Capitolo 48

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La mattina seguente Tay mi svegliò con uno spintone. Mugugnai e lo insultai, ma lui era semplicemente... incandescente.

– Hai mangiato fuochi d'artificio per colazione, Tay? – chiesi biascicando.

Lui continuò a saltare da una parte all'altra della stanza. – No, tesoro. Sono solo super eccitato! –

Mi alzai a sedere, continuando a pensare che non era stata una bella idea svegliarmi nel bel mezzo della... notte?

– Che ore sono? – gli chiesi.

Lui mi rispose da dentro l'armadio. – Le due del pomeriggio, Edith. –

Feci una smorfia e mi lasciai ricadere sul letto, affondando la faccia nel cuscino. – La festa non inizierà prima delle otto. Perché mai dovrei alzarmi dal letto? –

Lui prese la rincorsa e si tuffò a pochi centimetri da me. Mi tolse il cuscino e iniziò a farmi il solletico. – Perché devi essere perfetta per questo party, ecco perché! Insomma, non che tu non sia perfetta ogni giorno, ma stasera devi essere il top del top. –

Smise di farmi il solletico e tornò nell'armadio, alla ricerca di qualche vestito perduto. Rimasi nel letto ancora per qualche minuto, poi decisi di trascinarmi in bagno, continuando a difendere la mia posizione del "poltrire fa bene alla salute".

Mi feci una doccia e indossai qualcosa di comodo. Attesi che Tay scegliesse un vestito per me e per lui, poi mi preparai al peggio: Tay aveva intenzione di farmi i capelli.

Ci trasferimmo in bagno, dove il mio migliore amico iniziò a tirare fuori almeno una decina di prodotti per capelli. Poi arrivò il momento tragico della giornata. Tay stava studiando un modo per acconciarmi i capelli, quando si bloccò improvvisamente e incrociò le braccia al petto fissandomi.

Sbuffai. – Lascia che lo dica io questa volta. – Edith, devi usare i prodotti per i capelli, o rimarrai pelata nel giro di trent'anni! – imitai la sua voce e il suo strano modo di enfatizzare i concetti con le mani. – Era sufficiente? –

Lui roteò gli occhi. – Continui a darmi ragione ogni volta che te lo faccio notare, ma non mi dai mai ascolto. –

Sorrisi. – Non ho mai detto che avevi ragione. – gli diedi una leggera spinta e lui sbuffò rassegnato.

– Mi faranno santo, prima o poi. – decretò, per poi continuare a spazzolarmi i capelli.

– San Taylor... non è mica male. –

Mi tirò una ciocca di capelli con gentilezza, poi lo sentii ridere dietro di me. – O Taylor il mago, visto che devo sempre rimediare ai tuoi discutibili e barbari modi di prenderti cura dei tuoi capelli. –

Alzai gli occhi al cielo ma non replicai: i capelli lunghi mi avevano sempre tolto molto tempo, quindi spesso li legavo in una semplice coda di cavallo e li lasciavo così per l'intera giornata.

Tay continuò a sistemarmi i capelli e ricordarmi di usare dei prodotti specifici. Alla fine, dopo due ore di strazianti lezioni sui prodotti naturali, mi informò di aver finito. Non mi lasciò vedere allo specchio, ma mi ordinò di vestirmi, così mi avrebbe potuta truccare senza problemi.

Tay terminò il suo lavoro di bravo make-up artist verso le sei. Poi mi lasciò una pausa, dato che anche lui doveva prepararsi. Provò una dozzina di capi diversi, poi alla fine optò per un paio di pantaloni rossi e una canottiera che gli metteva in risalto i muscoli delle braccia. Alla fine, verso le sette e mezza, mi disse che era pronto a mostrarmi il lavoro che aveva fatto su di me.

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