso? -

Non lo avevo nemmeno visto. Quando sono con Nives, scompare tutto il resto. - Scusa, non ti avevamo visto. -

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora