La caffetteria era calda, un rifugio elegante contro il vento tagliente che scivolava tra le vie di Verona.
Quando Adelfio varcò la soglia, l'aroma intenso di arabica gli avvolse i sensi, ma non bastò a scacciare la stanchezza che gli pesava addosso.
Gli affari, le tensioni familiari, il ricordo di Eugenio... tutto lo stava consumando.
Si avvicinò al bancone, deciso a consumare in fretta, ma il passo gli si fermò di colpo.
In un angolo, composta come una regina in attesa, c'era Gisella De Falco. Il caschetto nero scintillava sotto la luce soffusa, le labbra cremisi abbracciavano il bordo di una tazzina. Ogni gesto era studiato, sensuale e crudele al tempo stesso.
Quando i suoi occhi incontrarono i suoi, un sorriso enigmatico le incurvò le labbra.
"Finalmente ci rincontriamo, Fini," il tono che mescolava sicurezza e provocazione.
"A quanto pare sì..." rispose lui, con un filo di voce più basso del solito.
"Non mi aspettavo di trovarti qui. Credevo fossi troppo occupata a giocare con i Guerra."
"Giocare?" replicò lei, sollevando il mento con ironica grazia.
"Oh, caro Adelfio, quello che faccio io non è mai un gioco. Ma dimmi, perché così tanto interesse?"
Adelfio si irrigidì.
"Sai bene perché te lo chiedo. Perché proprio lui?"
"Filippo? È tutto ciò che vuoi sapere?"
La giovane donna abbassò lo sguardo per un attimo, poi risalì lentamente, come se lo stesse spogliando con gli occhi.
"E se ti dicessi che lui non è l'unico a cui sono interessata?"
Quelle parole furono alla stregua di un colpo basso per lui.
L'istinto lo spingeva ad allontanarsi, ma il corpo non rispondeva.
"Cosa vuoi da noi, Gisella?" sputò fuori, più duro del previsto.
"Solo rendere le cose più interessanti, sono molto brava in questo."
Un battito di ciglia, un lampo ironico.
"Vieni alla serata di gala questa sera. Sará un modo per incontrarci nuovamente."
E senza dargli modo di replicare, posò il denaro sul bancone con un gesto elegante e rapido. Si allontanò, lasciandolo con un nodo in gola, un misto di irritazione e desiderio che non riusciva a sciogliere.
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La sera calò velocemente su villa Guerra. Le luci scintillavano sulla facciata, le auto più lussuose si fermavano una dopo l'altra all'ingresso.
Nella sua stanza, Filippo si aggiustava il nodo della cravatta davanti allo specchio. Ogni gesto era meccanico, privo di vita. Le mani abituate a stringere pugni tremavano all'idea di stringere un anello su una donna che non amava. Sul comodino, la scatolina di velluto con il diamante brillava sotto la luce fredda.
Sembrava osservarlo, deriderlo.
Un respiro profondo.
Poi un passo deciso verso la porta.
Doveva affrontare la serata.
Doveva fingere.
Ma il pensiero di Giulia era più feroce del fuoco che tentava invano di spegnere. Ogni volta che chiudeva gli occhi, vedeva solo lei.
E quella sera, sotto i lampadari di cristallo, sarebbe stata la sua dannazione.
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Prega per me
General FictionNella Verona più oscura, dominata da segreti e rivalità famigliari, Giulia Fini, una giovane donna dalll spirito ribelle e dall'indole fiera, si trova improvvisamente trascinata in un gioco di potere. Una sera, per caso, si scontra con Filippo Guerr...
