Capitolo 22. Prega per me

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Il tempo passava, e la situazione tra Filippo e Giulia stava rapidamente sfuggendo di mano.
Filippo era ormai divorato da un conflitto interno che non riusciva più a ignorare. La ferita al braccio, ormai quasi guarita, non era niente in confronto alla lacerazione emotiva che continuava a tormentarlo.
Ogni volta che chiudeva gli occhi, rivedeva il volto di Giulia, il suo sguardo accusatorio, e si sentiva sempre più in bilico tra il dovere verso la famiglia e la voglia di ribellarsi a tutto per lei.

Mentre cercava di trovare un momento di pace, ricevette una chiamata inaspettata da uno dei suoi uomini fidati.
"Capo, c'è stato un movimento sospetto da parte dei Fini. Sembra che stiano preparando qualcosa di grosso. Potrebbero voler colpire in risposta all'ultimo attacco."

"Era prevedibile," mormorò Filippo, la mascella serrata. Si rese conto che il conflitto non si sarebbe fermato: la guerra tra i clan stava diventando sempre più violenta e implacabile, e lui stesso sembrava trascinato sempre più a fondo, incapace di sfuggire al vortice.

Quella stessa sera, decise di incontrare Giulia in un luogo isolato, lontano dagli occhi indiscreti delle loro famiglie.
Aveva bisogno di guardarla negli occhi, di trovare una spiegazione, un senso, forse un motivo per cui continuare a lottare per qualcosa di diverso dalla violenza.

Quando la vide arrivare, Filippo sentì il cuore accelerare.
Giulia, avvolta in un cappotto scuro, sembrava un'ombra elegante nella luce tremolante della sera.
I suoi occhi verdi, solitamente calmi, adesso erano carichi di dolore e rabbia.

"Filippo, cosa sta succedendo?" chiese, cercando di contenere l'emozione nella sua voce.
"Perché questa follia non si ferma mai? Prima l’agguato, poi il carico… e adesso i tuoi uomini che mi seguono come ombre."

Il ragazzo abbassò lo sguardo, incapace di sostenere quello di lei.
"Giulia, non sai quanto sia difficile per me… Ogni scelta che faccio sembra portarmi sempre più lontano da te, eppure non riesco a fermarmi."

"Allora fermati," rispose lei con veemenza, avvicinandosi a lui. "Scegli di essere diverso, Filippo. Lascia tutto questo. Non lasciare che il tuo odio e la tua lealtà ti distruggano."

"Non è così facile," sussurrò lui, quasi con una rassegnazione malinconica.
"C'è troppo in gioco, Giulia. Troppo sangue, troppa lealtà. Mio padre… Rocco… Non mi lasceranno mai libero di scegliere."

Un silenzio denso calò tra di loro, interrotto solo dal rumore delle auto in lontananza.
Filippo sentiva di trovarsi a un bivio: Giulia era davanti a lui, pronta a rischiare tutto per salvarlo, ma la sua famiglia, la responsabilità, tutto il peso del nome Guerra gli impediva di fare il passo definitivo.

Alla fine, Giulia gli prese la mano. "So che è difficile, ma se davvero tieni a noi, dovrai scegliere. Prima o poi, Filippo… dovrai scegliere."

Mentre si voltò per andarsene, Filippo la trattenne per un braccio. "Aspetta…"

Si avvicinò lentamente, e per un istante, tutto il dolore, la paura e la rabbia si trasformarono in un bacio disperato, intenso, come se entrambi cercassero di assorbire l’uno la forza dell’altro.
Ma quel momento durò solo pochi secondi, perché un rumore improvviso li riportò alla realtà.

Dall'ombra emerse Rocco Marini, un ghigno beffardo sul volto. "Romantico, ma del tutto fuori luogo, Guerra," disse, battendo lentamente le mani con fare ironico.
"Ho bisogno di parlarti, e temo che la signorina debba andare."

Filippo si voltò di scatto verso Marini, proteggendo Giulia con il corpo.
"Rocco, stai giocando con il fuoco. Lasciala fuori da questo."

L'uomo sorrise, con un tono pungente.
"Ti capisco, la ragazza è davvero attraente, ma forse dovresti ricordarti qual è il tuo vero posto, Filippo. Tuo padre non tollererà altre insubordinazioni."

Filippo sentì la rabbia montare, ma si trattenne. Rocco fece un cenno verso Giulia, quasi a volerla liquidare.
"Signorina, il suo cavaliere ha un impegno urgente." Poi, rivolgendosi di nuovo al ragazzo, aggiunse: "Ti aspetto domani. Abbiamo dei conti in sospeso da chiudere."

Giulia guardò Filippo, il volto sconvolto, e prima di allontanarsi gli disse: "Non lasciarti distruggere da lui, Filippo."
"Prega per me, Giulia" sussurrò lui mentre la vide allontanarsi.

Marini fece un passo verso Filippo, il ghigno ormai svanito dal volto. "Abbiamo degli ordini chiari, ragazzo. E se non sarai tu a portarli avanti, ci penserà qualcun altro. Tuo padre non ammette tradimenti."

Filippo capì in quell’istante che era sempre più intrappolato.
La sua lealtà e la sua libertà stavano per scontrarsi, e solo il destino avrebbe deciso chi ne sarebbe uscito vincitore.

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