Villa di Attilio, ore 2:43.
L'eco dei passi di Giulia rimbalzava nel silenzio della villa, come il battito scomposto di un cuore in fuga. Indossava ancora l'abito elegante della sera, il raso verde incollato alla pelle, le spalle nude tremanti nel freddo notturno.
Rientrò nella sua stanza in punta di piedi, come una ladra.
La notte, pesante come un macigno, sembrava non voler passare mai.
Afferrò la borsa, nascosta con cura, da sotto il letto. Dentro vi erano mazzette di contanti, un passaporto straniero, una patente contraffatta, una sim card nuova e una pistola con la matricola abrasa.
Il cuore le batteva come se volesse frantumarsi contro la cassa toracica.
Aveva poco tempo.
Doveva scomparire.
Poi, la porta si aprì. Nessun bussare. Solo una voce.
"Giulia, tutto bene?"
Era Adelfio, il suo amato fratello.
Lei si voltò di scatto, visibilmente agitata. Gli occhi verdi fissi su di lui. Lo vide varcare la soglia, chiudendo la porta alle sue spalle con lentezza.
"Sì... tutto bene," mentí con naturalezza. Ma il tono era incrinato, quel tanto da farlo dubitare.
"Non mi sembra."
Adelfio fece un passo in avanti.
"Fuori è un inferno. Arresti, interrogatori, telefoni spenti. Marcello è furioso. Lo zio è chiuso in studio a dare ordini come se fossimo in guerra. E tu... tu sei sparita per ore. Ora rientri così? Con quella faccia?"
Il tono era basso, ma vibrava. Qualcosa stava per rompersi.
Giulia non rispose.
"In ogni caso ti conviene restare dentro, finché non capiamo chi ci ha venduti," proseguì lui, avvicinandosi a lei.
E fu proprio in quel momento, che abbassando lo sguardo, notò la borsa aperta.
Il suo volto cambiò.
"Cos'è questa roba? Non dirmi che...sei stata tu."
"Non è come pensi..."
L'uomo fece un altro passo avanti, afferrò la borsa e la rovesciò sul letto: i contanti scivolarono via, seguiti dal passaporto e dalla pistola.
"Risparmiami le bugie!"
Il grido fece vibrare i vetri.
Giulia indietreggiò, il viso contratto.
"Posso spiegare..."
"Sei stata tu quindi a rovinare l'operazione. Hai fatto saltare tutto. Marcello, nostro zio, il clan... ci hai venduto. Hai incastrato anche i Guerra."
La voce di Adelfio era lacerante.
Si fermò a un soffio da lei.
La giovane fece un passo indietro.
"Adelfio, ti prego..."
"Ti prego?" esplose lui.
La guardò. I suoi occhi erano rossi, lucidi.
"Parla. Dimmelo in faccia. Traditrice."
Lei sollevò lo sguardo.
Le lacrime che minacciavano di caderle copiosamente sul viso.
"L'ho fatto per Eugenio."
La stanza si ghiacciò.
Quel nome.
Quel fantasma.
L'uomo impallidì.
"Cosa c'entra Eugenio?"
"Tutto. È morto per colpa vostra. Per colpa di questo mondo marcio che vi siete cuciti addosso. L'hanno zittito, umiliato, usato. E nessuno di voi ha mosso un dito. Nessuno lo ha salvato. Nemmeno tu."
L'uomo scosse la testa, furioso.
"E quindi? Avresti vendicato Eugenio distruggendo anche me? Anche Marcello e nostro zio?"
"Voi vi siete distrutti da soli."
"No, Giulia. Sei stata tu. Tu hai acceso la miccia. Tu ci hai traditi."
Erano faccia a faccia, a un soffio dall'altro.
"Hai davvero pensato di scappare da tutto questo come una ladra nella notte?"
Lei non rispose.
Adelfio la fissò, il dolore e la rabbia mischiati. Poi, sibilò: "Hai un'ora. Poi, per me, non esisti più."
Voltò le spalle, aprendo la porta con uno strattone, ma poi si fermò per un istante sul ciglio.
"Ti ho amata più di chiunque altro in questa famiglia. E proprio per questo, il tuo tradimento sarà quello che non dimenticherò mai."
Andò via.
Giulia restò sola, la schiena contro il muro, il respiro a pezzi.
Nel silenzio della villa, si sentiva solo il ticchettio di un orologio lontano.
Il tempo che le restava.
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Prega per me
قصص عامةNella Verona più oscura, dominata da segreti e rivalità famigliari, Giulia Fini, una giovane donna dalll spirito ribelle e dall'indole fiera, si trova improvvisamente trascinata in un gioco di potere. Una sera, per caso, si scontra con Filippo Guerr...
