- Audrey, di quale ragazzo sta parlando? - chiese Gabriele una seconda volta.
Decisi che era arrivato il momento di scoprire tutte le mie carte. - Francesco. Sta parlando di Francesco. E' il ragazzo con cui stavo uscendo fino a un paio di settimane fa. Ma poi le cose sono cambiate e... -
- Ah, questo non lo sapevo. - mi interruppe Marshall. Lo fissai con sguardo infuocato, ma lui mi ignoro'. - Eppure ho parlato con un paio di suoi amici ieri pomeriggio e sembra che sia piuttosto convinto che tornerete presto insieme. -
Poggiai entrambe le mani sul tavolo. - Puoi dirgli che ho trovato qualcuno meno pieno di se stesso. -
Lui alzo' un sopracciglio e sorrise malignamente. - Oh, puoi dirglielo tu di persona. -
- L'hai invitato?! - chiesi io quasi urlando. La gente intorno a noi si giro' nella mia direzione e io deglutii, imbarazzata.
- Dio, no! - rispose Marshall, evidentemente divertito dalla scena. -Pensi che io sia davvero cosi' stupido? -
Scrollai le spalle in risposta e fu il suo turno di fissarmi male. Marshall fece schioccare la lingua sul palato. - Non farei mai una cosa del genere. Aspetterei di non essere in compagnia di un bambino. Insomma, una guerra come quella che scoppierebbe non e' cosa da bambini... -
- Ma che...? - ricordai solo in quel momento che Filippo era il motivo per cui avevo accettato di uscire con Marshall, eppure mi resi conto che non era con noi. - Dov'e' Filippo? -
Lui si rilasso' sulla panca, portandosi le mani dietro la nuca. - Ho pensato che sarebbe stato meglio lasciarlo chiuso in macchina mentre facevo arrabbiare il tuo nuovo ragazzo. -
Fissai Gabriele solo per un secondo: la sua faccia era completamente senza emozioni, ma i suoi occhi sembravano pronti a sputare fuoco.
Presi un bicchiere d'acqua che un cameriere aveva portato da poco e tirai il contenuto a Marshall.
Lui si mosse velocemente, ma dell'acqua gli bagno' ugualmente la maglietta, aderendo perfettamente ai suoi addominali. - Che cazzo...?! -
- Hai veramente chiuso Filippo nella macchina?! - chiesi io, arrabbiata. Le persone intorno a noi ricominciarono a fissarci, ma feci del mio meglio per non curarmene.
Lui mi fisso' come se fossi pazza. - Ti pare? E' in bagno. E poi ho una moto, ricordi? -
Aprii e richiusi la bocca di scatto.
Marshall alzo' gli occhi al cielo. - Ormoni femminili... -
Allungai la mano verso il bicchiere di Coca Cola che mi stava davanti, ma Gabriele mi prese le mani e inizio' a massaggiarle leggermente.
- Non c'e' bisogno di abbassarsi al suo livello. - mi consiglio' lui, strizzando l'occhio.
Fu il momento di Marshall di guardarci arrabbiato. - Figlio di... -
- Hey, Audrey! - lo interruppe Filippo, arrivando al nostro tavolo. Guardai Marshall con aria di sfida e lui si morse la lingua pur di non finire la frase.
- Ciao, Filippo. - lo salutai io. Marshall si sposto' dall'altro lato della panca per far sedere il bambino accanto a lui, prendendo posto esattamente di fronte a me.
Lo ignorai e, spostando lo sguardo sul bambino, notai che stava fissando Gabriele con una certa intensita'.
- Filippo, lui e' Gabriele. - li introdussi.
Gabriele gli sorrise e gli strinse la mano, cosa che mi rese un po' gelosa.
Lui sembro' notare il mio cambio di umore, tanto che mi prese una mano sotto il tavolo e la strinse.
Io gli sorrisi e Marshall, come suo solito, rovino' il momento emettendo un verso schifato.
- Marshall, perche' la tua maglietta e' bagnata? - gli chiese Filippo ingenuamente.
Marshall mi guardo' per un momento, poi scrollo' le spalle e gli sorrise. - Sentivo caldo. Sai come soffro il caldo... -
Il bambino annui' soddisfatto e, quando la cameriera arrivo', fu il primo a ordinare.
- E per voi? - chiese lei, sorridendo a Marshall.
Lui si passo' una mano tra i capelli e le sorrise. - Uhm, fammi pensare... qual e' il tuo piatto preferito? -
- Il mio? - la ragazza emise una risata acuta da oca, portandosi una mano alla bocca.
Lui continuo' a sorriderle. - Si', il tuo. Sono sicuro che hai gusti eccezionali. -
Lei rise ancora e riprrse per un solo attimo il suo atteggiamento da cameriera. - Beh, penso che i nostri doppi cheeseburger siano davvero buoni. -
- Uhm... penso che prendero' quello. -
- Se vuoi posso farti aggiungere del bacon. - continuo' lei. - Mio padre e' lo chef e sono sicura che sara' contento di compiacermi. E non devi neanche pagare il tuo extra! -
Lui sorrise vittorioso, ammiccando nella sua direzione. - Ti ringrazio. Insomma, non sei solo bella. Hai anche un ottimo senso degli affari. -
Lei gongolo' sul posto e io mi schiarii la gola.
Lei mi fisso' come se avessi appena interrotto qualcosa di magico.
- Per voi? - chiese lei senza emozione nella voce.
Gabriele fece scorrere lo sguardo sul menu'. - Un hamburger jumbo per me. Tu cosa prendi? -
Ci pensai un momento. - Uno anche per me. -
Marshall mi guardo'. - E' enorme. Non penso che riusciresti a finirlo. -
Lo sfidai con lo sguardo. - Vedremo. -
Gabriele sorrise soddisfatto e la cameriera ci fisso' a bocca aperta.
- E tu cosa prendi, ometto? - chiese Marshall a Filippo.
Lui ci penso' un momento. - Un cheeseburger normale, grazie. -
Lei prese appunti e alla fine decise di andarsene, non prima di essersi assicurata che Marshall stesse fissando il suo didietro ancheggiante che si spostava verso un altro tavolo.
- Allora, Filippo. - inizio' Gabriele, sorridendo al bambino. - Sei il fratello di Audrey? -
- Fratellastro. - risposi io per lui, mordendomi la lingua nel vedere la sua espressione ferita.
- Hey, cio' non significa che non e' tua sorella. - lo rassicuro' Marshall, perdendo improvvisamente il suo tono da grande stronzo.
Il bambino sorrise. Poi prese coraggio e inizio' a parlare con Gabriele. - Il mio papa' e anche il papa' di Audrey. Pero' l'ho incontrata per la prima volta solo qualche mese fa. Eppure sono sicuro che e' la sorella maggiore perfetta. -
Sentii gli occhi dei due ragazzi su di me, eppure non riuscivo a staccare lo sguardo da Filippo. Mi sentii una stupida: avevo odiato quel bambino dal primo momento in cui l'avevo visto, eppure non era colpa sua.
Sentii le lacrime minacciare di uscire.
- Vado un attimo in bagno. - dissi io, sentendo la mia voce incrinarmi leggermente. Mi alzai di scatto e mi avviai verso il bagno. Aprii la porta e per fortuna nessuno era li'.
Chiusi a chiave e rimasi a fissarmi nello specchio per un po'.
Poco dopo sentii qualcuno bussare alla porta.
- Occupato. - dissi io, cercando di mascherare il nodo che avevo in gola.
- Stai bene? - chiese Gabriele dall'altra parte.
Io cercai di sembrare calma. - Certo. -
- E' una cazzata. - ribatte' invece lui. - Fammi entrare. -
Fissai la porta chiusa. - Sono in bagno. -
Lo immaginai alzare gli occhi al cielo. - Certo. E io ho appena vinto il campionato di motogp. -
Rimasi in silenzio e lui busso' leggermente. - Hey, fammi entrare. Un cameriere mi sta fissando piuttosto male. E sta asciugando i coltelli. -
Risi e aprii la porta. Lui entro' e richiuse la porta alle nostre spalle.
- Questo e' il bagno delle donne. - dissi io.
Lui scrollo' le spalle. - Non me ne potrebbe importare di meno. -
Poi mi prese la faccia tra le mani, asciugandomi le lacrime con i pollici. - Ne vuoi parlare? -
Tirai su con il naso, godendomi le sue carezze prima di decidermi a parlarne con qualcuno.
Abbassai la tavoletta del water e cercai di non piangere piu' di quanto non avessi gia' fatto.
- Non mi piace parlare di questo. - iniziai io, fissando il lavandino di fronte a me. - Ma mi fido di te. -
Mi schiarii la voce e cercai di parlare tutto d'un fiato. - Da quando i miei genitori hanno divorziato nove anni fa, mio padre si e' trasferito in Italia e si e' costruito una nuova famiglia. Quando sono arrivata qui ho visto che lui adora Filippo, piu' di quanto abbia mai amato me e le mie sorelle insieme. -
Sospirai. - Quando sono arrivata qui, la prima cosa che ho visto e' stata con quanto orgoglio mi ha presentato suo figlio. Ho iniziato a odiare quel bambino dal momento in cui mi sono venuti a prendere all'aeroporto. E adesso se ne esce con il fatto che che sono la sorella maggiore perfetta. -
Mi asciugai le lacrime con rabbia e Gabriele mi fu subito accanto. Mi prese fra le braccia e mi cullo' dolcemente.
Rimanemmo cosi', abbracciati, per quelle che sembrarono ore. Il suo corpo a contatto con il mio mi rassicurava e il fatto che fosse venuto a cercarmi, anche se un cameriere lo stava fissando male, mi faceva sentire speciale.
Alla fine decisi che era passato abbastanza tempo e mi staccai. Mi avviai verso lo specchio ed emisi un verso spaventato quando vidi il mio riflesso.
- Sembro un panda! - piagnucolai, riferendomi alla matita per gli occhi che mi era colata sulle guance.
Cercai di fare del mio meglio per sembrare il piu' presentabile possibile.
Poi lui si infilo' tra me e lo specchio, impedendomi di guardarmi.
- Sei bellissima. - sussurro' lui, fissandomi con i suoi occhi penetranti. - Non ti devi preoccupare. -
Lo abbracciai e sentii le lacrime che premevano contro i miei occhi. Stavolta decisi che ero forte abbastanza per trattenerle.
Tirai su con il naso e accettai volentieri un pacchetto di fazzoletti che Gabriele mi aveva allungato.
- Grazie. - dissi io, soffiandomi il naso e usando un bordo per mettere a posto il trucco.
- Adesso posso fidarmi a lasciarti da sola qui dentro? - chiese lui dolcemente.
Lo guardai sorridendo. - Prometto che non allaghero' il bagno. -
Lui sorrise a sua volta e mi bacio' la fronte. - Ti aspetto fuori. -
Rimasi in bagno un paio di minuti, giusto il tempo di assicurarmi che non sembrassi piu' una drag queen che ha dormito truccata. Poi mi lavai le mani e uscii dal bagno.
- Tempo perfetto! - commento' Marshall, seguendo con lo sguardo le nostre ordinazioni che si avvicinavano al tavolo.
Gabriele mi prese una mano non appena mi sedetti accanto a lui. Mi guardo' intensamente e io gli sorrisi. Quella mia muta risposta sembro' rassicurarlo.
- Ho... ho detto qualcosa di male? - chiese Filippo, contorcendosi le mani.
Scossi la testa. - Assolutamente no! Anzi, mi ha fatto davvero piacere sentirti dire qualcosa del genere. Sai, ho sempre avuto sorelle piu' grandi s il fatto che adesso ho un fratellino sembra quasi assurdo. -
Lui sorrise timidamente. - Posso rivelarti un segreto? -
Alzai un sopracciglio, scettica, ma alla fine annuii e mi sporsi verso di lui. Filippo si allungo' sul tavolo e sussurro' direttamente nel mio orecchio, coprendosi la bocca con la mano per accertarsi che nessuno lo sentisse.
- Penso che Marshall sia innamorato di te. -
Tornai a sedermi al mio posto, fissando il bambino senza espressione.
Lui scrollo' le spalle. - Questo e' quello che penso. -
- Ecco qui! - disse la cameriera, posando eccitata i piatti davanti a noi. - Spero che sia di vostro gradimento. Per qualsiasi cosa, chiamatemi. -
Fece l'occhiolino a Marshall e si avvio' verso la cassa.
Marshall fu il primo ad addentare il suo panino. Assaggiai il mio e dovetti ammettere che era davvero buono.
Gabriele e Marshall finirono praticamente nello stesso momento, mentre io impiegai quasi cinque minuti in piu' per finire di mangiare. Ma alla fine il mio piatto era completamente vuoto.
Marshall emise un fischio. - Non sapevo che potessi mangiare tutto quel cibo in una sola volta. Pensavo fossi una... signora. -
Mi pulii gli angoli della bocca con un tovagliolo. - Lo sono. Ma so anche apprezzare un bell'hamburger quando ne vedo uno. -
Gabriele scoppio' a ridere e mi cinse la vita con un braccio.
Aspettammo che Filippo finisse il suo panino e poi ci avviammo verso la pista da bowling.
Decidemmo di giocare tutti insieme, usando pero' le sponde, visto che Filippo non aveva mai giocato prima di allora.
- Pronti a perdere? - chiese Marshall, convinto che avrebbe vinto.
- Gabriele fini' di allacciarsi le scarpe prima di avviarsi verso la pista.
- Questo e' tutto da vedere. - ribatte' lui, prendendo una palla e facendo il primo strike della partita.
Lo fissammo tutti a bocca aperta, mentre lui tornava a sedersi accanto a me.
Marshall borbotto' qualcosa e fece del suo meglio per batterlo, riuscendo s fare uno spare.
L'intera partita ando' avanti con i due ragazzi che cercavano di battersi a vicenda, pavoneggiandosi ogni volta che riuscivano a fare uno strike.
Alla fine della partita i loro punteggi erano davvero alti e praticamente uguali.
Gabriele si preparo' a tirare l'ultima volta. Fissai i suoi muscoli che si tendevano come se fosse stato un modello alle prese con degli scatti.
Poi lascio' andare la palla, facendo cadere nove birilli. Fini' la partita con uno spare e torno' a sedersi al tavolo, vittorioso.
Poi fu il turno di Marshall: si preparo' anche lui come se fosse un giocatore professionale, calcolo' l'angolo e tiro' la palla con forza.
Otto birilli caddero a terra, per poi buttarne giu' un altro. Colpirono l'ultimo birillo, facendolo dondolare. Quello dondolo' per un po', poi cadde.
- Strike! - urlo' Marshall, iniziando a ballare sul posto.
Ma quando i punteggi apparirono sullo schermo, rimase deluso dal fatto che aveva perso per un solo punto.
Gabriele si alzo' in piedi e inizio' a ballare esattamente come aveva fatto Marshall, ma in modo leggermente piu' sensuale.
- Ho vinto! - inizio' lui, facendo sorridere tutti tranne Marshall.
Lui digrigno' i denti e in quel momento ebbi una brutta sensazione che qualcosa sarebbe successo.-----------------------------------------------------------
Angolo autrice:
Solo questo: spero che il capitolo vi piaccia! ;)
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Just friends
Teen FictionAudrey è una ragazza con un passato difficile: da piccola è stata abbandonata da suo padre e dal suo migliore amico, situazione che l'ha costretta a costruire intorno a sé un muro di sfiducia e incertezza e che pian piano l'ha spinta nel baratro del...