Capitolo 60

6.6K 324 58
                                    

Il bacio di Marshall era davvero imaspettato: potevo sentire tutta la sua rabbia e la sua frustrazione attraverso quel bacio. Sapevo che era sbagliato, ma una voce in fondo alla testa mi diceva di smetterla di pensare e ricambiare il bacio.
Ma proprio quando aprii la bocca per rendere il bacio piu' intenso, lui si scosto' bruscamente.
Fisso' i miei occhi per qualche secondo e non riuscii a decifrare il suo sguardo. Aprii la bocca per parlare, quando sentii in lontananza delle voci che urlavano.
- La partita e' finita. - disse lui senza entusiasmo, come se non fosse stato il capitano di una delle due squadre. - Devi andare. -
- Ho bisogno di parlare con te. - sussurrai.
Lui si passo' una mano tra i capelli, aprendo e chiudendo la bocca un paio di volte. - Non qui. Non ora. Passo da te stasera, okay? -
Non mi diede tempo per rispondere e spari' nello spogliatoio. Decisi saggiamente di non seguirlo, ma uscii correndo da quel posto. Fortunatamente le squadre erano occupate a scambiarsi una stretta di mano, quindi nessuno fece attenzione a me. Nessuno tranne Noemi.
- Dove diavolo eri finita? - mi rimprovero' lei. - Ti sei persa la parte migliore della partita! -
Mi stampai in faccia l'espressione delusa piu' vera che riuscii a trovare. - Mi dispiace. Abbiamo vinto? - Chiesi, anche se in quel momento quella era la cosa che mi interessava meno di tutte.
- No. - rispose lei tristemente. - Abbiamo pareggiato. -
Cercai di mascherare il mio sospiro di sollievo. - Beh, ci rifaremo, non preoccuparti. -
Lei ci penso' un attimo su e poi mi sorrise. Sua sorella, invece, era su tutte le furie.
- Ma dai! - inizio' lei, scaricando tutta la sua frustrazione sul duro sedile davanti a lei. - Arbitro venduto! Ovviamente l'ultima azione era da rigore, ma qui ognuno si fa le regole per se'! -
Noemi cerco' di calmarla. - Quest'anno vinceremo noi, non preoccuparti. -
Lei sembro' fumare di rabbia per qualche secondo ancora, Poi annui'. - Va bene. -
Noemi tiro' un sospiro di sollievo e, dopo aver salutato diverse persone, si incammino' verso la macchina e io la seguii senza dire una parola.
Quando poi entrammo nella macchina e Noemi usci' dal parcheggio, comincio' a farmi domande riguardo la partita.
- Allora. - inizio' lei, senza staccare gli occhi dalla strada. - Ti e' piaciuto? -
Il panico mi assali' per un momento: non poteva riferirsi al bacio, giusto?
- L'inizio del torneo? - lei annui' e io rilassai i muscoli delle spalle, che non sapevo neanche di avere in tensione. - Bella partita. E te lo dice una che ha giocato a calcio per qualche anno a scuola. -
Lei mi guardo' solo per un momento. - Davvero? Non lo sapevo! Allora puoi giocare quest'anno. C'e' un torneo interno ogni anno e ogni santa volta non riusciamo a farne parte perche' nella nostra classe nessuno vuole giocare perche' facciamo troppo schifo. Ci salveresti la vita. -
Scoppiai a ridere. - Va bene. Quand'e' il torneo? -
Lei storse il naso. - Tra un paio di settimane. Dovrai allenarci per bene, Audrey. E non e' semplice. -
Sfoggiai tutta la mia determinazione. - Lo faro'. Siamo una squadra, no? -
Noemi sorrise senza aggiungere una parola e alla fine riprendemmo a parlare della partita, anche se non ero affatto interessata a sapere quanto la squadra di Marshall avesse giocato sporco.

Arrivate a casa mia, le chiesi se voleva entrare un momento. Lei mi ringrazio' ma mi disse che doveva ancora finire i compiti e che il giorno seguente sarebbe andata fuori citta' per l'intera giornata.
- Sono sicura che quell'arpia della professoressa di fisica domani mi interroga. E io non ho mai studiato una beata ceppa di cio' che abbiamo fatto. Quindi... mi dispiace, magari la prossima volta. - rispose lei cpn una scrollata di spalle.
- Nessun problema. - le feci notare che avremmo potuto vederci un altro giorno. - Grazie ancora e buono studio! -
Lei mugugno' in risposta e io scesi dalla macchina, avviandomi verso la porta del mio appartamento. Probabilmente Tay era rientrato dal lavoro, quindi urlai un "Sono a casa!" poco convinto non appena varcai la soglia della porta.
- Bentornata, raggio di sole! - mi accolse lui, abbracciandomi. Il suo profumo mi solletico' il naso. - Allora, ti sei divertita? -
Annuii e lui noto' subito nei miei occhi che qualcosa non andava. Ormai era naturale: potevamo capire cosa provavamo anche senza parlare. - Che hai combinato? -
Deglutii e mi avviai verso il frigorifero per versarmi un bicchiere di succo d'arancia. Tay mi segui' in silenzio e si sedette sul tavolo a braccia incrociate. Potevo avvertire la sua trepidazione anche senza guardarlo.
- La partita e' stata... intensa. - iniziai, sorseggiando il mio succo. - Entrambe le squadre sono davvero forti e i giocatori si sono picchiati alla grande. -
Lui sembro' soddisfatto. - Anche Marshall ce le ha prese? -
Lo guardai per un momento. - No, Tay. Marshall e' uno dei pochi che le ha solo date. -
- E' successo qualcosa con lui, vero? - mi chiese sospettoso.
- Quanto lo odi da uno a dieci? -
- Non si risponde a una domanda con un'altra domanda! - mi fece notare lui.
Scrollai le spalle. - Solo per sapere. - Lui emise un verso basso in risposta e lo presi per un tanto. - Okay, ho qualcosa da dirti. -
Lui non disse nulla, quindi continuai a parlare, raccontandogli tutto cio' che era successo alla partita. - E alla fine l'ho seguito fino all'entrata dello spogliatoio per parlare con lui di Francesco. Io volevo solo fargli notare che potevano tornare a essere amici, ma lui l'ha considerato come il fatto che volessi rinfacciargli che stavo con Francesco. -
- Stupido ragazzo. - commento' lui, rubandomi il bicchiere dalle mani. - Non prende mai una decisione e poi si lamenta degli altri. Continua a raccontare. - mi incito' lui, bevendo una lunga sorsata di succo.
Giocherellai con la mia collana. - Ha iniziato a insultare Francesco e mi sono arrabbiata perche' e' un cretino... -
- Non potrei essere piu' d'accordo. - commento' lui.
- ...E cosi' mentre stavamo litigando mi ha baciata. - finii io.
Lui sputo' il succo che aveva in bocca in una piccola fontana arancione. Tossi' un paio di volte prima di parlare.
- Io lo ammazzo! - la sua voce era almeno due ottave piu' alta, un po' per la rabbia, un po' per cio' che stava bevendo e che aveva appena sputato.
Inizio' a camminare in circolo, borbottando insulti a mezza voce che man mano diventavano sempre piu' pesanti e acuti. Lo lasciai sfogarsi per un po', mentre rispondevo al messaggio che Francesco mi aveva appena mandato.
"Ciao bellissima." Aveva aggiunto una faccina sorridente.
"Ciao! Come stai? Spero che non ti sia fatto troppo male."
"Per un momento ho sperato che non mi avessi visto. E' troppo imbarazzante..."
"Ehi, non e' imbarazzante. E' ingiusto."
"Grazie del tuo supporto. Comunque sto meglio: ancora zoppico un po' ma staro' bene presto, te lo prometto."
Sorrisi allo schermo. "Lo spero per te."
"E io lo spero per te. Devo portarti in un posto meraviglioso questo martedi': puoi mangiare un hamburger gigante per un solo euro!"
"E' meraviglioso!" Sentii Tay insultare tutto il genere maschile etero e decisi che era il momento di intervenire. "Ci vediamo lunedi', allora?"
"A lunedi'. Buonanotte, principessa."
La bocca mi si tiro' in un sorriso e Tay noto' il mio cambio di umore.
- E' meglio per lui che non ti abbia scritto. - mi raggiunse, ancheggiando fino alla cucina. - Damn it, non ha neanche il coraggio di parlarti di persona! Io lo uccido. Lo lego a un sasso e lo butto in mare. O meglio, Lo chiudo in uno sgabuzzino finche'... -
- Tay, non e' Marshall. - lo rassicurai. - Stavo parlando con Francesco. -
Lui rimase a bocca aperta. Poi la chiuse con uno scatto secco. - Oh, certo. Devo preoccuparmi? -
Scossi la testa, divertita dal suo istinto di mamma chioccia. - Tranquillo, Francesco e' un bravo ragazzo. -
- Meglio per lui. - riprese Tay, ricominciando a camminare in circolo per tutta casa. - Non posso crederci... Ti ha baciata! Anche se sapeva benissimo che Francesco ti aveva baciata per prima! Ma come diavolo pensano i ragazzi italiani? Di sicuro non usano il cervello, ma il... -
Qualcuno busso' alla porta e Tay, che era il piu' vicino all'entrata, ando' ad aprire. - Dev'essere il postino. Ho ordinato un gilet di pelle su Amazon e dovrebbe arrivare proprio... -
Le parole gli si congelarono in bocca non appena vide Marshall sulla soglia della porta.
- Tu. - sibilo' lui.
Marshall fece schioccare la lingua sul palato. - Neanche io sono felice di vederti. Ma ho bisogno di parlare con Audrey. -
- La ringrazio, ma non ci serve niente. - rispose Tay, sbattendogli la porta in faccia.
Raggiunsi il mio migliore amico. - Niente omicidi, ricordi? O dobbiamo tornarcene a casa. Lascia che ci pensi io a lui, okay? -
Aprii la porta e trovai Marshall a massaggiarsi il naso con una smorfia. Tay sembro' abbastanza soddisfatto del suo lavoro e, dopo un primo momento di tensione in cui si sporse per sussurrare qualcosa nell'orecchio di Marshall, si chiuse in camera, non prima di aver mimato al nostro ospite un gesto da ti tengo d'occhio.
Quando la porta della camera si chiuse violentemente, Marshall sospiro'. - Certo che e' proprio strano... -
Incrociai le braccia al petto. - No, non lo e'. E non ti permettero' di insultarlo come hai fatto con Francesco. -
- Mi dispiace. - disse lui, dopo un momento di evidente conflitto interno.
- Okay, non diro' a Tay che... -
- No,non per lui. - rispose, guardandomi con le sopracciglia aggrottate come se avessi appena detto la cosa piu' stupida al mondo. - Per quello che e' successo oggi. -
Lo guardai confusa. - Per Francesco? -
- Per il bacio. - si passo' una mano tra i capelli e io lo guardai a bocca aperta. Si sedette su una sedia, poggiando i gomiti sulle ginocchia, ed evito' di guardarmi. - Non avrei dovuto, lo so. Ero arrabbiato per la partita. E poi tu sei venuta a parlarmi di lui e io non ho resistito e... Mi dispiace. -
Mi guardo' atrraverso le ciglia con uno sguardo talmente triste che mi si strinse il cuore. Avrei voluto abbracciarlo e sussurrargli che andava tutto bene, ma rimasi al mio posto.
- Non preoccuparti. - risposi, sorridendo. - Non devi scusarti. E' stato... -
- ...Sbagliato, lo so. - rispose lui per me. - Prometto che non accadra' di nuovo. Ma, per favore, non mi allontanare. Mi manchi, Audrey. Per tutti questi anni ho cercato di rimpiazzarti con decine di ragazze diverse, ma il tuo posto e' sempre rimasto il tuo posto. Non voglio... Non voglio vederti soffrire, non ora che ti ho ritrovata. Ho fatto tante cazzate da quando sei arrivata, e ne faro' ancora, sicuramente. Ma non posso permettermi di perderti ancora. Voglio essere tuo amico, Audrey. -
Fissai i suoi occhi verdi cosi' determinati. Avevo voglia di dirgli che il bacio era stato fantastico e che non doveva scusarsi per cio' che aveva fatto.
- Solo amici? - fu invece la mia risposta.
Lui degluti'. - Solo amici. -

-----------------------------------------------------------

Angolo autrice:
Questo e' un capitolo abbastanza lungo, ma avevo un sacco di cose da dire. La situazione si complica: Marshall ha baciato Audrey per dimostrare che non ha niente di meno di Francesco, ma adesso sta cambiando idea su come comportarsi. Audrey non ci sta capendo piu' niente di cio' che Marshall pensa, ma il prossimo capitolo sara' dal punto di vista di Marshall, tanto per avere una mezza idea di cosa diavolo gli passa per la testa.

Just friendsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora