Capitolo 44. Un'istante in più

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La notte era fredda e luminosa, e Filippo guidava lentamente verso casa di Giulia.
I fari della sua Maserati illuminavano la strada deserta, e il cielo sopra di loro era un mare infinito di stelle.
Una sensazione di calma, strana e surreale, avvolgeva la notte, come se il freddo inverno avesse rallentato ogni battito, e perfino il vento sembrava addolcirsi.

Arrivati sotto il portone del grande palazzo, il giovane fermò l'auto.
Lei, seduta accanto a lui, guardava il cielo silenziosa, immersa nei suoi pensieri.
Quando aprì la portiera e scese, la osservò stringersi nella sua pelliccia scura.
Il freddo le aveva colorato le guance di un tenue rossore, ma la sua bellezza sembrava brillare ancora di più sotto la luce della luna.
Si avvicinò al portone, ma Filippo la raggiunse in fretta.

Non voleva lasciarla andare, non ancora.

"Giulia..." La sua voce risuonò incerta nella notte, bassa ma intensa.

Lei si voltò lentamente, incontrando il suo sguardo.
"Cosa c'è, Filippo?" chiese.
Sentiva i suoi occhi su di lei, quasi brucianti, colmi di desiderio.

"Concedimi solo un'istante in più per stare con te...solo noi due, senza niente che ci separi," disse fermandosi a pochi passi da lei.
La sua voce era morbida, ma vibrante, come se quel desiderio di rimanere insieme fosse l'unica cosa che gli importasse in quel momento.

Giulia lo fissó, il suo sguardo trapelava un misto di incertezza e curiosità.
Poi, con un sospiro che sembrava provenire da un angolo profondo della sua anima, disse: "Va bene...solo un istante."

Lui si rilassò appena, come se quelle parole fossero tutto ciò di cui aveva bisogno. A quel punto si voltò, e improvvisamente aprì il portabagagli della sua auto, tirando fuori una piccola coperta e una bottiglia di vino rosso.

"Che stai facendo?" chiese la giovane, incredula, ma anche divertita dalla sua audacia.

"Approfitto di questo istante," rispose il ragazzo, con un sorriso che sembrava voler spezzare la tensione.
Indicò una panchina poco distante, sotto un grande albero spoglio che sembrava abbracciarne la scena con le sue fronde, come un piccolo angolo di mondo sospeso dal tempo.
"Vieni, siediamoci lì. Ti prometto che non durerà a lungo."

Lei esitò, ma alla fine lo seguì facendosi convincere da quel suo sorriso contagioso.
Quando i loro corpi si avvicinarono sulla panchina, il contatto sembrava più intenso di quanto avesse immaginato.
La coperta era morbida e calda, ma la presenza di lui accanto a lei la scaldava ancora di più.
Il ragazzo afferrò il cavatappi, aprendo la bottiglia con un gesto fluido, quasi perfetto, come se ogni suo movimento fosse studiato per attrarla senza che lei potesse resistere.

"Mai impreparato," scherzò, mentre versava il vino nei bicchieri con un gesto elegante.
Poi le porse il suo, guardandola dritto negli occhi.
"Ti piace?" chiese, la voce quasi seducente.

Giulia sorseggiò lentamente, godendosi ogni goccia, come se fosse un piacere proibito.
Il vino aveva un sapore intenso, profondo, infinitamente dolce.
Eppure, c'era qualcos'altro che desiderava ardentemente assaporare.

"Non è solo il vino a piacermi," rispose con un sorriso malizioso.
"Sei interessante Filippo...non immaginavo che fossi il tipo da momenti romantici improvvisati."

Filippo alzò un sopracciglio, divertito, ma poi l'espressione sul suo volto cambiò.
La sua voce divenne più profonda, più calda, come se stesse cercando di avvicinarsi a qualcosa di troppo difficile da dire.

"Ci sono molte cose che non conosci di me, Giulia," rispose.
L'intensità delle sue parole fece tremare l'aria intorno a loro.
"Forse, perché non ho mai avuto il coraggio di mostrarti chi sono davvero."

Giulia lo guardò, sorpresa dalla sincerità che traspariva dalle sue parole.
"Mi dispiace di questa chiusura nei miei confronti ..." disse, con un velo di rammarico.
Sentiva che c'era qualcosa di più profondo in lui, di più fragile.
Ne era certa.

Lo sguardo di lui si fece più serio.
"Perché, in realtà, non mi sono mai sentito pronto," ammise, la voce appena un sussurro.
"Ho sempre avuto paura. Paura di ciò che potrebbe accadere. La mia vita, la posizione che occupo... ogni giorno è un rischio. E c'è il pericolo che, potrebbe essere l'ultimo che passo con te."

Giulia rimase in silenzio.
Le sue parole la travolsero, rivelando un lato di lui che non aveva mai immaginato.
Senza pensarci troppo, posò la sua mano sulla sua.
Le loro dita si sfiorarono, come una promessa silenziosa.

"Non temere," sussurrò, il respiro caldo che sfiorava la sua pelle.
"Non sei solo."

Filippo rimase un attimo in silenzio, come se quelle parole avessero fatto breccia in quella corazza che si era costruito.
Si avvicinò lentamente, senza dire altro.
La sua bocca trovò la sua, un bacio che era più di una semplice promessa: era un atto di resa, un abbandono di tutto ciò che aveva cercato a lungo di nascondere.

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