CAPITOLO 19 - Nives

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Tancredi è agitato. A cena ha mangiato a malapena, controllava spesso il suo cellulare e si è chiuso in bagno per la doccia più lunga della storia. È lì dentro da più di un'ora, inizio a preoccuparmi. Ma, allo stesso tempo, non voglio invadere il suo spazio. Tutti abbiamo bisogno dei nostri momenti da soli con noi stessi, soprattutto in situazioni come questa.

Vittoria, la fidanzata di Ascanio, è stata rapita da un certo Pedro, che l'ha picchiata, legata e segregata chissà dove. Ho visto Brando, per la prima volta da quando lo conosco, con gli occhi completamente spenti. E non oso immaginare in che condizioni sia il povero Ascanio. Se fosse successo a Tancredi e io mi fossi ritrovata nella sua situazione, credo avrei dato di matto. Sarei impazzita. Avrei rivoltato cieli e terre per ritrovarlo.

Il solo pensiero mi fa rabbrividire di terrore.

Ho paura, adesso. C'è la mafia di mezzo, potrebbe succedere di tutto. Riccardo guardava spesso film e serie TV del genere, ricordandomi continuamente che fine avrei potuto fare, se avessi raccontato a qualcuno quello che mi stava facendo. E ora lo sto vivendo davvero, anche se indirettamente.

Mi rannicchio sul grande divano di Tancredi, cercando di trattenere le lacrime. Non voglio che mi veda piangere, se dovesse uscire all'improvviso dal bagno e raggiungermi in soggiorno.

Un rumore improvviso vicino la finestra mi fa sussultare. Tutto il mio corpo va in allerta, nella mia testa compaiono gli scenari peggiori di tutti quei maledetti film sulla mafia.

- No... - mi sfugge un singhiozzo, quando lo sento di nuovo. È una specie di ticchettio inquietante, come...come delle unghie che battono contro il vetro.

- Nives? -

Non riesco a trattenere un grido di terrore, quando la voce di Tancredi rimbomba nella stanza.

- Che succede? - viene a sedersi accanto a me e non posso fare a meno di buttarmi tra le sue braccia. - Scusa, non volevo spaventarti... -

- Non sei tu... -

- Stai tremando... -

- Ho...ho sentito un...rumore... -

- Dove? -

- Lì... - indico la finestra, con un dito più che tremante.

Tancredi si alza per controllare e, quando lo sento ridere, la mia paura diventa improvvisamente fastidio.

- Che hai da ridere? - borbotto.

Apre la finestra, mostrandomi una cordicella nera. - C'è vento fuori e ha fatto muovere la corda della zanzariera. Era questo il rumore? - lo riproduce perfettamente identico a quello che avevo sentito.

- Cavolo... - mi affloscio come un palloncino sgonfio. - Scusa... -

- No, è colpa mia. - torna al suo posto, tirandomi sulle sue gambe. - Ti ho trasmesso la mia ansia. -

- L'avrei sentita anche a migliaia di chilometri di distanza, lo sai. - premo dolcemente le labbra sulle sue. Il profumo del suo bagnoschiuma mi fa venire voglia di affondare il viso nel suo collo. Cosa che faccio. - Hai qualche notizia? -

- Ascanio e James stanno tornando da Capri, ma non so cosa sia successo. Domani dovrò andare dai De Luca, per capirci qualcosa. -

Mi irrigidisco involontariamente. - Ok... -

- Non avere paura. - mi accarezza la schiena, infilando le mani sotto la mia maglietta. - Per quanto mi siano poco simpatici, non mi faranno del male. -

Forse dovrei confessargli quella parte del mio passato con Riccardo a cui stavo pensando poco fa. - Devo dirti una cosa... -

- Dimmi tutto quello che vuoi. -

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora