Capitolo 52

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Tay prese davvero alla lettera la sua promessa di trasformarmi da Cenerentola in principessa: quel giorno spesi almeno centocinquanta euro in vestiti di ogni tipo, dal casual al formale. Comprai anche due paia di scarpe, uno dei quali aveva un tacco vertiginoso. Tay mi aveva insegnato a camminare sui tacchi qualche anno prima, ma non ero sicura di poter camminare con quelle scarpe.

– Non avrai intenzione di farmi indossare queste scarpe il mio primo giorno di scuola? – gli chiesi retoricamente.

Lui mi guardò per qualche momento senza rispondere, massaggiandosi il mento con tre dita. – In effetti stanno molto bene con quei jeans e quella maglietta, ma penso che opterò per qualcosa di più casual. –

Sospirai di sollievo e pensai che, dopo due ore di shopping, avrei finalmente avuto un po' di tempo per rilassarmi. Ma Tay mi portò dal parrucchiere e a fare manicure e pedicure.

– Credi davvero che tutto questo sia necessario? – gli chiesi una volta usciti dal salone di bellezza.

Lui sbuffò. – Ovviamente! È il tuo primo giorno di scuola e voglio che tutto sia perfetto. –

Roteai gli occhi e, quando alla fine tornammo a casa, mi buttai sul divano, esausta. Tay mi portò una tazza di tè freddo e una fetta di torta alla vaniglia. – Sembra che tu sia appena tornata a casa dopo dodici ore di estenuante lavoro. –

Gli tolsi il cibo dalle mani e addentai la torta, stravaccandomi sul divano in una posa non molto femminile. – Non sonno state dodici ore, ma sicuramente il lavoro è stato estenuante. – Lo presi in giro.

Lui scosse la testa divertito e si sedette sul divano, tirandomi su le gambe e poi poggiandole sulle sue. Tay era seduto perfettamente dritto, con un gomito poggiato sul bracciolo del divano e una posa quasi regale; io invece ero completamente sdraiata, con la testa leggermente tirata su per non strozzarmi con la torta.

Trascorremmo la serata così, tra fette di torta, gossip e film strappalacrime.

– Tay, sveglia! Tra quindici minuti devo uscire di casa! – gli urlai nelle orecchie, saltando nei miei jeans nuovi. Impiegai un paio di minuti buoni per tirarli su, ma alla fine riuscii nell'impresa e mi concessi qualche secondo per riprendere fiato.

Tay mugugnò qualcosa, ma poi si alzò dal letto. Ero perfettamente pronta e sveglia, fatta eccezione per il makeup, dato che il mio migliore amico mi aveva promesso la sera precedente che avrebbe rimediato lui in prima persona.

Seduta su uno degli sgabelli della cucina, circondata da trucchi di ogni genere, mi sentivo una modella poco prima di un set fotografico, tranne per il fatto che il mio makeup artist indossava solo un paio di pantaloni gialli del pigiama decorati con qualche scritta viola.

Dieci minuti dopo mi guardai allo specchio, consapevole del fatto che il trucco sarebbe stato bellissimo: sembrava naturale, tranne per la matita agli occhi e un po' di rossetto colorato.

Lo ringraziai e mi precipitai fuori dall'appartamento, eccitatissima per il primo giorno di scuola. Ero quasi fuori dal portone quando Tay mi chiamò.

– Raggio di sole, torna qui! – mi ordinò, aprendo le braccia nella mia direzione.

Percorsi velocemente i pochi passi che mi separavano da lui e lo abbracciai per qualche secondo.

– Sprizzi gioia da tutti i pori. – notò lui con un sorriso. – Sono contentissimo per te, tesoro. Ora va' e fai vedere a tutti lo spirito americano! –

Scoppiai a ridere e mi fiondai di nuovo in strada, lanciandogli un bacio poco prima di sparire oltre il portone. La stazione della metropolitana era a circa duecento metri da casa mia e impiegai davvero poco tempo per raggiungerla. Scesi le scale di corsa e per un pelo riuscii a salire sulla metro che era ancora ferma lì, prima che chiudesse le porte dopo un paio di secondi.

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