CAPITOLO 36 - Nives

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- Sei pronta? -

Lascio andare un sospiro tremante, stringendo con forza la mano di Tancredi. Ho l'istinto di coprire la collana che ho al collo, ma la leggera scollatura della camicetta me lo impedisce.

- Nives? -

- Scusa... - lo lascio andare. - Mi dispiace. -

- Non scusarti. Stai tranquilla, ci sono io. E poi, non succederà niente. -

- Lo so. - mi appoggio a lui, mentre l'ascensore ci porta all'ultimo piano. - Ho solo un po' paura di...sbagliare qualcosa. -

- Non sbaglierai niente, amore mio. - si china a baciarmi. - Sei perfetta, ti amano già tutti. - mi prende di nuovo per mano, quando arriviamo a destinazione.

Ad accoglierci sulla porta è Brando, ormai rimesso completamente in sesto. - Ma guarda un po'! - viene ad abbracciarmi. - Sei bellissima, cognata. -

- Grazie. Passata l'influenza? -

- Sì, sto molto meglio. -

- Eccovi qui! - ci raggiunge anche Elena. - Forza, entrate. -

Tancredi intreccia le dita alle mie, mentre mi porta dentro. L'ambiente familiare e accogliente mi mette subito a mio agio, ma l'ansia ricomincia a salire quando vedo una coppia seduta di spalle su uno dei divani. Quello che suppongo sia Ascanio, è il primo a voltarsi. Non appena mi vede, sgrana gli occhi e scatta in piedi. - Tu sei Nives!? -

- Sì... - gli tendo la mano, non sapendo che altro fare, ma lui opta per l'abbraccio. Ha un profumo molto forte, intenso, decisamente diverso da quello di Tancredi. Si assomigliano molto, anche se in lui noto molti tratti della loro madre.

- Finalmente posso conoscerti anch'io. - ridacchia. - Pensavo che mio fratello volesse tenerti nascosta per sempre. - al suo fianco, compare anche la ragazza. Vittoria. È più giovane di me, anche molto più bella. Ha un fisico statuario da fare invidia a chiunque. Sono una coppia bellissima, il loro bambino nascerà con un punto in più a suo favore. - Lei è Vittoria, la mia fidanzata. -

- Piacere. - le tendo la mano. - Nives. -

Lei la stringe, spostando lo sguardo verso il mio collo. - Vittoria. -

La sua voce è un po' fredda, ma potrebbe essere solo una mia impressione.

Tancredi mi passa un braccio dietro la schiena, prima di posare le labbra sulla mia tempia. - Vieni, voglio mostrarti una cosa. -

Lo seguo verso una porta. Mi invita ad entrare per prima, con un sorriso.

Entriamo nella sua vecchia stanza, non troppo grande e con un arredamento semplice. Alle pareti, sono appesi diplomi, la laurea, corsi di lingue che ha seguito, fotografie. Una in particolare attira la mia attenzione. Quella con suo padre. Credo che lì Manfredi avesse più o meno la sua età attuale. Sono due gocce d'acqua, è incredibile.

Quando lo sento dietro di me, mi appoggio a lui, godendomi questo breve momento da soli. - Lo sento che sei ancora agitata, vita mia. -

- Scusami. Mi passerà, non preoccuparti. -

- Ti ho detto cos'ha preparato mia madre? -

- In realtà, no. -

- Prima di tutto, i suoi anelletti al forno imbattibili. -

- Niente di più palermitano. - ridacchio.

- Poi, involtini di carne e zucchine al pomodoro. E per dolce, una sorpresa. -

- Fammi indovinare...cannoli? -

- No. -

- Cassata? -

HEAL MY PAIN - TancrediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora