Capitolo 75

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Due settimane trascorsero senza che incontrassi Francesco o Marshall. O Gabriele, visto che stavo cercando di tenermi fuori dalla portata di eventuali assalitori.
Era passato un mese da quando Francesco mi aveva dato un ultimatum, eppure, anche se ci pensavo ogni giorno, non riuscivo a prendere una decisione.
Quel sabato mattina mi svegliai decisamente di buon umore: mancavano due settimane alle vacanze natalizie e stavo iniziando a uscire di piu' con le mie amiche o seguire Tay al lavoro durante i fine settimana. Almeno riuscivo a tenere la mente sgombra da qualsiasi distrazione. Muscolosa o meno che fosse.
Tay mi aveva chiesto di andare con lui al lavoro perche' voleva mostrarmi i progressi che aveva fatto nella sua prima vera collezione di abiti invernali. Sapevo che quella era solo una scusa per tenermi d'occhio mentre lui non era in casa, ma mi avrebbe comunque fatto piacere vedere cio' che il mio migliore amico aveva creato.
- Tay, svegliati. - sussurrai, entrando nella sua camera e sedendomi sul letto.
Lui mugugno' e si giro' dall'altra parte. - Ancora cinque minuti... -
- Tay! Devi andare al lavoro! -
Quando realizzai che non mi avrebbe risposto, gli strappai di dosso le coperte, rivelando il suo nuovo pigiama con una stampa della galassia, con un grande acchiappasogni sul petto.
Lui emise un verso spaventoso, che sembrava un misto tra una foca morente e una cantante di opera.
- Per tutti gli abiti firmati! Fa freddo! - impreco' lui, portandosi le ginocchia al petto per cercare di scaldarsi.
Incrociai le braccia al petto, aspettando che finisse di comportarsi come una diva ubriaca.
Alla fine apri' un occhio e mi guardo'. - Non hai intenzione di lasciarmi dormire, vero? -
Scossi la testa. - Neanche la piu' piccola intenzione. -
- Beh, allora io non ho neanche la piu' piccola intenzione di alzarmi dal letto. - sentenzio' lui, alzando il mento con fierezza.
Decisi che era il momento di attuare il piano B. - Okay, cio' significa che non hai voglia di assaggiare le crêpes che sto per preparare... -
- Con la nutella? - chiese lui, improvvisamente interessato.
Annuii. - E lo zucchero a velo. -
Lui sbuffo', seppelli' la testa nel cuscino per un paio di secondi e alla fine si decise ad alzarsi.
Prima di sparire nel bagno, pero', si giro' verso di me per farmi una linguaccia, incurvando la schiena come una modella.
Che diva, pensai.

Impiegai neanche dieci minuti a preparare la colazione e non ci fu neanche bisogno di chiamare Tay: il profumo del barattolo di nutella appena aperto aveva gia' fatto il lavoro al posto mio.
Tay era perfettamente pronto, indossando il suo completo blu, e aveva i capelli perfettamente al loro posto, tenuti fermi da una dose abbondante di gel.
Tay fini' la sua colazione velocemente, sparecchio' la tavola e attese che io fossi pronta.
Dopo dieci minuti eravamo in strada, diretti alla boutique di Cassandra Del Monte.
Arrivati li', salimmo fino al secondo piano, dove un uomo di mezza eta' vestito di tutto punto apri' l'enorme porta di vetro che dava sulla sala d'aspetto.
Ricordai quel posto dal giorno in cui avevo accompagnato Tay a fare l'intervista: nulla sembrava cambiato, ma l'aria gioiosa di Tay rendeva il tutto piu' vivo.
Aspettammo fuori dall'ufficio della signora Del Monte per diversi minuti. Alla fine la porta si apri' e Cassandra ne emerse, seguita da un uomo che, visto da dietro, sembrava un lottatore di boxe.
- Grazie di avermi fatto restare qui, zia. - disse lui, uscendo dall'ufficio.
Cassandra gli sorrise. - Non c'e' di che. Sai che farei qualsiasi cosa per te e tua madre. -
Quando poi Cassandra si mosse, riuscii a vedere in faccia il suo interlocutore. Il cuore manco' un battito nel riconoscere la figura slanciata di Gabriele.
- Hey. - ci saluto' lui, stupefatto quanto me. - Non pensavo di trovarti anche qui. -
Cassandra passo' lo sguardo da suo nipote a noi e viceversa. - Cosi' gia' vi conoscete. Tay mi ha parlato molto di te, Audrey. E anche Gabriele ha accennato il tuo nome. -
- Zia! - la rimprovero' lui, mentre le sue orecchie si coloravano di rosso.
Lei scrollo' le spalle. - E' vero. -
- Aspettate un momento... - intervenne Tay con sguardo confuso. - Lui e' tuo nipote? -
Cassandra guardo' Gabriele per un momento, posandogli fieramente una mano sulla spalla. - Lui e' il figlio di mia sorella. Questa settimana e' entrato in tirocinio per diventare la guardia del corpo di diversi personaggi importanti in giro per l'Europa. Adesso e' con me, anche se io non rientro in quella categoria. -
- Certo che ci rientri! - ribatte' Tay, incrociando le braccia al petto. - Sei una degli stilisti migliori che abbia mai seguito. -
Lei gongolo' per un attimo, poi riprese la sua aria di direttrice. - Comunque... Gabriele restera' qui per un po', per accertarsi che niente di brutto accada nella mia boutique. Sapete, Gabriele e' un ottimo poliziotto. -
- Zia, non e' che sei un po' di parte? - scherzo' lui.
Lei lo fisso' con un sopracciglio alzato. - Sai che non sono una persona di parte. E comunque quel posto te lo sei guadagnato, dopo tutto cio' che hai fatto in questi anni. Sono cosi' fiera di te! -
Gabriele la abbraccio'. Era talmente alto che le poteva poggiare il mento sulla testa. Mi ritrovai a pensare che anche io avrei voluto essere abbracciata in quel modo da lui: quell'abbraccio sembrava cosi' caloroso...
- Allora, pronto per iniziare? - chiese Cassandra, asciugandosi una lacrima.
Lui annui' e le poso' un bacio sulla fronte. - Prontisimo. Vedrai che non ti deludero'. -
Cassandra sorrise e, non appena Gabriele entro' nell'ascensore, ci fece cenno di seguirla nel suo ufficio. Nessuno parlo' finche' non prendemmo tutti posto intorno alla sua scrivania.
Cassandra si abbasso' i sottili occhiali da vista che indossava per tamponarsi gli occhi. - Mi dispiace per avervi tenuto in attesa cosi' a lungo. Ma avevo davvero bisogno di parlare con lui in privato. -
Tay le sorrise. Non preoccularti. Sembra un ragazzo in gamba. -
Lo guardai con la coda dell'occhio: da quando Tay pensava che Gabriele fosse un ragazzo in gamba?!
- Ti ringrazio, Taylor. Ma adesso torniamo agli affari. Che ne pensi? -
Tay sorrise e mi strinse una mano sotto alla scrivania.
Cassandra apri' una cartellina gialla e mostro' un pliche' di fogli pieni di schizzi, appenti e disegni rifiniti.
Guardo' Tay con lo stesso sguardo fiero con cui aveva fissato Gabriele poco prima.
Poi lancio' la bomba. - Pronto per la presentazione? -

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