Capitolo 62

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Dovetti aspettare una settimana intera prima che Raoul si decidesse a dare una festa. La scuola era iniziata da diverse settimane, quindi la gente stava aspettando con impazienza un evento del genere per rilassarsi.
Quando Raoul mi disse che la sera dopo avrebbe dato una festa, non riuscii a non sorridere.
- Non ti ho mai visto piu' felice di cosi', fratello. - commento' lui sorridendo, mentre sistemava la sua cabina da dj nell'enorme sala che aveva affittato per l'evento. Sarebbe stato un glow party, con decine e decine di luci fosforescenti e pittura per il viso.
- Sara' perche' sono contento di potermi divertire. - risposi io, scrollando le spalle.
Lui non smise di lavorare. - Allora presumo che non ti interessa il fatto che Audrey verra' stasera, giusto? -
Per poco non feci cadere la scatola di braccialetti fosforescenti. - Che cosa? -
In quella settimana avevo visto Audrey solo una volta, dato che lei era sempre impegnata con la scuola. Un sabato mattina lei e Filippo si erano presentati a casa mia e il bambino mi aveva letteralmente trascinato fuori, informando i miei coinquilini che mi stava rapendo per l'intera giornata per andare a fare un giro per Roma.
- D'accordo, piccoletto. - rispose Raoul, evidentemente divertito. - Te lo puoi tenere fino alle sette, ma poi me lo devi restituire perche' abbiamo una festa. -
Filippo mi guardo' eccitato. - Una festa? Posso venire? -
Mi piegai su un ginocchio per averlo alla mia stessa altezza. - Mi dispiace, Filippo. Ma sai che tua mamma non ti lascerebbe mai venire. E poi ti annoieresti come pochi, visto che e' una festa per grandi. -
Lui ci penso' un attimo su e per un momento ebbi paura che volesse davvero venire alla festa. - Va bene. Ma la prossima volta per farti perdonare mi devi portare nel negozio di cupcake. -
Scoppiai a ridere. - Affare fatto. - risposi, sapendo quanto il bambino adorava i cupcake. Poi mi rivolsi ai miei due amici. - Ci vediamo direttamente alla festa alle sette. Ti do una mano a sistemare le tue cose. -
Raoul fece un gesto vago con la mano. - Va bene, fratello. Non preoccuparti. Al massimo sfrutto Raf, che non lavora mai neanche a pagarlo. -
Raf gli tiro' un cuscino. - Se tu mi pagassi, ti aiuterei. -
Audrey scoppio' a ridere e sentii qualcosa nello stomaco muoversi. Adoravo la sua risata: mi ricordava quei momenti in cui da bambini giocavamo insieme e io facevo le smorfie per farla ridere.
- Allora. - la voce di Audrey mi riporto' alla realta'. - Siamo pronti? -
Io annuii e li seguii fuori dalla porta. Prima di uscire, Audrey si rivolse a Raf con un mezzo sorriso. - Oh, Raf. Quasi dimenticavo... Tay mi ha imposto di chiederti se vuoi passare da lui quando hai un po' di tempo per continuare a lavorare con l'italiano. -
- Ovvio! - rispose lui, eccitato. - Ho solo un paio di... cose da fare e poi sono libero. -
- Perfetto. - Audrey gli sorrise e mi ritrovai a essere geloso solo per un momento. - Grazie mille, apprezzo davvero la tua disponibilita' con Tay. -
Lui annui', poi li salutammo e uscimmo dall'appartamento. Prima di uscire, pero', presi le chiavi della macchina di Raoul.
- Sicuro che non si arrabbiera'? - mi chiese Audrey.
La guardai con un mezzo sorriso. - Tranquilla, Raoul non riesce a tenermi il muso per piu' di qualche ora. E comunque sara' troppo impegnato a prepararsi per la festa, per arrabbiarsi con me. -
Lei sorrise ed entro' in macchina. Decisi di portarli a visitare qualche museo, dato che quei giorni l'entrata sarebbe stata gratuita. Mangiammo un pezzo di pizza lungo la strada e poi continuammo a vedere ancora un paio di musei.
Sapevo che Filippo adorava tutto cio' che aveva a che fare con la storia, ma rimasi comunque piacevolmente sorpreso nel vedere la sua faccia contenta ogni volta che scopriva qualcosa di nuovo.
L'ultimo museo era dedicato all'arte romana e Audrey e io aspettammo il bambino seduti su un divanetto vicino all'uscita.
- Allora. - iniziai la conversazione, sperando che avesse voglia di parlare. - Come sta andando a scuola? -
- Bene. - rispose lei sorridendo. - E' davvero diverso qui e sto ancora cercando di abituarmi a non farmi venire attacchi di cuore ogni volta che ho un'interrogazione orale. -
Scoppiai a ridere e lei parve apprezzarlo. - Immagino. Quando andavo a scuola io, odiavo le interrogazioni. E i compiti in classe. E la scuola in generale, penso. -
Lei sorrise ancora. - Mi piace stare qui. E' solo che a volte e'... difficile. -
- Sono sicuro che ce la farai. -
Lei mi guardo' negli occhi e sorrise. - Grazie. -
Mi grattai la testa, allontando lo sguardo dai suoi occhi chiari. - Allora. Hai... uhm, in mente di venire alla festa stasera? -
- Penso di si'. - mi morsi un labbro per non sorridere come un idiota. - Francesco mi ha chiesto di andare con lui. -
Annuii senza realmente sapere perche'. Ovvio, ora lei era fidanzata. Non che la cosa mi inmportasse, visto che anche io ero fidanzato. Teoricamente, dato che Alice faceva di tutto per girarmi attorno solo quando c'era gente.
- Come sta andando con... lui? - le chiesi, pentendomi subito dopo della domanda. Realizzai che non volevo affatto sapere come andavano le cose tra loro.
- Tutto bene. - rispose lei. - Sai, dovresti proprio provare a... -
- Questo museo e' meraviglioso! - la interruppe Filippo. Evidentemente aveva finito il suo tour.
Audrey sorrise. - Hai detto la stessa cosa in tutti i musei. -
- Ma questo e' il migliore. - ribadi' lui.
Buttai un'occhiata all'orologio. - Mi dispiace interrompere la tua euforia, ma dobbiamo tornare a casa. -
Lui fece per ribattere, ma alla fine ci ripenso'. Si avvio: verso la macchina con la camminata piu' triste del suo repertorio. Mi si stringeva il cuore ogni volta che dovevo riaccompagnarlo a casa, ma sapevo bene che Lucia mi avrebbe ucciso se fossimo arrivati anche solo un paio di minuti in ritardo.

