Capitolo 44

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Stavamo continuando a parlare del più e del meno, con Taylor che continuava fastidiosamente a fare battutine sul mio conto. A un certo punto Audrey si rivolse a me.

– Fino ad adesso abbiamo parlato solo di noi. Tu, invece, cosa hai fatto questi giorni? –

Deglutii. Lei sa, pensai, ma poi realizzai che non era possibile. – Oh, beh... Sono andato a qualche festa, sono uscito con gli amici... Sempre le solite cose, sai... – risposi, passandomi una mano tra i capelli.

Audrey sorrise e calò di nuovo il silenzio. Si sentiva solo il fastidioso ticchettare di Taylor sul finestrino. Alla fine Audrey parlò di nuovo.

– Grazie per esserci venuto a prendere. – disse.

Ignorai lo sbuffo di Taylor e le sorrisi senza guardarla. – Figurati. Non potevo lasciarvi prendere un taxi: dall'aeroporto al vostro appartamento la strada è davvero lunga e avreste pagato moltissimo. –

Lei sorrise e sembrò accorgersi solo allora della ferita che avevo sulla mano.

– Che ti sei fatto? – mi chiese, indicando la fasciatura.

Cercai di mantenere un tono normale. – Ieri sera ho fatto a botte con un tizio e... –

– Non devi aver paura di confessare di aver preso a pugni il muro. – disse Taylor guardando la strada alla sua destra. – Tutti i ragazzi della tua età lo fanno. –

Lo guardai solo per qualche secondo. – Come... –

– Faccio a saperlo? – finì la frase al posto mio. Alzò le spalle. – Ho tirato pugni al muro tante di quelle volte da arrivare a un punto in cui, appena mi avvicinavo, il muro si incrinava da solo. –

– Quindi tu non sei poi così diverso da me. – dissi, ghignando.

Lui staccò lo sguardo dal panorama solo per mostrarmi un sopracciglio inarcato. – Per favore. Tu e io non potremmo essere più diversi. –

Terminammo il viaggio in silenzio. Ogni tanto Audrey cercava di iniziare una conversazione, ma ogni volta che diceva qualcosa, Taylor trovava sempre un modo velato per insultarmi.

Arrivati all'indirizzo del loro appartamento, spensi la macchina e rimasi un attimo immobile. Non sapevo cosa fare ora che eravamo arrivati.

Audrey prese un decisione al mio posto. – Ti va di entrare? Così vediamo in che stato è l'appartamento. –

La ringraziai e dovetti di nuovo portare le valigie di Taylor. Questa volta, per fortuna, l'appartamento era al piano terra e non dovetti portare i bagagli a lungo.

Audrey aprì la porta, eccitata, e ci fece segno di entrare. Lasciammo tutte le valigie all'ingresso e iniziammo a ispezionare l'appartamento: tutto l'arredamento era in stile moderno, a partire dai lampadari fino alle piastrelle, passando per ogni genere di comodità.

C'era un salone abbastanza grande, diviso dalla cucina da una piccola isola rettangolare che ospitava alcuni sgabelli. La cucina era stretta e lunga, illuminata da una piccola finestra. Un corridoio collegava l'ingresso con le due camere da letto.

Erano identiche: muri bianchi, un grande armadio che copriva un'intera parete, un letto a una piazza e mezza e un comò sormontato da un grande specchio rettangolare, tutti colorati con lo stesso bianco spento. L'unico elemento che spiccava era la finestra: una grande finestra che copriva mezza parete e da cui filtrava molta luce.

Audrey si illuminò. – È proprio come l'avevamo immaginata, Tay! – poi si rivolse a me. – Le camere erano arredate, ma abbiamo dovuto rifare cucina, bagno e salone. Prima o poi arrederemo meglio anche le camere, anche se questo stile mi piace. –

– Troppo bianco. – disse Taylor, facendosi avanti e studiando la stanza con occhio vigile. – Sembra una camera d'ospedale. –

Dopo un po' iniziò a saltellare da una parte all'altra, riempiendo la stanza vuota di nuove idee per l'arredamento.

– Colorerò tutti i muri. – decretò lui. facendo una piroetta. – Tutta la stanza sarà in perfetto stile Tay: metterò una scrivania qui, proprio sotto la finestra, e una cassettiera al posto di quel comò. Personalizzerò lo specchio e attaccherò un pannello magnetico vicino alla scrivania. Che ne pensi, raggio di sole? –

Audrey annuì contenta. – Sono idee fantastiche, Tay! Penso che anche io colorerò i muri e lavorerò sui mobili. Che ne pensi del decoupage? Penso che toglierò il comò per fare spazio a una libreria. E comprerò una poltrona da mettere davanti alla finestra. –

– Sono così felice! – squittì Taylor.

Audrey abbracciò di slancio il ragazzo davanti a lei e scoppiarono a ridere ancora avvinghiati. Incrociai le braccia al petto e lasciai vagare lo sguardo per la stanza, in attesa che il momento di imbarazzo finisse.

Alla fine, quando si staccarono, Taylor mi fissò. – Perché hai quel muso lungo? Vuoi anche tu un abbraccio? –

Audrey gli diede una leggera pacca sulla spalla e sorrise, rivolgendosi a me. – Allora, che ne pensi della casa? –

Deglutii. – È davvero bella. –

– Tutto qui? – chiese Taylor con tono accusatorio. – Questa casa non è bella, è meravigliosa. E non appena avrò finito di rimodernarla sarà perfetta. –

– Ne sono sicura. – aggiunse Audrey con un sorriso.

Guardai l'orologio e poi Audrey. – Mi dispiace, devo andare. Sono quasi le due del mattino... –

Audrey spalancò gli occhi. – Oh, già! Il fuso orario! Scusa, devo ricordarmene la prossima volta. –

– Non preoccuparti. – le risposi.

Lei annuì. – Grazie mille per il tuo aiuto, Marshall. Sei stato meraviglioso. –

Spostai il peso da una gamba all'altra e sentii la bocca aprirsi in un sorriso.

– A presto, Marshall. – mi salutò lei.

– Uhm-uhm. – fu tutto ciò che disse Taylor.

Li salutai e mi avviai verso la macchina. Non riuscii a smettere di sorridere per tutto il viaggio di ritorno.

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Spazio autrice:

Questo è un capitolo piuttosto corto, ma mi serve solo da capitolo di passaggio: dal prossimo ricominciamo a osservare la storia dal punto di vista di Audrey. Non siete contenti? Io sì. Ho centinaia di idee diverse in mente e sono sono mai stata così veloce a scrivere un capitolo. Questa cosa dell'anno in America mi sta dando uno spettro completo sulla vita in America, quindi sto lavorando a un "capitolo speciale" in stile americano. Sono così felice! Non so cosa mi sta succedendo, ma questi giorni sono davvero su di giri.

Parlando di cose serie... Niente di particolarmente importante è successo, ma succederà, non dubitate. Spero per lunedì di riuscire a pubblicare ma non ne sono sicura: questo fine settimana è dedicato alla ricerca del vestito per l'home coming! Sono troppo felice, di nuovo!

Okay, ho finito di stressarvi per oggi. A presto! <3 


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