Le parole che mi erano appena uscite dalla bocca mi lasciarono senza fiato. Sapevo che era una cosa stupida da fare, che avrebbe solo peggiorato la situazione. Ma la fissai negli occhi, spostando poi lo sguardo sulle sue labbra.
Era cosi' sexy... La baciai lentamente, cercando di farle capire quanto mi fosse mancata in tutti quegli anni.
Lei mi lascio' campo libero per una decina di secondi, poi mi mise una mano sul petto e mi spinse via senza pero' volerlo davvero.
Potevo vedere il desiderio nei suoi occhi. La conoscevo troppo bene per non rendermi conto di quanto le fosse costato staccarsi.
Rimanemmo a fissarci per un momento e nessuno dei due decise di fare niente, finche' le nostre labbra non si unirono di nuovo, senza realmente sapere chi avesse baciato l'altro.
Poi si stacco' ancora, sospirando. - Non... no. -
Cercai di baciarla ancora, ma lei si scosto'. - Dobbiamo parlare. -
- Adesso? - le chiesi con voce roca.
Lei sembro' in evidente difficolta'. - Si', adesso. -
Alzai gli occhi al cielo, ma poi la invitai a sedersi sul divano.
Cercai di sembrare rilassato, anche se continuavo a pensare a come fosse stato meraviglioso baciarla.
Lei fece un paio di respiri profondi prima di accusarmi. - Mi stai complicando la vita. -
Inarcai un sopracciglio. - Che ho fatto questa volta? -
- Mi hai baciata. - rispose lei come se fosse la cosa piu' ovvia del mondo. - Di nuovo. -
Alzai gli occhi al cielo. - Certo, adesso e' colpa mia. -
- Ovvio che lo e'! - ribatte' lei, iniziando ad arrabbiarsi.
Incrociai le braccia al petto. - Quindi e' colpa mia anche il fatto che non mi hai tirato un calcio quando ti ho baciata ma, anzi, sembra esserti piaciuto. Non e' cosi'? -
Lei apri' e richiuse la bocca. Poi mise il brancio. - Non mi e' piaciuto. -
- E la Lazio ha vinto scudetto. - ribattei sarcasticamente.
Lei sembro' confusa.
- Lascia perdere. E' un modo di dire. - le spiegai io facendo un gesto vago con la mano.
- Perche' sei cosi' arrabbiata? - le chiesi.
- Non sono arrabbiata. - spiego' lei, mentre uma vena sul collo le pulsava velocemente. - Sono... frustrata. -
- Uhm... -
Lei sbuffo'. - Possibile che non riesci a prendere nessuna delle mie relazioni sul serio? -
- Il fatto che tu abbia cambiato un ragazzo in meno di una settimana risponde alla tua domanda. -
Vedendola arrabbiarsi ancora di piu', cercai di sdrammatizzare.
- Stavo scherzando, okay? - aggiunsi io. - Serio, non volevo farti arrabbiare. -
- E allora perche' picchi sempre ogni ragazzo con cui esco? - chiese lei.
Io mi portai un braccio dietro la nuca. - Non e' colpa mia se te li scegli stronzi. - ribattei scrollando le spalle.
Lei spalanco' la bocca. - Questo non e' vero. Gabriele e' un ragazzo fantastico. Non so, ha qualcosa nel DNA che lo rende... speciale. -
Alzai gli occhi al cielo. - Non e' nel DNA. E' nelle braccia. O sulla pancia. Anche se sono convinto di avere piu' muscoli di lui. -
- Non credo proprio. - commento' lei con aria sognante.
- Vuoi scommettere? - ribattei io, alzandomi la maglietta.
Lei si copri' gli occhi con le mani. - Che fai?! Metti giu' la maglietta! -
Sorrisi malignamente. - Troppo ben di Dio per una sola volta, ho afferrato il concetto. -
Lei roteo' gli occhi. - Se solo fossi tanto gentile quanto pieno di te... -
- Io sono gentile! - ribattei, offeso.
- Nella definizione di gentilezza non rientra il "picchiare chiunque incontri per strada". -
Scrollai le spalle. - Evidentemente abbiamo due definizioni diverse di gentile. -
Lei scosse la testa e io mi rilassai sul divano.
Ci fu un lungo momento di silenzio prima che mi decidessi a parlare di nuovo. - Allora... hai deciso che Gabriele e' quello giusto? -
Lei si fisso' le mani. - Non ho intenzione di sposarmi in queato preciso istante, se e' cio' che hai in mente. Ma penso che sia un ragazzo meraviglioso. -
- Penso che sia un ragazzo meraviglioso. - ripetei io, facendole il verso. - Il mio cuore si scioglie ogni volta che lo vedo e il mio battito accelera come una moto da corsa su un rettilineo. -
Lei si copri' la faccia con le mani. - Smettila! -
Mi portai una mano sulla fronte con fare teatrale. - Oh, amor mio, amo i tuoi addomin... uhm, la tua intelligenza! -
Poi mi tiro' un cuscino del divano e scoppio' a ridere.
