Capitolo 49

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Quella sera mi sentivo la persona più felice del mondo: Marshall e io avevamo ballato per tutta la durata della festa e la gente intorno a noi continuava a spingerci al centro della pista, rapita dalla nostra voglia di divertirci. Ogni tanto buttavo un occhio nella direzione di Tay per vedere se fosse tutto a posto, ma ogni volta lo vedevo ridere e ballare, divertirsi e parlare un po' con tutti.

Verso le due del mattino Raoul annunciò che la festa era finita. Eravamo tutti distrutti, ma felici. Mi complimentai con Raoul per la bellissima festa – lui saltellò sulle gambe, in preda all'euforia, e mi ringraziò per il complimento – poi andai alla ricerca di Tay.

Dovetti sgomitare tra le persone che stavano lasciando l'edificio, ma alla fine riuscii a raggiungere il mio migliore amico.

– Pronto a tornare a casa? – gli chiesi sfiorandogli un braccio.

Lui smise di parlare con un gruppo di ragazzi e annuì. – È stata una festa fenomenale! –

– Sono contento che ti sia divertito. – disse Raoul, spuntando alle nostre spalle.

– La tua playlist è fantastica. – si complimentò Tay, stringendogli un braccio con fare amichevole. – È una delle migliori feste a cui abbia mai preso parte. –

Raoul gongolò e lo ringraziò. Sbarrò gli occhi quando sentì qualcuno dietro di lui saltargli sulle spalle. Raf fece capolino da dietro la sua schiena.

– Allora deduco che vi rivedremo alla festa per la fine dell'estate. – indovinò il nuovo arrivato.

Tay mi guardò per un momento, poi annuimmo entrambi. – Mi aspetto qualcosa di grandioso, gente. –

– Tranquillo, amico. – lo rassicurò Raoul. – Sarà la festa migliore del decennio, parola di lupetto. –

Sbadigliai. – Ora dobbiamo andare. si è fatto tardi. –

Raf si offrì di riportarci a casa, quindi salutammo un ancora elettrizzato Raoul e ci incamminammo verso il parcheggio. Arrivati alla macchina, sentii Marshall chiamarmi.

Tay alzò gli occhi al cielo. – Accenderò un cero grosso quanto una casa il giorno in cui quel ragazzo smetterà di ronzarti attorno come una mosca sulla... –

– Marshall! – lo salutai, soffocando il commento di Tay. – Ti avevo perso di vista. –

– Tutto a posto. Vedo che hai ritrovato il tuo caro amico. – notò con sarcasmo. – Non riesci proprio a perdertelo, eh? –

Tay fece schioccare la lingua sul palato. – E io ho notato che non riesci neanche a bere come i bimbi grandi: ti sei sbrodolato come un bebè. –

Marshall abbassò lo sguardo sulla maglietta e si rese conto di essersi effettivamente versato addosso un po' di birra. Le guance gli si colorarono di rosso. – Fa parte del divertimento, no? Un bel souvenir da una festa fantastica! –

Scoppiai a ridere. – Raf ci accompagna a casa. Ci vediamo presto. –

Lui rimase un attimo fermo sul posto, poi ci salutò – abbracciando me e stringendo la mano a Tay, che fissò la sua mano schifato – e poi sparì nella notte, alla ricerca della macchina di Raoul e del suo proprietario.

Raf ci riportò a casa e decise di tornare al suo appartamento quando gli offrimmo di entrare per bere qualcosa.

– Vi ringrazio. – rispose Raf, senza scendere dall'auto. – Ma se non torno a casa nel giro di mezz'ora quei due crolleranno sul letto come bambini e non ci sarà verso di svegliarmi per farmi entrare. –

– Dal tuo tono deduco che in passato è successo qualcosa del genere. – ipotizzò Tay con un sorriso.

Raf si portò una mano alla fronte con fare teatrale. – Esatto: stavamo tornando da una festa e di solito portiamo la mia macchina e quella di Raoul, visto che la moto di Marshall non è molto d'aiuto. Io avevo accompagnato a casa una ragazza, da ottimo cavaliere che sono. Poi, tornato a casa, ho cercato di farmi aprire la porta in tutti i modi: ho bussato almeno cinquanta volte, li ho chiamati a casa e sul cellulare, ho perfino tirato sassi alla finestra! –

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