CAPITOLO 48 - Nives

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La cena con Elena mi sta facendo bene. Non penso più a mia madre, a Riccardo, al piano per incastralo, a niente di niente. Mi sto godendo la serata, come credo di aver fatto pochissime volte nella mia vita.

- Stai molto meglio. - Tancredi mi bacia la guancia, mentre sua madre è in cucina. - O è solo una mia impressione? -

- No, stasera mi sento bene. Non sto pensando a nulla. -

- Ottimo. - ridacchia. - Ma forse posso darti qualcosa a cui pensare. -

- Che cosa? -

Si avvicina al mio orecchio, per sussurrare. - A quello che ti farò quando torneremo a casa. -

Rabbrividisco. Non c'è una notte con lui che non sia memorabile. - Sii più specifico, signor Ferrari. -

- Polpette pronte! - Elena torna proprio nel momento sbagliato.

Tancredi scoppia a ridere. - Salvata dalle polpette. -

- Nives, ti piacciono le melanzane? -

- Certo. - mi alzo per aiutarla. - Sono di melanzane, queste? -

- Sì. - ne mette ben tre nel mio piatto. - Sono facili da preparare, ci riuscirebbe anche Brando. -

- A far saltare in aria tutta la casa, sì. - Tancredi le passa il suo. - A proposito, mi ha detto che tornerà tra un paio di giorni. -

- Lo metterai subito a lavorare? -

- In realtà, vorrei fargli progettare l'ultimo piano dell'hotel in Thailandia. È bravo con le suite, penso possa fare un bel lavoro. E conosce bene il feng shui, oltretutto. -

Torno a sedermi accanto a lui. - Pensavo mancassero solo gli ultimi ritocchi. -

- A quello finto. L'hotel vero non è ancora terminato, manca proprio l'ultimo piano. -

- Ancora non riesco a credere che ci fossero due strutture uguali. - Elena beve un sorso di vino. - Aveva pensato a tutto, anche al peggio. -

- L'alleanza con De Luca non è stata geniale, però. -

- Tan, lo so che la mafia non ti piace, ma è grazie a loro se Ascanio è uscito da quella situazione con Paige. -

- Lo so, ma non mi piacciono comunque. Più sono lontani, più sono felice. -

Non nego di essere d'accordo con lui. Ho visto James De Luca e anche sua moglie, Arabella. Sembrano persone gentili e "normali" all'apparenza, ma sapere cosa siano davvero...beh, mi inquieta non poco.

La conversazione, comunque, cambia subito rotta. Elena è molto più interessata alla nostra coppia, che al resto. - Come va la convivenza? -

- Molto bene. - Tancredi appoggia una mano sulla mia coscia. - Vero, amore mio? -

- Verissimo. - ridacchio. - Il giardino è sicuramente il più felice di avermi lì. -

- Poveri fiori. - Elena ride con me. - Gli piacciono, ma dimentica troppo spesso di annaffiarli. -

- Lavoravo troppo, non avevo tempo per i fiori. - borbotta lui, mangiando le sue polpette. - E, comunque, se erano lì da anni significa che in qualche modo sono riuscito a tenerli in vita. -

- Ma sai, dubito sia davvero solo il giardino ad amare la tua presenza in casa, Nives. -

- Dici? - guardo il mio fidanzato. - Chi sarebbe l'altro? -

- E chi lo sa... -

Tancredi mi fa l'occhiolino, mentre la sua mano torna ad accarezzarmi la coscia. Stavolta con più decisione. - Non so di cosa stiate parlando. C'è qualcun altro, a parte me? -

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora