Audrey's pov
Chiusi la porta, sorridendo senza motivo. Tornai in camera, dove Tay stava ancora facendo congetture su come sistemare i mobili e come colorarli.
Quando mi vide arrivare, si sedette sul letto appoggiando la schiena al muro e mi fece cenno di avvicinarmi. Mi sedetti davanti a lui, premendo la schiena contro il suo petto. Lui mi abbracciò, come faceva sempre quando avevo bisogno d'affetto. Ormai per noi quella posizione era diventata una routine: restavamo così abbracciati anche per ore, parlando, ridendo o semplicemente rispettando il silenzio l'uno dell'altra. Un silenzio che non era affatto imbarazzante.
Mi accomodai tra le sue braccia e lui mi cinse la vita, posandomi le mani in grembo. Poggiò la testa sulla mia spalla e io inspirai a fondo il suo profumo: Tay sapeva sempre di menta e vaniglia.
Rimanemmo un po' in silenzio, poi lui parlò. Sapevo cosa stava per dire prima ancora che formulasse la frase.
– Ti piace Marshall. – disse.
Io mi irrigidii. – Ovvio che no! – risposi, anche se la sua non era una domanda. Anche se non potevo vederlo, sapevo che aveva alzato un sopracciglio.
– Sicura? – mi chiese. – Sai che mi basta guardarti negli occhi per sapere cosa pensi. –
Era vero: da quando ci conoscevamo tra noi non c'erano mai stati segreti. Deglutii. – Sinceramente non lo so se mi piace. Insomma, è diventato senza dubbio un bel ragazzo... –
Tay annuì poco convinto sulla mia spalla.
– ...Ma non riesco a vederlo da un diverso punto di vista. – continuai.
– È perché se n'è andato quando eri piccola? – mi chiese Tay.
Ci pensai un po' su. – No, non credo. So che non è stata colpa sua, ma... non sono sicura che mi piaccia il ragazzo che è diventato. –
– O forse hai semplicemente paura di innamorarti del ragazzo che è diventato: così diverso eppure così uguale al ragazzino pelle e ossa con cui giocavi da bambina. –
Inclinai la testa per guardarlo negli occhi. – Lo stai per caso difendendo? –
Lui scosse la testa con vigore. – Per le mie fantastiche scarpe di Prima Classe, Edith! Ovvio che no! Sai cosa penso di lui: è un pallone gonfiato, uno di quei ragazzi che si crede al centro dell'attenzione solo perché ci sono oche che gli vanno dietro. Fa parte di quella specie di... chiamiamoli homo sapiens... che cercano di attirare l'attenzione prendendo di mira un poveraccio che non hanno mai visto prima. –
Ricordai fin troppo bene i giorni in cui Tay era vittima di bullismo nella sua scuola e aveva dovuto trasferirsi moltissime volte perché i ragazzi della sua età lo prendevano in giro e, spesso, lo picchiavano. Cercai di sdrammatizzare la situazione. – Ora ti riconosco. Pensavo fossi stato posseduto da qualche strana persona normale! –
– Non ripetere mai più quella parola davanti a me! – scherzò lui. – Mi farò pelato prima di diventare normale. –
Storsi il naso, allontanandomi dalle sue braccia per sedermi davanti a lui a gambe incrociate e guardarlo negli occhi. – Non ti ci vedo proprio senza capelli. –
Lui si abbracciò la testa con fare protettivo. – I miei amori... Sono la cosa che adoro di più al mondo. –
Mi schiarii la gola.
– Dopo di te, ovviamente, dolcezza. – si sbrigò ad aggiungere.
Sorrisi. – Grazie per essere sempre al mio fianco quando ho bisogno di te. –
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Just friends
Teen FictionAudrey è una ragazza con un passato difficile: da piccola è stata abbandonata da suo padre e dal suo migliore amico, situazione che l'ha costretta a costruire intorno a sé un muro di sfiducia e incertezza e che pian piano l'ha spinta nel baratro del...