Elena ha voluto che passassi da lei, questa mattina. Tancredi non era d'accordo, ma non ha insistito. Mi ha lasciata libera di decidere se parlare con sua madre, oppure no. Ed io ho scelto di farlo, perché lei non c'entra assolutamente nulla con quello che è successo. Non è colpa sua.
Non appena raggiungo l'ultimo piano, la trovo sulla porta ad aspettarmi.
- Ciao, Nives. -
- Buongiorno. - abbozzo un sorriso. - Spero di non essere in ritardo. -
- Affatto. - si fa da parte. - Entra, dai. -
Il problema è proprio questo. Nel momento in cui metto piede in casa, noto Vittoria seduta sul divano. Tutto quello che ha detto la sera della cena inizia a tornarmi in mente. Sento di nuovo il suo tono infastidito, poi le sue urla, quelle di Tancredi...
- Spero tu capisca... - Elena mi mette una mano sulla schiena. - La mia famiglia non deve dividersi, Nives. -
Non riesco a formulare una risposta. E non riesco nemmeno a muovermi.
Forse avrei dovuto ascoltare Tancredi.
La collana, nascosta sotto la camicia, ricomincia a bruciare e a stringersi attorno al mio collo. Resisto all'impulso di scappare via, anche se è l'unica cosa che vorrei fare.
- Ho appena preparato il caffè. - Elena cerca di nuovo di farmi camminare. - Siediti, te ne porto una taz... -
- No. - la interrompo. - Non...io...ho già bevuto il caffè. Grazie. Come se avessi accettato. -
- E che ne dici di una brioche? -
Scuoto la testa. - Nemmeno. -
- Va bene. - quasi mi spinge verso l'altro divano. Sono sollevata che non abbia insistito per farmi sedere accanto a Vittoria. - Tancredi ha fatto storie? -
- No, no... -
- Menomale. - si rivolge poi a sua nuora. - Vittoria? -
Lei, però, non risponde.
- Per favore, Vittoria. -
- Cosa vuoi che dica, Elena? - mi lancia un'occhiataccia. - Ho già detto come la penso. -
- E la pensi nel modo sbagliato. -
- Certo, credile pure. -
- Le credo, perché so. -
- Anch'io so. -
- No. Tu sai quello che si dice. -
- Riccardo Costa è un uomo rispettabile. Ha una reputazione. Non ho conosciuto bene Federica, ma so quello che ha passato Tancredi con lei. Ho visto anch'io come fossero diversi i suoi occhi, quando sono tornata a Palermo. -
- E non li hai visti cambiati anche adesso? -
- L'attrazione fisica e l'amore sono due cose diverse. -
- Rispondi alla mia domanda. -
- No, non li ho visti cambiati. -
- Perché ti comporti così? -
- Perché voglio bene a Tancredi. - altra occhiataccia nella mia direzione. - Tu gli porterai solo problemi. -
Elena sta per replicare, ma decido di farlo io. Riguarda me, posso farcela. Anche se parlarne mi costa molto. - Cosa sai di me, Vittoria? -
- Quello che sanno tutti. -
- Dimmelo, allora. -
- Ti facevi del male da sola. Ti sei rotta i polsi da sola. Ti rifiutavi di uscire di casa. Partecipavi solo ai gala, per metterti in mostra. In casa non facevi nulla, ti affidavi sempre e solo alla servitù. Non dormivi con tuo marito. Non mangiavi quando c'era lui. Ti sei buttata giù dalle scale, quando ha cercato di aiutarti a scendere. Gli hai sputato addosso. Gli hai lanciato un candelabro. -
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HEAL MY PAIN - Tancredi
RomanceLa vita di Tancredi, primogenito Ferrari, si è interrotta a causa di una scelta disastrosa. Ha deciso di dedicarsi solo al lavoro, perché l'amore lo ha già deluso troppo. Eppure, più si cerca di evitare qualcosa e più quel qualcosa piomba nelle nost...