Capitolo 64

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Audrey's pov

- Qual e' il tuo prezzo? - gli chiesi, sapendo che non avrebbe mai fatto nulla del genere senza ricavarne qualcosa.
Lui sorrise malignamente. - Un bacio. Un bacio vero, alla francese. -
Mi aspettavo qualcosa di meno... esplicito, ma ero pronta a tutto per rivedere Marshall e Francesco insieme. O meglio, vedere, dato che non si parlavano da molto prima che arrivassi.
Decisi che era il momento di dimostrare quanto tenevo a entrambi. - Andata. Se e' l'unico modo per farti parlare con lui, allora... va bene. Lui capira'. Allora, vuoi riscuotere il tuo prezzo adesso o possiamo aspettare? -
Il suo sguardo si velo' per un momento e mi preparai psicologicamente al fatto che avrei dovuto baciarlo. Una voce in fondo alla testa mi fece notare che non mi sarebbe affatto dispiaciuto baciarlo. Ma non le diedi retta: non ero qui per me.
Lui apri' e richiuse la bocca un paio di volte prima di rispondere. - No. Non... uhm... Penso che aspettero'. Ma ogni momento e' buono per riscuotere il mio bacio, giusto? -
Alzai gli occhi al cielo, ma non mi sentii sollevata dalla sua risposta. Quasi speravo che decidesse di baciarmi. Poi mi ricordai che avevo un fidanzato e che quella sarebbe stata la cosa peggiore di sempre. Ma era troppo tardi per tirarmi indietro.
- Allora... - mi schiarii la gola. - Quando vuoi che ti prepari l'appuntamento? -
Lui scoppio' a ridere e sentii le guance infiammarsi. - Dio, Raf e Raoul mi prenderanno in giro a vita... Questa cosa dell'appuntamento non mi piace affatto. -
Mi corrucciai. - Ma hai promesso che... -
- Lo so. - mi interruppe lui, scivolando lentamente sul divano. Le sue gambe lunghe arrivavano sotto il tavolino al centro del salone. - So cosa ho detto e Dio solo sa quanto mi e' costato. Ma non chiamarlo appuntamento. Mi fa sembrare... gay. -
Incrociai le braccia al petto. - Cos'hai contro i gay? -
Lui mi fisso'. - Niente. Non so cosa pensi, ma io non sono come gli altri. Non mi interessa se una persona e' gay o meno. Sinceramente penso che i gay siano piu' simpatici, ma e' solo il mio punto di vista. -
- E allora perche' Tay non ti va a genio? -
Lui socchiuse gli occhi. - Quel ragazzo e' tutto tranne un buon amico. Almeno per me, intendo. E poi ogni volta che parliamo fa di tutto per rispondermi male. Non ci vuole un genio per capire che non gli piaccio. -
Scoppiai a ridere. - Da come parli potrei pensare che tu sia gay. -
Marshall mi guardo' come se mi fosse appena spuntato un terzo occhio in mezzo alla fronte. - Scherzi, vero? Fidati, non sono gay. -
Sposto' lo sguardo sulle mie labbra, poi torno' a guardarmi negli occhi. Si tiro' su, riprendendo a sedersi normalmente. Poi si inizio' ad avvicinare, spostando lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra.
Per un momento il panico mi assali': non ero certa di riuscire a fermarlo se mi avesse baciata.
Marshall era cosi' vicino che potevo sentire il suo respiro che mi solleticava il naso. Chiusi gli occhi, aspettando il momento in cui le sue labbra avrebbero toccato le mie.
Ma quel momento non arrivo': sentii invece che mi lasciava un bacio su una guancia, premendo le labbra piu' delicatamente possibile contro la mia pelle rosea.
Poi torno' a stravaccarsi sul divano con un sorriso vittorioso stampato in faccia. Chiusi la bocca, ricordandomi che l'avevo spalancata per la sorpresa.
- Devo andare. - dissi. Lui annui', senza smettere di sorridere. Mi morsi un labbro per non urlargli contro: quel suo comportamento irritante mi stava facendo saltare i nervi. - Ti mando un messaggio per sapere quando sei libero. Okay? -
Lui annui' di nuovo e si alzo' per aprirmi la porta. Lo ringraziai e uscii senza guardarlo: non avevo voglia di fissare di nuovo quel suo sorriso vittorioso cosi' irritante, eppure cosi' meraviglioso.

Tornai a casa con la metropolitana: erano le quattro del mattino e tutta la stanchezza della serata mi si riverso' addosso. Per poco non mi addormentai su uno dei sediolini scomodi, ma alla fine riuscii a tenere gli occhi aperti e camminare in direzione dell'uscita giusta.
Arrivai davanti alla porta del mio appartamento e feci del mio meglio per fare meno rumore possibile.
Mi infilai in bagno per cambiarmi e, girandomi per prendere un asciugamano, feci cadere un piccolo vaso a terra, che si frantumo' in mille piccoli pezzi.
Imprecai il giorno in cui avevo appoggiato l'idea di Tay di riempire la casa di decorazioni moderne.
Trattenni il fiato per un momento, attenta a intercettare ogni piccolo suono proveniente dalla camera di Tay.
Quando il silenzio riempi' la casa tirai un sospiro di sollievo. Finii di prepararmi e poi raccolsi ogni piccolo pezzo di vetro che era a terra.
Mi alzai in piedi e mi voltai verso la porta, quando una figura con la faccia coperta mi si piazzo' davanti. Feci per urlare, ma lui mi mise una mano sulla bocca e accese la luce.
- Che diavolo ci fai in piedi a quest'ora? - urlai a Tay, che mi fissava dietro la sua maschera per la pelle. - Mi hai fatto venire un infarto! -
Lui fece schioccare la lingua sul palato. - Scusami, ma dovrei essere io a urlarti contro : hai interrotto il mio sonno, quindi domani la mia pelle ne risentira'. -
Alzai gli occhi al cielo, chinandomi di nuovo per raccogliere i pezzi di vetro che avevo fatto cadere quando avevo scambiato Tay per un ladro.
Lui mi aiuto' e mi chiese come fosse andata la festa, cercando di muovere la bocca il meno possibile.
- Bene. - risposi io evasivamente, evitando di guardarlo negli occhi.
Lui fini' di raccogliere l'ultimo pezzo da terra, prima di guardarmi con un sopracciglio alzato.
- Ti ha mai detto nessuno che sei una pessima bugiarda? - mi chiese lui, retoricamente.
Lo fulminai con lo sguardo. - Sarebbe molto piu' semplice per me se tu non fossi in grado di interpretare ogni mia piu' piccola azione. -
Lui scrollo le spalle, sorridendo. - Probabilmente. Allora, cosa e' successo? -
Presi una pausa solo per andare in cucina e buttare tutti i pezzi che avevo in mano. Tay mi segui' e mi fisso', in attesa di una risposta.
- Non sono in vena di spiegazioni, Taylor. - gli feci notare. - Sono le quattro passate del mattino e ho bisogno di andare a dormire.
Lui non disse nulla e mi segui' in camera mia. Io mi infilai nel letto e gli feci cenno di dormire accanto a me.
Anche se era settembre inoltrato, faceva ancora molto caldo e ringraziai mentalmente il proprietario dell'appartamento che aveva installato l'aria condizionata in tutte le stanze.
Chiusi gli occhi e respirai a fondo, rilassandomi: essere finalmente nel letto era una sensazione meravigliosa.
- Sai che non posso riaddormentarmi finche' non mi dici cosa e' successo. - si lamento' lui.
Io mugugnai in risposta.
- Almeno dammi un accenno! - piagnucolo' Tay.
Sbuffai, ma alla fine risposi, senza aprire gli occhi. - Ho promesso a Marshall un bacio in cambio di una chiacchierata con Francesco. - biascicai.
Poi scivolai nel sonno, accompagnata dai gridolini indignati di Tay che continuava a ripetere qualcosa sul fatto che avrebbe strozzato Marshall con la sua sciarpa di Gucci.

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Angolo autrice:
Mi dispiace essere di nuovo in ritardo, stavolta davvero in ritardo. Ma questa settimana sono stata a casa praticamente solo per dormire, dato che e' il periodo in cui la mia mamma ospitante ci porta in giro per negozi per trovare gli affari migliori e aspettare black Friday.
Comunque... ho cercato di non lasciare il capitolo troppo in sospeso. Fatemi sapere cosa ne pensate!

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