La villa dei Guerra, in cima alla collina, dominava tutta Verona, emanando un'aura di mistero e severità: le sue mura antiche sembravano impregnate dei segreti e dei peccati di generazioni.
Il passo di Filippo era sicuro, misurato, mentre percorreva lentamente i corridoi che conducevano allo studio di suo padre. Il suo volto impenetrabile emanava un controllo assoluto, come se ogni movimento fosse dettato da una precisa strategia.
Quando entrò nella stanza, una figura autoritaria lo aspettava dietro una scrivania imponente.
"Figliolo," lo salutò con un tono rigido, distaccato, senza sollevare lo sguardo dai documenti.
"Novità?"
Il giovane attese un attimo, lasciando che il silenzio creasse quel sottile filo di tensione.
"Ho avuto un incontro... interessante."
Il vecchio alzò gli occhi, puntandoli dritti su di lui. Il suo sguardo era freddo e analitico.
"Interessante?"
"Sì, ho incontrato una certa... Giulia Fini."
Il nome fece calare un silenzio pesante nella stanza.
"La figlia dei Fini. La nostra nemica."
Filippo trattenne un sorriso appena accennato.
"Nemica... o forse una pedina."
Don Aldo socchiuse gli occhi, pensieroso.
"I Fini ci hanno sfidato per decenni. Ci hanno rubato affari, credibilità... e ora parli della loro figlia come se fosse un'opportunità qualsiasi?"
"Giulia non è come loro," ribatté lui con calma.
"È cresciuta lontano da questo mondo, e proprio per questo potrebbe essere vulnerabile... facile da manipolare."
Un'ombra di approvazione passò sul volto del vecchio.
"Il tuo istinto è buono, ma non dimenticare una cosa, ragazzo: il sangue è più denso dell'acqua. Non sarà mai una di noi."
Il giovane annuì lentamente, lo sguardo perso nei suoi pensieri. "Ma è proprio questo che la rende preziosa. Attraverso di lei, potremmo avere accesso alle loro informazioni e distruggerli dall'interno."
"Stai giocando con il fuoco," osservò Don Aldo, con un tono di avvertimento.
"Ma se questa ragazza può davvero essere la nostra chiave, assicurati di tenerla sotto controllo. Non permetterle mai di controllarti."
Filippo rispose con un sorriso sottile, quasi sprezzante.
"Non accadrà. Sarò io a condurre il gioco."
Lui lo fissò con uno sguardo carico di tensione, un misto di orgoglio e diffidenza.
"Che sia così. Ricorda, però, che noi Guerra abbiamo il potere perché lo strappiamo, non perché ci viene concesso."
Il giovane si voltò verso la porta, gettando un'ultima occhiata al padre.
"In questo caso, è proprio ciò che intendo fare."
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La notte era calata da tempo quando il giovane boss uscì dalla villa, le sue riflessioni offuscate dall'immagine di Giulia.
Il suo sguardo, il modo in cui lo aveva guardato, tutto di lei sembrava sfuggire alle rigide regole del loro mondo, come una nota stonata che risuonava impercettibilmente anche in lui. Lei sarebbe stata la chiave per piegare i Fini, l'arma perfetta per distruggere i nemici della sua famiglia dall'interno.
Si immerse così nella notte, sentendo che nelle strade oscure di Verona avrebbe trovato la sua forza.
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Prega per me
General FictionNella Verona più oscura, dominata da segreti e rivalità famigliari, Giulia Fini, una giovane donna dalll spirito ribelle e dall'indole fiera, si trova improvvisamente trascinata in un gioco di potere. Una sera, per caso, si scontra con Filippo Guerr...
