Giulia seguì Filippo con passo incerto, lasciandosi dietro Marini e l’aria pesante della caffetteria.
Il cuore le batteva all’impazzata, tra la confusione per le rivelazioni appena ricevute e la rabbia per l’atteggiamento freddo e distante del suo compagno.La stretta della mano di lui era forte, quasi a volerle trasmettere un senso di protezione, ma anche di controllo.
Quando furono fuori, sotto il cielo grigio di una giornata che sembrava riflettere il loro umore, Giulia si fermò bruscamente, liberandosi dalla presa.
"Filippo, basta!" gridò, guardandolo negli occhi.
"Non puoi continuare a comportarti così. A trattarmi come se fossi un problema da gestire. Voglio delle risposte!"Filippo si voltò lentamente, il suo volto una maschera di emozioni represse.
Il vento gelido scompigliava i suoi capelli, ma lui non si mosse, fissandola con uno sguardo che non ammetteva repliche.
"Ti ho già detto tutto quello che dovevo dire, Giulia. Insistere non cambierà niente.""Non cambierà niente?" ribatté lei, con una risata amara.
"E allora perché mi hai presa per mano? Perché mi porti via da Marini, come se avessi paura che possa dirmi qualcosa in più di quanto tu non voglia?"Il suo tono tagliente colpì il giovane come una frustata.
Fece un passo verso di lei, la sua presenza imponente non lasciava scampo."Marini non ti interessa," disse con una calma pericolosa.
"Eugenio non c’è più, e sapere i dettagli non te lo restituirà. Quindi smettila di scavare, prima che ti faccia più male che bene."Giulia indietreggiò di un passo, i suoi occhi pieni di lacrime.
"Non è solo Eugenio," sussurrò.
"È tutto. È questa vita che ci sta distruggendo. Io... io volevo solo capirti. Volevo sapere chi sei davvero. Ma tu non me lo permetti."Filippo rimase in silenzio, le mani chiuse a pugno.
Per un attimo, sembrò abbassare la guardia.
"Ci ho provato, ma... non posso essere l’uomo che vorresti, Giulia. E forse non lo sarò mai."In quel momento, un’auto nera si fermò accanto al marciapiede.
Il finestrino si abbassò lentamente, rivelando il volto di Don Aldo Guerra."Figliolo," disse il padre con voce autoritaria, ignorando del tutto la presenza della giovane Fini.
"Abbiamo un problema. Sali in macchina."Filippo lanciò un’ultima occhiata a Giulia, un misto di rimpianto e frustrazione. Poi si voltò e si diresse verso l’auto, lasciandola lì, sola sotto il cielo grigio.
Lei lo guardò andare via, il cuore pesante. Le sue emozioni erano un vortice di rabbia, dolore e un amore che non riusciva a reprimere.
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In quello stesso momento, Adelfio chiuse la chiamata con un gesto rabbioso.
Il suo telefono venne lanciato contro il muro con tutta la forza che aveva in corpo.
Il suono metallico del dispositivo che colpiva il pavimento risuonò nel silenzio della stanza.
Era furioso.
I loro affari stavano andando a pezzi. Dopo l'ennesimo fallimento, l'ennesimo colpo subito da parte dei Guerra, la frustrazione lo stava consumando.Marcello, il suo cugino più stretto, entrò senza bussare.
Lo trovò là, nello studio di Attilio, con il volto teso e lo sguardo perso, incapace di nascondere il suo disappunto."Dobbiamo preparare una controffensiva", si rivolse a lui, la voce bassa e grave.
"Questo è il secondo carico che ci sottraggono."Poi sollevò la testa, fissando il cugino con uno sguardo che tradiva una rabbia incontrollata.
"A quanto pare, questi maledetti Guerra sembrano invincibili", borbottò, la voce che tradiva la sua frustrazione.Marcello si appoggiò alla porta con un sorriso sornione, lo sguardo scintillante di malizia.
"Tu dici? Eppure un punto debole ci sarebbe..." fece una pausa, aspettando di attirare l'attenzione di Adelfio, che finalmente si girò verso di lui, incuriosito."Quale?" chiese, guardando il cugino con un misto di scetticismo e speranza.
Marcello sorrise ancora di più, avvicinandosi.
"Beh, il fidanzamento andato a rotoli con la signorina De Falco, e quindi… potremmo avere l'occasione di portare Richard dalla nostra parte. Scommetto che a quest'ora, questo premuroso paparino, sia ancora molto arrabbiato per l'affronto subito."
Il suo sorriso si fece più ampio e furbo.
"Quel Filippo è proprio una carogna", aggiunse poi, ridacchiando amaramente.Adelfio si strinse nelle spalle, con un'aria di sfida.
"Effettivamente potrebbe essere un colpo ben piazzato. E' ora che i Guerra paghino."Marcello si avvicinò, apoggiandosi con disinvoltura alla scrivania.
"Hai capito bene, Adelfio. Se De Falco si schiera dalla nostra parte, avremo tutto. Manca però un'altro tassello da abbattere...""Marini" sospirò Adelfio.
"A breve arriverà mio padre. Studieremo insieme un piano."
Adelfio annuì con decisione, e la tensione nella stanza sembrò alleggerirsi.
Sapeva che, se avessero agito rapidamente, l'inizio della loro controffensiva avrebbe potuto finalmente mettere fine al dominio dei Guerra.

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Prega per me
General FictionNella Verona più oscura, dominata da segreti e rivalità famigliari, Giulia Fini, una giovane donna dalll spirito ribelle e dall'indole fiera, si trova improvvisamente trascinata in un gioco di potere. Una sera, per caso, si scontra con Filippo Guerr...