- Che hai fatto? - la accusai, mettendomi a posto i capelli.
Lei sbuffo'. - Neanche Tay tiene cosi' tanto ai suoi capelli. E queato dice qualcosa... -
Mi sporsi nella sua direzione e iniziai a farle il solletico sui fianchi, sapendo perfettamente che quello era il suo punti debole. Lei cerco' di spingermi via, ridendo come faceva da bambina.
La bloccai sotto di me e lei divenne improvvisamente seria. Abbassai la testa e la baciai sulle labbra, perdendomi nel suo profumo.
Lei si stacco' ancora una volta.
- Non posso. - disse lei, quasi a contatto con la mia bocca.
Mi tirai su e mi sedetti dall'altro lato del divano, fissando un mobile davanti a me.
Lei aspetto' un attimo prima di parlare. - Hey... -
Non le risposi e lei si avvicino', posandomi una mano sulla spalla. Io mi scostai, ma lei si fece piu' vicina.
- Che cazzo vuoi da me? - esplosi, guardandola finalmente negli occhi. - Ti ho detto cosa provo, ma evidentemente non e' la stessa cosa per te. Perche' mi stai ancora intorno? -
Lei sorrise e io la fissai confuso. - Sotto sotto sei ancora il ragazzino pelle e ossa che prendeva tutto con rabbia anziche' risolvere il problema. -
- Risolvere il problema significherebbe andare in prigione. - ribattei io, ancora arrabbiato. - E non e' una buona idea. -
Lei inclino' un po' la testa. - Tutto cio' che hai detto e' vero? -
Feci un respiro profondo e per la prima volta in vita mia dissi tutto cio' pensavo, senza dover nascondere niente. - Ho sempre tenuto a te, fin da quando ti ho vista per la prima volta giocare a basket con le tue sorelle nel giardino. Avevo capito da subito che eri una persona speciale. E quando siamo diventati amici ho pensato di essere il ragazzo piu' fortunato del mondo. -
La guardai negli occhi, impedendole di rompere il contatto visivo. - Lo so che stai uscendo con quel ragazzo. E so anche che ti piace. Insomma, si vede da come lo guardi. Ma non potevo lasciarti andare senza dirti cio' che provo. Non un'altra volta, per lo meno. Perche' la verita' e' che io... -
Il mio telefono squillo' e io imprecai. Risposi senza neanche vedere chi fosse.
- Eccolo, finalmente! - esclamo' Raoul, come se fossi sparito dalla circolazione per anni.
- In carne e ossa. - risposi io, alzando gli occhi al cielo. - Lo so che ti sono mancato... -
- Mancato? Hai avuto una rissa e non mi hai chiamato! - rispose lui, deluso.
- Non e' stata una rissa. - puntualizzai. - E' stato un... confronto di opinioni. -
- Opinioni del tipo "chi colpisce piu' forte?" -
- Qualcosa del genere. - scrollai le spalle.
- Quindi hai finalmente conquistato la tua donzella? - chiese lui. Cercai di farlo stare zitto, ma lui in risposta alzo' il tono della voce. - Vedo che avevi un piano in mente: farti picchiare a sangue e poi leccarti le ferite davanti a lei, eh? -
Lo sentii ridere e lo mandai a quel paese. Poi, rendendomi conto che Audrey era ancora accanto a me, abbassai la voce.
- Sei un cretino. Possibile che non hai trovato niente di meglio da fare che rompermi le palle? -
Lui sbuffo' teatralmente. - Mi sento solo. Raf e' da Taylor per... beh, penso che tutti possiamo immaginare perche'. -
Audrey emise un verso acuto e si agito' sul divano. Poi prese il telefono e inizio' a digitare velocemente un numero.
- A casa non risponde nessuno. - disse lei, evidentemente preoccupata.
- Pretendi davvero che ti rispondano? - chiese Raoul, urlandomi nell'orecchio.
- Cretino dovrebbe essere il tuo secondo nome. - dissi io, arrabbiandomi. Poi mi rivolsi ad Audrey. - Hai provato a chiamarlo al cellulare? -
- Se e' in una sessione pesante non rispondera'. - decreto' Raoul, mettendo particolare enfasi sulla parola sessione.
Alzai gli occhi al cielo. - Okay, basta cosi'. Torna a crogiolarti nella tua solitudine. -
- Ma io voglio sa... - inizio' lui, prima che io chiudessi la telefonata.
Audrey mi fisso'. - Non risponde. Devo preoccuparmi? -
Pensai al fatto che Raf sarebbe ststo perfettamente in grado di prendere in mano la situazione, ma decisi che sarebbe stato meglio tenere quel pensiero per me.
Lei chiamo' lo stesso numero altre due volte e alla fine, quando stava per attaccare, sentii qualcuno rispondere.
- Taylor! - esclamo' lei, sollevata. Poi la sua espressione cambio'. - Perche' non mi hai risposto? Che vuol dire "non hai sentito il telefono"? Ti ho chiamato cinque volte! -
Fisso' il vuoto per un momento. - Tay, perche' hai il fiato corto? -
Lei spalanco' la bocca e rimase ad ascoltare il ragazzo che cercava di darle una spiegazione senza provocarle un attacco di cuore.
Dopo un paio di minuti, lei si alzo' in piedi di scatto, iniziando a camminare in circolo. - Taylor Manfredi! La prossima volta che non rispondi al telefono disegno baffi su tutte le copertine delle tue riviste di Cosmopolitan! -
Poi si calmo' leggermente. - No, sai che non lo farei. Okay, va bene. Ma solo per questa volta. Okay. Oh... va bene. A dopo, ti voglio bene. -
Attacco' e si sedette di nuovo sul divano, sorridendo leggermente.
Studiai la sua espressione. - Vedo che l'hai presa bene. -
Lei scosse la testa. - Raoul aveva torto. -
Aggrottai le sopracciglia. - Quindi Raf non sta con il tuo migliore amico? -
- Si'. Stanno insieme. Nel senso... insieme fisicamente. Non fisicamente! - sbuffo' frustrata e io cercai di non ridere. - Non ha risposto al telefono perche' sono andati a correre. -
- Questo spiega il fiato corto... - commentai io. - Ma sei sicura? Insomma, come fai a sapere che ti hatto la verita'? -
Lei mi fisso' come se avessi appena detto che i cuccioli di panda fanno ribrezzo. - Tay me lo avrebbe detto! Io e lui ci raccontiamo tutto da sempre. Niente segreti, questa e' l'unica regola. E non rubare il findanzato dell'altro, ovvio. -
Alzai un sopracciglio. - Sembra... interessante. -
- Lo e'. -
Calo' il silenzio e io non riuscii a pensare a nulla di intelligente da dire. Avevo voglia di baciarla ancora, di sentire il suo sapore sulle labbra, di slegarle lo chignon e passarle le dita tra i capelli.
- A cosa stai pensando? - chiese lei a un certo punto.
Io mentii. - Al fatto che sono fortunato di averti qui con me. -
Lei si porto' una mano alla nuca, iniziando a giocare con una ciocca robelle. Io non riuscii a frenare l'impulso di spostarle la mano e sistemarle i capelli dietro l'orecchio, sfiorandole la guancia. Era la sensazione piu' bella che avessi mai provato.
- Marshall, no. - mi rimprovero' lei, scostandosi. Poi fece un respiro profondo. - Hai sempre un tempismo del cavolo. -
- Che intendi? - chiesi, confuso.
Lei arrossi' leggermente. - Ti dichiari sempre quando sto uscendo con un ragazzo. Ma non puoi pretendere che io ti dia retta se prendi a pugni tutti quanti. -
- Elimino la concorrenza. - risposi, scrollando le spalle.
Lei alzo' gli occhi al cielo. - E' proprio questo cio' di cui parlo: cerco un ragazzo maturo, uno che sa aiutarmi a crescere e migliorare. -
Deglutii. - Okay. Lascia solo che ti dica una cosa: non mi frega un cazzo se ci sono cinquanta ragazzi che ti vanno dietro. Non mi importa se sono piu' forti di me, o piu' grandi, o piu' belli. Cosa impossibile, ma... Quello che mi importa e' che faro' del mio meglio per tenere testa a tutti loro. R ci riusciro', parola mia. -
Lei mi fisso'. - Perche' sono cosi' importante per te? -
La guardai negli occhi, lasciando per la prima volta le mie emozioni riempirmi lo sguardo. - Perche' il giorno in cui ti ho persa ho capito che non avrei potuto riampiazzarti con nessun'altra. Ho capito che posso provare a uscire con cento ragazze diverse, divertirmi e fare festa. Ma alla fine, seduto sul pavimento a pensare alla cazzata che ho appena fatto, penso a come le cose sarebbero andate diversamente se tu fossi stata con me. -
Arrivai al punto in cui ascoltavo la mia voce senza sapere cosa stavo dicendo. - Sei l'unica persona che ha sempre creduto in me, anche quando il mondo mi urlava contro che non valevo niente. Sono cresciuto, sono cambiato, forse sono migliorato. Ma tutto questo lo devo a te e al fatto che mi hai sempre ispirato a dare del mio meglio e a vivere per me. E' per questo che sono disperatamente innamorato di te, Audrey. ------------------------------------------------------------
Angolo autrice:
Lo so, e' un modo orribile di finire un capitolo, ma ho un mente qualcosa di interessante che accadra' e la scena deve essere perfetta.
Comunque... Marshall finalmente si e' dichiarato (adesso viene a nevicare), ma Audrey ha altri piani in mente. Riuscira' Marshall a convincerla che e' lui l'uomo "forte, grande e bello" che Audrey sta cercando?
Fatemi sapete cosa ne pensate!
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Just friends
Teen FictionAudrey è una ragazza con un passato difficile: da piccola è stata abbandonata da suo padre e dal suo migliore amico, situazione che l'ha costretta a costruire intorno a sé un muro di sfiducia e incertezza e che pian piano l'ha spinta nel baratro del...