Tre anni prima...
Filippo camminava sotto la pioggia battente, il passo svelto, il rumore delle gocce che colpivano l'asfalto si mescolava al battito del suo cuore.
La città era un dedalo di luci spezzate e ombre allungate, riflesso perfetto del caos che lo divorava da dentro.
Il cellulare vibró nella sua tasca.
Eugenio.
Si rifugiò sotto un portico, i capelli bagnati, le mani gelide.
Inspirò a fondo, ma l'aria sembrava pesante come piombo.
"Dobbiamo parlare, Filippo."
La voce dall'altro capo era grave, tesa, più di quanto ricordasse.
Il giovane chiuse gli occhi, la testa bassa.
"Non ora," sussurrò, quasi senza fiato. Il silenzio che seguì durò un battito di cuore, poi esplose.
"Non ora?!" ribatté Eugenio, la voce incrinata dalla rabbia.
"Avevamo un patto. E tu l'hai infranto! Credi che io sia uno sciocco? Credi che non veda che ti stai tirando indietro?!"
Quelle parole lo trafissero.
Filippo sentì il fiato mozzarsi, lo sguardo inchiodato al marciapiede bagnato.
"Non è come pensi. È solo che... ho il fiato sul collo. Come ben sai, gli uomini di mio padre mi stanno addosso, non ho una cazzo di tregua!"
"Sei sempre più distante. Non rispondi ai messaggi, non vieni agli incontri, e tuo padre... c'entra sempre, è la scusa per tutto," accusó l'altro.
"Non puoi scappare ogni qualvolta che le cose si complicano!"
"Non è una scusa!" protestò il giovane, la voce che tremava mentre cercava equilibrio.
"Io... non posso tradire ciò che sono stato obbligato ad essere. Non è solo questione di volontà."
"Hai paura?"
La domanda arrivò secca, pungente.
"Stai mandando tutto all'aria, e ora sono io che rischio... io che sto per..."
Eugenio si fermò, non disse altro.
Filippo strinse il cellulare con forza. Sapeva che quel silenzio pesava più di mille insulti.
"Incontriamoci domani, sono ancora interessato alla tua proposta," disse, la voce rotta, l'eco del timore e del desiderio di fuggire tutto insieme.
"Ti manderò un messaggio per definire i dettagli."
La chiamata si interruppe.
Lasciò scivolare il telefono nella tasca, le mani bagnate, la mente in fumo. Accese una sigaretta con gesti nervosi, tremanti. L'unico sollievo in una realtà che lo consumava giorno dopo giorno.
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Presente...
La luce filtrava appena dalla finestra, pallida, come se il giorno stesso esitasse a entrare in quella stanza intrisa di febbre, sudore e rimpianti.
Filippo giaceva sul letto, il corpo teso in un tremito costante. Ogni respiro era un colpo, ogni battito un martello che gli scavava dentro ricordi troppo vividi per appartenere al passato.
Giulia sedeva sul bordo del letto, la mano poggiata sulla coperta accanto a lui. Non osava toccarlo apertamente, ma ogni volta che il suo sguardo incrociava il suo, sentiva il cuore accelerare.
Lui aprì gli occhi, lucidi di febbre e dolore.
"Giulia... tu... sei qui?"
La voce gli uscì rotta, incerta.
Lei si chinò leggermente verso di lui, le mani che gli accarezzavano il viso e i capelli umidi.
"Sempre, Filippo... non ti lascerò. Respira, cerca di calmarti..."
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Prega per me
Ficción GeneralNella Verona più oscura, dominata da segreti e rivalità famigliari, Giulia Fini, una giovane donna dalll spirito ribelle e dall'indole fiera, si trova improvvisamente trascinata in un gioco di potere. Una sera, per caso, si scontra con Filippo Guerr...
