Filippo lasciò l’incontro con Giulia con lo stomaco in fiamme.
Ogni sguardo, ogni respiro, ogni volta che la sua pelle aveva sfiorato la sua, gli bruciava addosso.
Voleva piegarla, schiacciarla sotto il suo controllo. Ma quella maledetta tenerezza che a tratti sentiva lo faceva vacillare, lo disgustava quasi più del desiderio.
Appena varcò i cancelli della villa, la voce del padre gli esplose in testa come uno schiaffo.
La fedeltà alla famiglia era legge.
Non c’era spazio per esitazioni, per debolezze, tantomeno per una donna. Eppure, dentro di lui, qualcosa si era incrinato.
Lo studio puzzava di fumo, di potere e di vecchie ossessioni.
L’aria era così pesante che pareva soffocarlo. Don Aldo era seduto dietro l’imponente scrittoio di legno scuro, le mani intrecciate davanti a sé, lo sguardo fisso su un vecchio libro che sembrava più un oggetto simbolico che reale interesse.
"Sei stato via troppo tempo," disse senza alzare gli occhi.
"Quando ho mandato mio figlio a trattare con i Fini, non intendevo che si distraesse."
Filippo inspirò, cercando di imprimere nella voce una freddezza innaturale.
"Sto solo agendo per consolidare i nostri rapporti. È necessario comprendere il nemico."
Il vecchio chiuse lentamente il libro, gli occhi che bruciavano come brace.
"Il nemico va osservato, studiato... ma non con familiarità" lo interruppe, la voce aspra.
"Questa donna, Giulia... potrebbe rivelarsi un rischio per te, per noi. Sei troppo vicino."
Il giovane sentì la tensione crescere, le parole del padre colpirlo con violenza, eppure un brivido sporco lo percorse. L’immagine di lei gli tornò addosso: la pelle morbida, il respiro spezzato che desiderava strapparle.
"Non è solo una
donna dei Fini," rispose, il tono sfumato da una sottile nota di ribellione.
"Lei… mi fa sentire vivo, padre. E mi ha fatto capire quanto posso… controllare, desiderare, ottenere. Lei..."
"Lei non è nulla," lo interruppe Don Aldo, alzandosi lentamente dalla scrivania. Gli occhi scintillavano di determinazione.
"Solo un mezzo per arrivare alla nostra vittoria. E tu devi scegliere, figliolo. La famiglia Guerra è il tuo sangue, il tuo destino."
Filippo chiuse gli occhi un istante. Dentro, un veleno ribolliva.
Voleva spezzarla, usarla, farle credere di avere scelta, quando invece non ne avrebbe avuta.
Ma quella fottuta fragilità che aveva intravisto in lei… gli faceva girare lo stomaco. La odiava e la voleva, nello stesso respiro.
"Farò ciò che serve," mormorò infine, la voce roca, piena di desiderio e crudeltà.
"E lei… cadrà nelle mie mani. Non capirà neanche quando sarà già mia. Sarà cieca, innamorata, e questo sarà l’inizio della fine dei Fini."
Lasció lo studio, il cuore in subbuglio. Non sapeva se fosse eccitazione, odio o la prima vera crepa nella corazza che aveva costruito in anni di gelo e disciplina. Il gioco era appena iniziato, e l’ossessione per lei stava già diventando un veleno impossibile da trattenere.
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Prega per me
Fiksi UmumNella Verona più oscura, dominata da segreti e rivalità famigliari, Giulia Fini, una giovane donna dalll spirito ribelle e dall'indole fiera, si trova improvvisamente trascinata in un gioco di potere. Una sera, per caso, si scontra con Filippo Guerr...