Tornammo a casa in tempo e Filippo mi salto' in braccio prima di entrare nell'appartamento.
- Grazie mille, Marshall. - mi sussurro'. - E' stata una giornata fantastica. -
Lo abbraccciai stretto per un momento, poi Lucia apri' la porta e Audrey e io lasciammo in fretta l'edificio per evitare che le venissero in mente strane idee.
Accompagnai anche Audrey a casa, anche se aveva insistito di lasciarla alla fermata della metropolitana.
- Non ho intenzione di farti prendere la metro. - le avevo risposto con cipiglio. - Quindi vedi di non insistere. -
Lei mi aveva ringraziato sorridendo e durante il viaggio di ritorno avevamo parlato dei musei e del fatto che Filippo sembrava trasformarsi ogni volta che usciva con noi.
- Dovremmo farlo piu' spesso. - buttai li' la mia osservazione. - Per Filippo, ovvio. -
- Ovvio. - ripete' lei annuendo.
- Ti... - mi schiarii la gola. - Ti serve un passaggio per la festa? -
Ti ringrazio, ma Francesco dovrebbe arrivare tra una mezz'oretta. Ma se vuoi puoi aspettare con... -
- No, grazie. - risposi d'impulso.
Lei mi fisso' per un momento. - D'accordo, come vuoi. Allora... ci vediamo alla festa. -
Annuii e uscii dal parcheggio senza voltarmi indietro.

Arrivai alla festa con dieci minuti di ritardo, dato che mi ero dovuto fermare a fare benzina, perche' ogni santa volta che prendevo la macchina di Raoul, il serbatoio segnava sempre rosso.
Quando arrivai, notai che Raf e Raoul avevano gia' sistemato tutto.
Raoul mi diede una pacca sulla spalla. - Ma guarda chi si e' fatto rivedere! Allora ti ricordi di noi ogni tanto... -
Alzai gli occhi al cielo. - Ti ho fatto il pieno prima di arrivare. -
Lui alzo' le braccia. - Okay, sei ufficialmente perdonato. -
La gente inizio' ad arrivare circa un'ora dopo e la festa prese subito forma. Tutti adoravano la music a di Raoul e il divertimento con lui non mancava mai.
Io tenevo sempre d'occhio la porta, per evitare di incrociarmi con persone che non volevo assolutamente vedere. Ma si sa che il mondo e' piccolo.
Mi diressi verso il tavolo delle bevande per prendere qualcosa. Mi versai del punch e poi mi girai per tornare in pista. Sbattei contro qualcuno e un paio di gocce di punch mi finirono sulla maglietta.
- Scusa amico, non... - La voce di Francesco si spense improvvisamente.
Lo squadrai, sentendomi gli occhi di Audrey addosso.
- Non siamo amici, ricordi? - lo apostrofai, posando il bicchiere sul tavolo.
Lui fece per ribattere, ma Audrey blocco' sul nascere l'inizio di una rissa. - D'accordo, basta cosi'. Marshall, e' stato un piacere vederti. Ci vediamo in giro. -
Fece per voltarsi, ma rimase pietrificata sul posto quando vide Alice venire nella nostra direzione. Lei ancheggio' fino a noi e rimase a fissare Audrey con un sopracciglio alzato, parzialmente coperta dal suo vestito striminzito.
Francesco prese Audrey per mano e le sussurro' qualcosa all'orecchio.
E fu in quel momento che esplosi.

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