Filippo seguì Giulia lungo il tragitto verso casa, l'ansia crescente mentre teneva fissi gli occhi sui fanali posteriori della sua auto.
Ogni pensiero oscillava tra il pericolo appena sfiorato e la consapevolezza che il loro legame poteva consumarli. Desiderarla era un rischio, ammetterlo un pericolo.
Quando lei si fermò davanti al cancello della sua abitazione, inchiodò e scese dall’auto, la tensione ormai sul punto di esplodere. Le si avvicinò con passi decisi, il viso contratto in una maschera di rabbia e paura.
"Giulia," la chiamò con voce tagliente.
"Devi sparire dalla mia vita."
Lei si voltò di scatto, ancora scossa dall’aggressione, il cuore in tumulto. Quell’ordine la colpì come uno schiaffo. Lo fissò incredula: prima l’aveva difesa, quasi posseduta con la forza del suo istinto, e adesso voleva respingerla. Eppure, nello sguardo che cercava di negarla, vedeva la stessa vulnerabilità che l’aveva trattenuta tra le sue braccia.
"Perché?" chiese, la voce tremante ma piena di sfida.
"Perché adesso dovrei sparire?"
"Perché non capisci?!" esplose lui, alzando d'istinto la voce.
"Non è una questione di scelta o di sentimenti, Giulia. È questione di sopravvivenza! Finché sei vicina a me, tu sei un bersaglio."
"Mi vuoi lontana solo per proteggermi? O c’è dell’altro?"
La voce di lei si incrinò, ma nei suoi occhi c'era una luce feroce, come se volesse scavare dentro di lui.
Filippo distolse lo sguardo, le mani tremanti di controllo trattenuto.
Un brivido gli scosse la schiena: il desiderio di possederla, di usarla come arma contro i Fini, si mescolava a qualcosa di inatteso… una fitta di affetto che non sapeva riconoscere. Una parte di lui voleva dirle tutta la verità, ma il nome di suo padre, le ombre del clan, il vincolo con Marini lo imprigionavano.
"Giulia, non posso permettermi distrazioni," mormorò, lo sguardo di nuovo su di lei, intenso e feroce.
"E tu sei…"
"Una distrazione?" lo interruppe lei, ferita, gli occhi verdi che brillavano nella notte.
"Sì!" gridò, la voce incrinata.
"Sì, lo sei. Ogni volta che penso a te, mi distraggo. E nel mio mondo, le distrazioni si pagano con la vita. È meglio così."
Lei fece un passo verso di lui, il respiro corto.
"Non ho paura di quello che potrebbe succedere," sussurrò, con una determinazione che lui non si aspettava.
"Ho solo paura di perderti."
In un attimo, il muro che Filippo aveva costruito crollò. Non c'era più strategia, solo bisogno incontrollato. Di impulso la tirò a sé afferrandole il viso tra le mani. Le loro labbra si incontrarono in un bacio appassionato, disperato, un fuoco che bruciava tutto quello che non riuscivano a dire a parole.
Giulia appoggiò le mani sul torace di lui, sentendo il cuore battere all’impazzata.
"Sei uno stronzo," ansimò, tra un bacio e l'altro, mentre lui le stringeva i fianchi, il corpo premuto contro il suo.
"Non sono uno stronzo... non con te," sussurrò il giovane, la voce rotta dal desiderio e dall'emozione appena scoperta.
Si staccarono appena, respirando affannosamente, gli sguardi che si cercavano e si trovavano in un silenzio pieno di tensione e desiderio.
Per un attimo, non esisteva più nulla: solo loro due, e la consapevolezza che nulla sarebbe stato più come prima.
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Prega per me
General FictionNella Verona più oscura, dominata da segreti e rivalità famigliari, Giulia Fini, una giovane donna dalll spirito ribelle e dall'indole fiera, si trova improvvisamente trascinata in un gioco di potere. Una sera, per caso, si scontra con Filippo Guerr...
