Capitolo 56. Acque torbide

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Gisella era affacciata al balcone con una sigaretta tra le dita, il fumo che si disperdeva nell'aria gelida della sera. Il suo sguardo era perso nel vuoto, mentre dentro di sé faceva da sovrana una costante insoddisfazione.

Lei, che era abituata a ottenere tutto ciò che voleva, non poteva accettare che un uomo potente come Filippo Guerra, uno dei più rispettati e temuti in città, avesse preferito un'ingenua ragazzina a lei.

Improvvisamente, quando la porta che dava sul balcone si aprì, non dovette nemmeno voltarsi per sapere chi fosse. Il passo pesante e deciso di Adelfio Fini tradiva sempre la sua presenza. Un leggero brivido la percorse.

"Gisella, capisco la tua frustrazione, ma non avresti dovuto accanirti su mia sorella" esordì l'uomo, il tono un po' duro ma allo stesso tempo velato di una comprensione che lei non si aspettava.

Lei continuò a fissare l’orizzonte, rigida, inespressiva.
Il corpo slanciato era avvolto in un abito di seta color senape, e il tessuto aderiva perfettamente alle sue curve lasciando la schiena scoperta. Si piegò leggermente in avanti, lasciando che il fumo della sigaretta si disperdesse nell'aria.

"Tua sorella non è adatta a un uomo come Guerra, e lui lo capirà," rispose con fermezza.
"Non puoi negarlo. E nemmeno tu,  riuscirai convincermi del contrario."

L'uomo rimase in silenzio, fissando la sua schiena nuda. L'attrazione che provava per lei era evidente, ma la mente era un vortice di pensieri contrastanti. Le si avvicinò lentamente, come guidato da un istinto primordiale.

"Sto cercando anch'io di allontanarlo da mia sorella.." disse con un certo rammarico.
"Ma Filippo non è facile da distogliere su ciò che desidera."

"Eppure, noto che non ti dispiacerebbe se quella separazione accadesse... forse è solo questione di tempo."
La voce di Gisella tradiva un sottile gioco di provocazione.
La sigaretta, ormai consumata, le scivolò dalle dita cadendo nella notte buia sotto di lei.

Il suo respiro si fece più profondo mentre, senza preavviso, le mani dell'uomo si allungarono verso di lei, facendole scivolare sul tessuto, dritte sui fianchi.

"Non dovresti," sussurrò chiudendo gli occhi per un attimo, ma il tono della voce ne tradiva il desiderio.

Lui non si fermò, anzi, il suo tocco si fece più audace.
Le sue dita tracciarono la linea della schiena, la sensazione calda del suo corpo vicino al suo.
Gisella percepì ogni movimento, e senza nemmeno rendersene conto, si inarcò appena, permettendogli di avvicinarsi ulteriormente.

"Sei davvero sicura di volerti mettere contro di me?" chiese lui con tono basso e sfidante, pronto a testare i limiti di entrambi.
"Ora siamo alleati, signorina De Falco, non ti consiglierei di fare passi falsi. Non è troppo tardi per scegliere il lato giusto."

La giovane si ostinava a non voler cedere a quell'attrazione, eppure c'era qualcosa in lui che le faceva perdere i sensi.

"Quello che vuoi sarà difficile da ottenere," rispose freddamente, cercando di tenere a bada quel desiderio così inaspettato da renderla vulnerabile.

Ma Adelfio sorrise.
Un sorriso carico di una certezza che nessuno avrebbe mai potuto distruggere.

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