La notte era stata lunga, interminabile, come una sentenza rimandata all’infinito.
Filippo varcò la soglia della villa, con passo deciso, seguito da Enrico e da due uomini armati.
Il cugino, al suo fianco, sembrava un cane bastonato. Lo sguardo era basso e le labbra serrate in una linea sottile.
Don Aldo sedeva nel suo angolo preferito, con un bicchiere di brandy tra le dita.
Davanti a lui, la scacchiera era ancora apparecchiata.
La regina bianca troneggiava al centro. Il re nero invece, giaceva rovesciato, abbandonato su un lato.
Ivan, in piedi accanto alla finestra, si perdeva nell'oscurità oltre il vetro.
"Per poco non hanno arrestato anche Marini..." disse, senza voltarsi, la voce graffiata dalla stanchezza.
"È un ricercato," rispose Filippo, la voce bassa ma tagliente.
"Risulta ormai un grosso problema per noi."
"Marini, è sempre stato un cane a briglie sciolte... c'era da aspettarselo," rispose il suo braccio destro.
Don Aldo non disse nulla.
Portò il bicchiere alle labbra ma non bevve. Solo il profumo del brandy sembrava dargli conforto.
Infine dopo un lungo silenzio, parlò.
"Chi lo ha venduto?" domandò, la voce spenta come cenere.
Filippo si avvicinò, lentamente, come se ogni passo fosse carico di accuse.
"Giulia," disse.
La parola rimase sospesa tra loro, velenosa.
"Li ha fatti arrestare tutti. Ha incastrato Marini, Enrico, me... persino la sua famiglia."
Il vecchio patriarca chiuse gli occhi, per un attimo.
Un fremito attraversò le sue dita, come se il bicchiere fosse diventato troppo pesante da reggere.
"Sempre lei. Una Fini. Maledetta stirpe."
Guardò dritto negli occhi Filippo.
"Ti avevo avvisato. Una come lei non si ama, si annienta."
Il giovane rimase immobile.
Avrebbe voluto urlare, ma preferí il silenzio.
Enrico invece, non riusciva a trattenere la sua frustrazione.
"Abbiamo perso tutto," disse, la voce tesa, carica di rabbia. "L'operazione è fallita per colpa di quella ragazzina...Marini non doveva fidarsi... non doveva andare a finire così, non dovevamo arrivare a questo punto."
I suoi occhi brillavano di una rabbia che non riusciva a contenere, mentre le sue mani tremavano, segno di una perdita che andava ben oltre i soldi.
"Se la cosa ti può rassicurare, il clan Fini ha avuto perdite ben più gravi," sentenziò Don Aldo.
"E in ogni caso, chi pagherà il prezzo più alto sarà proprio quella ragazzina. Se la sua famiglia scopre cosa ha fatto, non ci sará alcun posto sicuro per lei. Nel loro mondo, così come il nostro, il tradimento si paga con la vita."
La sua voce era calma, ma ogni parola sembrava infondere un terrore silenzioso che si insinuó nel cuore di Filippo.
Il ragazzo sentí un nodo stringergli la gola.
"In ogni caso," continuò Enrico con un sorriso amaro, "quella Fini potrebbe rivelarsi ancora un pericolo. Non mi importa chi la distruggerà per prima, ma deve sparire."
Il giovane Guerra si irrigidì.
Il suono di quelle parole sembrò risuonare nelle sue orecchie come un’eco lontana.
Distruggerla.
L’idea che qualcuno potesse toccarla lo faceva impazzire.
Ma sapeva anche che, ormai, si era compromessa al tal punto da tradire anche la sua fiducia.
Cosa avrebbe dovuto fare? Non aveva più scelta.
Ripensò a quando, pochi giorni prima, lo aveva umiliato pur di non farlo partecipare all'operazione, a quando parole e gesti lo avevano colpito peggio di una lama dritta al cuore.
Eppure… lo aveva salvato.
Se non fosse stato per lei, avrebbe fatto la stessa fine di Marini.
Alzò lo sguardo, il volto duro come la pietra. Il suo respiro era calmo, ma dentro di sé, c’era un tumulto di emozioni che minacciavano di esplodere.
"Non la toccherà nessuno," disse, la voce bassa, ma ferma, come se quelle parole fossero un giuramento, una promessa che non avrebbe mai infranto.
"Se c’è qualcuno che dovrà fare i conti con lei, quello sarò io."
Don Aldo lo guardò, un sorriso sottile attraversò il suo volto.
"Vedi, ragazzo," disse, con un tono che non lasciava spazio a obiezioni.
"Mi auguro che questa volta tu lo faccia senza lasciarti distrarre dalle emozioni… Giulia, come tutti, deve pagare per ciò che ha fatto."
Un silenzio carico di minacce calò nella stanza, mentre i volti degli uomini intorno a Filippo si facevano sempre più tesi.
La partita stava per concludersi, e nessuno sapeva chi sarebbe stato il prossimo a cadere.
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Prega per me
General FictionNella Verona più oscura, dominata da segreti e rivalità famigliari, Giulia Fini, una giovane donna dalll spirito ribelle e dall'indole fiera, si trova improvvisamente trascinata in un gioco di potere. Una sera, per caso, si scontra con Filippo Guerr...
